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Techetechetè 2018 chiude (con Renato Zero) e ne sentiamo già la mancanza

Techetechetè chiude la sua stagione 2018 e si conferma il cult dell’estate tv.

pubblicato 16 Settembre 2018 aggiornato 12 Ottobre 2020 17:12

Ultima puntata dell’estate 2018 per Techetechetè questa sera, domenica 16 settembre: da domani l’access prime time di Rai 1 torna nelle mani di Amadeus e dei suoi Soliti Ignoti, aggiungendo un altro tassello all’Autunno tv, ma per stasera possiamo coccolarci ancora con il certosino lavoro di ricerca e montaggio realizzato dalla squadra di autori e montatori (o meglio artisti) che confeziona questa chicca del palinsesto Rai.

Sarà che il filone ‘nostalgia’ funziona sempre: basta dare un’occhiata all’offerta tv e cinematografica degli ultimi anni per averne conferme, tra reboot, remake, format ventennali e conduttori che fanno giri immensi e poi ritornano lì da dove erano stati scalzati per il cambiamento. Gli italiani sono un popolo conservatore, gattopardesco, e la tv non è da meno.

Techetechetè, però, non è solo una ‘collection’ di spezzoni, come sa benissimo come sa chi ne ha seguito almeno una puntata: è un programma di attenta scrittura e di grande racconto, che in più valorizza l’immenso archivio della tv di Stato e che riesce a rivalutare anche i momenti meno epici, riuscendo poi a recuperare chicche che si pensavano perse. Un testo di studio fondamentale per chi ama la televisione e per chi vuole farne il proprio mestiere (che sia davanti, dietro o lontano dalle telecamere).

Si può dire che negli anni il programma si è perfezionato e raffinato, integrandosi sempre più con la programmazione di palinsesto, diventandone parte armonica e non una giustapposizione di repertorio.  Si pensi, per fare un esempio recentissimo, alla puntata di sabato 15 settembre, dedicata a Benigni (e firmata da Simone Di Carlo) ma chiusa da un primo piano stretto sul comico toscano che canta con Claudio Baglioni, atteso pochi minuti dopo nel prime time con il concerto-evento live dall’Arena di Verona, Al Centro. Vuol dire guardare al dettaglio, alla programmazione, al traino.

La proposta, peraltro, si è progressivamente articolata, offrendo ritratti e costruzioni a tema (si pensi al racconto delle città), strisce seriali (come ‘Hit Parade – Cantavamo così’), passando per la narrazione di coppia, tra faide e collaborazioni. Tante nelle ultime stagioni le chicche da mettere in cassaforte: una conservazione della conservazione che merita attenzione. Solo in questa estate 2018 sono senza dubbio da ricordare la puntata allo specchio di Mina & Milva, Patty Pravo e Amanda Lear (due protagoniste controverse della tv e dello spettacolo), Battisti nel ventennale della scomparsa, ma anche la recente puntata su Loretta Goggi che ha preceduto la prima stagionale di Tale e Quale Show: un appuntamento sì celebrativo, ma che ha permesso di ripercorrere anni decisivi del femminile in Italia, diventando spunto di discussione e contatto tra generazioni diverse, tra quarantenni di oggi e figlie decenni ritrovatesi davanti alla tv per commentare outfit e make-up e arrivate a ricostruire il ruolo della donna pre e post ’68. A conferma che la storia della tv non può che essere anche la storia del costume, della politica, della cultura pop di un Paese.

Un posto a parte merita, a mio avviso, la puntata realizzata a caldo nel giorno del crollo del ponte Morandi a Genova, lo scorso 14 agosto. Un omaggio delicato e straordