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Ulisse, Rai 1 rispetti il piacere della scoperta…

Ulisse – Il Piacere della scoperta su Rai 1: Alberto Angela parte dalla Cappella Sistina.

pubblicato 29 Settembre 2018 aggiornato 9 Novembre 2020 15:06

“Il vero risultato non lo vedremo domani quando arriveranno gli ascolti, ma stasera: è il fatto stesso che vada in onda Ulisse nel sabato sera della rete Ammiraglia. Guardare a domani è un po’ come guardare il dito che indica la luna”.

Difficile non considerare sacrosante le parole con cui Alberto Angela ha chiuso il lancio al Tg1  della prima puntata di Ulisse – Il piacere della scoperta su Rai 1 di sabato 29 settembre. Sacrosante perché di fatto la vittoria della Rai è già nel realizzare in-house un prodotto come questo – e non da oggi, anzi da anni nel prime time del sabato anche se su Rai 3 – e tanto più nel proporre cultura e divulgazione nella collocazione più prestigiosa del palinsesto della propria Ammiraglia. Lo si è detto in occasione di Stanotte a Pompei, lo si ripete quasi a mantra per la prima delle quattro puntate di Ulisse. Coraggio, missione di servizio pubblico, unicità nel panorama tv pubblico e generalista europeo: tutto giustissimo. Proprio per questo stonano alcune scelte che sembrano essere state fatte per portare il programma a coprire un orario quanto più possibile vicino a quello, comunque irraggiungibile, della concorrenza. Nel caso di specie, la prima di Tu sì que vales su Canale 5.

Nella costruzione della puntata si è avvertita una certa diluizione di alcuni passaggi, quasi a voler allungare il racconto per arrivare a una pezzatura buona per il prime time di Rai 1, non necessariamente identica a quella del sabato sera di Rai 3. Non si spiega sennò il lungo teaser sulla prossima puntata,  dedicata a Cleopatra, che ha fatto da coda al debutto di stasera. Sembrava quasi si volesse iniziare subito a raccontare dell’affascinante imperatrice egiziana per non lasciar andar via gli aficionados rimasti a seguire le due ore e mezza della prima puntata. Per il debutto Alberto Angela ha optato su un gran classico della sua collezione, la Cappella Sistina.

La Cappella è stata  il mezzo, per raccontare il Rinascimento: missione ambiziosa, compiuta per gli obiettivi tv nonostante la difficoltà di rendere un periodo storico, sociale, politico e  artistico di un cinquantennio che ha segnato la cultura occidentale. Le tensioni tra i Medici e il Papato, con la congiura de’ Pazzi, i legami economici tra Lorenzo e Giulio II, le disfide Vaticane, la Roma in guerra, gli interessi economici, le rivalità artistiche fanno da cornice e sostrato al racconto della realizzazione tecnica della Cappella. La vita di Michelangelo, le vicende dei Papi, la scoperta dell’America aiutano a collocare la maestosità dell’opera – e il suo significato extra-artistico – nel quadro della storia umana, ma soprattutto a creare un racconto in crescendo che non bruci subito il gran finale, ovvero il Giudizio Universale, ma ci arrivi per gradi, svelando progressivamente le caratteristiche dei personaggi e le loro vicende. Proprio come in una fiction che procede per flashback  e storylines. Si crea un intreccio, dunque, che talvolta sa di aggiunto per fare volume: la parte sulle manifatture dei Gobelins, ad esempio.

Come in altri casi, il racconto ha previsto degli ospiti: la parte fictional, cara al racconto di Angela, è stata tratta da un altro prodotto internazionale di casa Rai, I Medici. Si ‘approfitta’ dell’arte italiana anche con l’invito a partecipare porto a Enrico Lo Verso, che interpreta gli scritti e i tormenti di Buonarroti forte dell’esperienza maturata come protagonista del film Michelangelo – Infinito, ora nelle sale e per il quale si finisce per avvertire un po’ l’effetto promozione. In fondo un classico del sabato sera. Gigi Proietti puntella il racconto, dando voce ai Papi o evocando il Minosse della Divina Commedia senza mai interagire con Angela, restando un po’ corpo estraneo al racconto, ma molto ancorato al ‘paratesto’ offerto dai break pubblicitari, che non dimenticano la terza serie di Una Pallottola nel cuore. Tutto ruota intorno ad Angela, anche i blocchi promo e pubblicitari.

Se la storia della Cappella è già stata raccontata (anche dallo stesso Angela), è il modo usato per (ri)farlo, sono le scelte narrative fatte che attraggono. Non mi riferisco tanto alla capacità affabulatoria di Alberto Angela, ormai garantita, quanto alle soluzioni di regia e di messa in scena utilizzate per dare sempre qualcosa in più: l’inquadratura dal basso col cromakey dà una prospettiva inedita e non esperibile se non attraverso il mezzo tv; l’ingresso in Cappella con la steadycam all’inizio, invece, cerca di restituire al telespettatore a casa il senso di vertigine che si ha entrandovi e permette di avvicinarsi alla libertà di movimento dello sguardo di chi percorre volta e pareti senza la pulizia di una ripresa su cavalletto. Uno speciale sul backstage tecnico sarebbe una chicca da Teche almeno quanto la serie. E il prodotto resta una chicca televisiva, anche senza HD, anche senza il 4KHD, anche col tubo catodico: la forza delle immagini e il rispetto con cui la regia tratta i capolavori, anche quando le lavora in graphic, è da tramandare ai posteri.

Per il resto la differenza tra Ulisse e il ciclo di Stanotte… si percepisce, ed è bene che sia così. Per quanto tutti siano degli ‘eventi’ televisivi, l’eccezionalità di un racconto come quello di Stanotte… resta integro rispetto a una formula forse più schematica, per certi versi meno emozionante, che si ritrova in Ulisse. L’emoedutainment di Stanotte diventa narrazione divulgativa in Ulisse: le vendette trasversali di Michelangelo consumate a mezzo ‘visual’, le guerre tra Medici e Papato per prestiti non concessi, le rivalità tra primedonne dell’arte, le diverse vie della celebrazione della propria grandezza prima che di quella di Dio, in sintesi le miserie umane dietro a uno dei grandi capolavori dell’umanità sono gli ingredienti stessi della narrazione divulgativa, sono le leve che stimolano il piacere televisivo della scoperta. E’ bene che Rai 1 rispetti il piacere della ricerca e non lo intacchi in nessun modo con trucchetti da ascolti: Ulisse non ne ha bisogno.

Ulisse – Il piacere della scoperta, diretta Rai 1: Cappella Sistina

  • 20.55

    Pronti per un nuovo viaggio nella Cappella Sistina raccontata da Angela? “Sarà un vascello alla scoperta del Rinascimento. La vittoria non è domani con gli ascolti, ma stasera con il programma in onda su Rai 1. Pensare altrimenti è come indicare la luna e guardare il dito” dice Alberto al Tg1, dove ormai è un habituè. La scorsa settimana era lì per presentare Stanotte a Pompei.

  • 21.16

    Un assaggio.

  • 21.25

    Pubblicità prima dell’anteprima.

  • 21.29

    Raiuno e Vatican Media presentano…

  • 21.30

    “Viaggio nel tempo per esplorare pochi decenni che hanno dato un contributo essenziale alle scoperte geografiche, scientifiche e per la storia dell’arte”, il Rinascimento. Per scoprirlo si sale su un vascello: la Cappella Sistina.

  • 21.31

    Le porte della Sistina si apriranno solo per noi questa sera e faremo un viaggio meraviglioso, nel 500.

  • 21.34

    Si parte dalla sala Ducale del Palazzo Apostolico, che i turisti non vedono. Un sipario del Bernini copre il fatto che le due sale non sono perfettamente allineate.

  • 21.34

    Da qui si entrava nella sala Regia per incontrare i Papi. Avviene ancora oggi. E’ lunga 40 metri, alta 16 mt, tutta affrescata

  • 21.35

    E oltre questa porta c’è la Cappella Sistina, dove si eleggono i Papi. La sala con la funzione politica più longeva del pianeta.

  • 21.35

    La bellezza, quella che spezza il fiato.

  • 21.36

    Che meraviglia. “Una Bibbia illustrata” la definisce Angela, che ne descrive i vari libri…

  • 21.37

    Una steadycam per simulare il movimento dello sguardo che spazia nella meraviglia.

  • 21.41

    Con la grafica si ricostruisce la Roma del Quattrocento.

  • 21.41

    50.000 abitanti vivevano a Roma, sede della superpotenza del papato. All’epoca per arrivare in Vaticano c’era solo ponte Sant’Angelo.

  • 21.43

    Roma era una città violenta, poco sicura: Papa Sisto IV cerca di acculturare la città. Anche per questo inizia i lavori della nuova basilica di San Pietro, con la Cappella che prenderà il suo nome. Ecco la prima basilica, con la facciata ancora medievale.

  • 21.45

    Ecco la cappella ‘nuda’ fatta ricostruire da Sisto sulla pianta di una precedente costruzione.

  • 21.46

    Il primo capolavoro realizzato è il pavimento mosaico in stile cosmatesco, dai due artigiani romani che lo realizzarono, tutti e due di nome Cosma. Il marmo lo si recuperava/rubava dalle colonne romane.

  • 21.48

    Per capire la Cappella Sistina bisogna partire dalla Firenze medicea del Quattrocento.

  • 21.49

    Una cappella affrescata a palazzo Medici era pieno di simboli e ritraeva anche i membri della famiglia.

  • 21.50

    Lorenzo de’ Medizi nega un prestito a Papa Sisto IV e lui gli toglie l’appalto delle finanze vaticane dandolo alla famiglia de’ Pazzi, che cercano così anche di rovesciare il governo dei Medici a Firenze. Ma la saga continua dopo la pubblicità.

  • 21.56

    Si entra a Santa Maria del Fiore: è il 1478. (“Quasi 1500…” avrebbe detto qualcuno). I Pazzi vogliono uccidere Lorenzo e Giuliano. Si usano le scene del kolossal Rai I Medici. Giuliano viene ucciso, Lorenzo ferito. Ma Firenze si ribella ai Pazzi, rei di aver ucciso in una chiesa. La vendetta si trasforma in un bagno di sangue e in una caccia all’uomo.

  • 22.03

    La voce fuoricampo è quella di Luca Ward. Il Papa rispose alla rivolta scomunicando Lorenzo e Firenze. Due anni dopo di fronte all’avanzata dei Turchi, il Papa e Lorenzo ‘si riappacificarono’. Tolta la scomunica, Lorenzo manda al Papa i suoi migliori artisti, ma non Leonardo.

  • 22.05

    Il Perugino, che dirige e coordina i lavori, dà le indicazioni a Botticelli, il Rosselli, il Ghirlandaio (presso cui andò a bottega Michelangelo), e a molti altri, come il Pinturicchio. A loro si deve il gran lavoro della Sistina. Ci misero un paio d’anni per le fasce laterali. Gran lavoro di organizzazione e regia del Perugino.

  • 22.07

    Si descrivono alcuni degli affreschi. Si parte dai volti, alcuni dei quali molto reali; molti altri sono autoritratti. E ci si mette su ipotetiche impalcature per vederli da vicino.

  • 22.09

    Il nipote del Papa Sisto IV è in un dipinto del Botticelli: è Giuliano della Rovere, anche lui Papa col nome di Giulio II, e commissionò a Michelangelo la volta.

  • 22.10

    Mosè con tunica gialloverde picchia un egiziano che ha maltrattato un ebreo…

  • 22.11

    Rappresentate le figlie di un sacerdote che poi diventerà il suocero di Botticelli. Poi uno dice che i preti non si devono sposare…

  • 22.12

    Angela fa capire come nonostante le mani diverse la direzione dei lavori del Perugino fece in modo che venissero usati colori, prospettiva, dimensioni organiche tra gli affreschi.

  • 22.13

    Ed ecco la consegna delle chiavi di Gesù a Pietro, del Perugino…

  • 22.14

    Il ‘selfie’ del Perugino.

  • 22.15

    Due anni per realizzare questo poco. Si inaugura il 1483. Pochi anni dopo inizia di fatto il Cinquecento con la scoperta dell’America, nel 1492.

  • 22.18

    Quando fu inaugurata la volta era stellata, ma ebbe un cedimento strutturale.

  • 22.19

    Una volta ristrutturata il Papa volle un artista di cui si sentiva parlare molto all’epoca: Michelangelo Buonarroti. La sua Pietà aveva colpito e non da meno il suo David.

  • 22.21

    Il ragazzo aveva mostrato di saperci fare: ecco un’opera fatta a 17 anni, incompleta, pensata per Lorenzo de’ Medici ma sospesa alla sua morte. nel 1492.

  • 22.22

    E per la Madonna della Scala aveva 15 anni… Le due opere sono a Casa Buonarroti, a Firenze, che Alberto Angela va a visitare per raccontare la vita e la storia di Michelangelo. Quando fu chiamato per la volta della Sistina aveva 33 anni. Lui stava già lavorando alla tomba di Giulio II e temeva di perdere la precedente commissione.

  • 22.24

    Enrico Lo Verso interpreta Michelangelo che rimanda a casa il nipote Leonardo, che va a trovarlo a Roma pensando che stesse per morire. Lo Verso interpreta Michelangelo in un film ora nelle sale.

  • 22.27

    I rapporti tra Michelangelo e Papa Giulio II non sono il massimo: l’artista scappa a Roma per far perdere le sue tracce. E così Giulio II cerca di venirgli incontro scrivendo alla Repubblica Fiorentina per rassicurare sulle sue intenzioni. “Se tornerà a Roma lo rimetteremo nella stessa apostolica grazia in cui egli era avanti la sua partenza”. A interpretare il Papa Gigi Proietti

  • 22,29

    E così Michelangelo torna a Roma. Vive la volta come una sfida a Raffaello, che aveva affrescato le sale private del Papa con La Scuola di Atene, come richiesto dal pontefice. Lui è uno scultore, non ha mai affrescato, ma è deciso a superare Raffaello nella sua stessa arte e a fare una cosa che stupisca tutti. Dopo aver chiamato a sé maestri e artisti per capire come si fanno gli affreschi, li manda via e fa tutto da solo. In 4 anni.

  • 22.32

    Michelangelo parte dal Diluvio Universale. Il primo tentativo non è il massimo: è troppo un quadro, poco un affresco e via via si noterà come cambia la sua mano e la sua dimestichezza con l’arte.

  • 22.33

    La volta è alta 21 metri. Come stare su un palazzo di 7 piani… Immagini tratte dal film Michelangelo – Infinito.

  • 22.34

    Tanti i dettagli che perde chi guarda a 21 mt di disantza: Alberto Angela ci fa vedere i pennacchi. Come qui, in cui c’è una scena che potrebbe essere quella di un film con una figura che attraversa le stanze.

  • 22.36

    In una lunetta c’è la famiglia di Gesù, nonno Giacobbe compreso.

  • 22,37

    Si ricostruiscono virtualmente le impalcature create e inventate da Michelangelo.

  • 22.38

    Guarda qui che inquadratura si sono inventati…

  • 22.38

    Si vede un danno causato 300 anni dopo la realizzazione dell’opera dall’esplosione di una polveriera a Roma che spazzò via pezzi degli affreschi. E nessuno se l’è sentita di rifarli. Sono rimasti i ‘vuoti’. Pubblicità.

  • 22.45

    Michelangelo fa figure sempre più grandi in primis perché da giù si vedono e poi ci mette meno tempo. Qui siamo al Peccato Originale, con Eva cacciata dal Paradiso invecchiata e irriconoscibile.

  • 22.46

    Alberto Angela ci tiene a far notare l’apertura di Papa Giulio II verso il nudo…

  • 22.47

    E siamo alla Creazione di Adamo.

  • 22.49

    Il tocco che è rimasto non è di Michelangelo: proprio quel pezzetto cadde per una crepa. Fu rifatto da un altro artista.

  • 22.50

    4 anni per la volta. Diciamo 3 perché per uno Michelangelo non lavorò perché il Papa non pagava, Grande fu lo stupore all’inaugurazione.

  • 22.51

    Dopo 4 anni a lavorare disteso a 21 metri di altezza non è che proprio uno stava bene. Lo racconta lui stesso in una lettera ora esposta a casa Buonarroti.

  • 22.53

    Sono circa 200 i disegni conservati a casa Buonarroti. Tra questi uno studio anatomico maschile, preparatorio per un lavoro che non fu mai fatto. Michelangelo e Leonardo dovevano realizzare ciascuno un affresco a Palazzo Vecchio che non fu mai fatto. Una roba da Battle per stabilire chi fosse il migliore, praticamente…

  • 22.55

    Una lista della spesa illustrata? O di un menu per una cena a seconda del numero dei commensali.

  • 22.57

    Com’era Buonarroti? Lo vediamo in quella che fu la sua maschera mortuaria diventata un busto. Morì a 89 anni.

  • 22.58

    Vorrei sommessamente ricordare che la scorsa settimana lo stesso Angela ci fece vedere gli affreschi pompeiani, tra trompe-l-oeil e prospettiva. Quella stessa prospettiva che si recuperò col Rinascimento…

  • 23.01

    E si passa a parlare del giovane e bel Raffaello. Sì ma qui dobbiamo arrivare al Giudizio Universale, però…

  • 23.03

    Giulio II affidò a Raffaello la cura della realizzazione della basilico di San Pietro. Una discreta responsabilità e una bella rogna.

  • 23.05

    Il nuovo Papa, Leone X, voleva realizzare degli Arazzi al posto dei tendaggi che circondavano il primo ‘livello’ della Cappella. Li voleva con le storie di San Pietro e San Paolo e affidarli a Raffaello, che preparò 10 cartoni preparatori. Oggi ne restano solo 7

  • 23.07

    I cartoni sono ora a Londra, gli arazzi realizzati nei Musei Vaticani. Per capire le differenze tra i disegni e le realizzazioni si va a Parigi alla Manifattura dei Gobelins. Vabbè, questa parte mi sembra davvero un’aggiunta per allungare il brodo. Ci manca ancora il Giudizio Universale. La tessitura anche no, su.

  • 23.10

    Michelangelo nel frattempo è tornato a Firenze e alla scultura.

  • 23.19

    Uno sguardo alla situazione politica esterna, confusa e sconvolta dalla guerra. Roma viene saccheggiata, il Papa si chiude a Castel Sant’Angelo e in città ci sono ormai 10.000 persone. Un clima completamente cambiato, quindi, quando nel 1535 Clemente VII commissiona a Michelangelo il Giudizio Universale. L’artista aveva 57 anni.

  • 23.21

    Il committente non vide mai l’opera. Ne godette Paolo III Farnese, Tomaso de’ Cavalieri è stata una delle ragioni per cui Michelangelo si trasferì a Roma: per amore.

  • 23.23

    Per la sua opera Michelangelo distrusse sue opere e anche una del Perugino oltre a chiudere due finestre. Fu preparata anche la parete, 180mq da ricoprire con 400 figure, che nella parte alta tende verso il basso. Lo realizzò in 5 anni.

  • 23.24

    Una delle cose che colpisce è la mancanza di cornici e anche l’uso dell’azzurro e del blu che invece è quasi assente nelle volte. Il Blu era una rarità e poi per le volte doveva pagarselo da solo. Nel Giudizio Universale, invece, le spese sono a carico del Papato.

  • 23.27

    E inizia il viaggio nel Giudizio Universale: ora è un po’ tardino però-…

  • 23.28

    Tutto ruota intorno al Cristo.

  • 23.31

    Per capire il senso di questo affresco si guardi la serenità della Vergine, dipinta con una tecnica particolare con un mosaico di puntini anticipando il puntinismo, e le trombe del Giudizio.

  • 23.33

    Intorno al Cristo, le anime si risvegliano, qualcuno ascende, qualche angelo senza ali solleva dei Beati, in un periodo di controriforma.

  • 23.34

    All’opposto un turbine di anime destinate all’abisso.

  • 23.37

    Michelangelo si vendica del maestro di Cerimonia del Vaticano, Biagio da Cesena, che aveva definito le sue figure da osteria, ritraendolo come Minosse, con le orecchie d’asino e un serpente che gli morde il sesso.

  • 23.38

    Gigi Proietti recita il passo di Dante su Minosse… Quello scorcio della porta è bellissimo.

  • 23.39

    Come doveva essere il Giudizio Universale appena terminato? Delle copie ce lo mostrano. Anche nelle sue nudità.

  • 23.40

    Papa Paolo IV che voleva moralizzare la Chiesa pensò di abbattere la parete del Giudizio Universale per i troppi nudi e per allargare la Cappella. Il Concilio di Trento, 1564 (pochi giorni prima della sua morta). decide che le figure devono essere coperte. Ci pensa un allievo di Michelangelo, Daniele da Volterra, che aggiunge 41 braghe a tempera.

  • 23.42

    Solo in un caso si trova costretto a scalpellare l’intonaco e rifare le figure di Santa Caterina e San Biagio. Il Papa chiese prima a Michelangelo di intervenire sulla propria opera: l’artista gli rispose di pensare prima a moralizzare il mondo.

  • 23.46

    Il restauro degli anni ’80 ha permesso di cancellare almeno 16 braghe: altre erano troppo profonde, altre considerate ormai legate all’immaginario collettivo. I restauro ha riportato alla luce la bellezza dei suoi colori e un Michelangelo finora sconosciuto.

  • 23.47

    Dalla metà del Cinquecento in poi sono stati posti limiti alla conoscenza, dice Angela. Ma il Rinascimento è stato un momento di grazia per l’umanità e ci ha lasciato un sogno che possiamo rivivere tornando qui.

  • 23.48

    E all’improvviso fermarsi a pensare che tanta bellezza è alla mercé di una specie che non brilla sempre per intelligenza.

  • 23.49

    I titoli di coda ci mostrano il backstage, con tanto di riprese col cromakey. Ci vorrebbe uno speciale con il backstage tecnico, non tanto l’assaggio di “Aspettando…”. I bloopers, le riprese, i ciak, la redazione dei testi… quanto mi piacerebbe.

  • 23.52

    Ampia anteprima sulla prossima puntata, su Cleopatra, per arrivare almeno a mezzanotte.

Ulisse – Il piacere della scoperta, anticipazioni prima puntata 29 settembre 2018

Ulisse – Il Piacere della Scoperta debutta su Rai 1 dopo oltre un decennio di onorato servizio su Rai 3 e conquista la prima serata del sabato sera a partire da questa sera, 29 settembre 2018, con la prima delle quattro puntate previste per questo ciclo autunnale, che seguiremo live su TvBlog. Sabato prossimo, 6 ottobre, si racconterà Cleopatra, con la partecipazione dei 2Cellos e di Luca Ward, quindi sabato 13 spazio al rastrellamento degli ebrei nel ghetto di Roma del 16 ottobre 1943, di cui si parla anche con la senatrice Liliana Segre, quindi ultima puntata alla scoperta dell’Imperatrice Sissi.

 

Ulisse su Rai 1 | Anticipazioni Cappella Sistina

Il viaggio di Alberto Angela inizia col Giudizio Universale dipinto da Michelangelo nella Cappella Sistina. Muovendosi tra Roma, Firenze e Londra, Alberto Angela rievocherà personaggi, storie, idee del Rinascimento, facendo rivivere i protagonisti legati alla Cappella come Michelangelo, Raffaello, Botticelli, Perugino e papi come Sisto IV, Giulio II e Leone X. Ospite della puntata, e di tutto il ciclo, Gigi Proietti.

Ulisse su Rai 1, il programma

Il programma è una produzione Rai, interamente girata in 4K Ultra HD, realizzata dal Centro di Produzione Tv Rai di Napoli. La prima puntata è frutto della collaborazione tra Rai, Vatican Media e Officina della Comunicazione.

Ulisse – Il piacere della Scoperta 2018 è un programma di Alberto Angela,  scritto con Aldo Piro, Fabio Buttarelli, Barbara Gallavotti, Vito Lamberti, Emilio Quinto, Stefano Varanelli, a cura di Lucia Madia e Caterina Del Papa, per la regia di Gabriele Cipollitti.

Ulisse, come seguirlo in tv e in live streaming

Ulisse di Alberto Angela va in onda da sabato 29 settembre 2018 dalle 21.25 su Rai 1 e Rai 1 HD (DTT, 501) per quattro settimane. E’ possibile vederlo anche in 4K sul canale Rai4K, diffuso via satellite a 13° est grazie alla partnership di Rai con Eutelsat ed è visibile sulla piattaforma Tivùsat al tasto 210 (sui televisori 4K con CAM Tivùsat).

Ulisse, second screen

Per seguire le ultime news sui programmi di Alberto Angela sui social ci si può affidare all’account ufficiale Instagram dei suoi programmi. L’hashtag è #Ulisse, ma il programma ha una sua pagina su Raiplay.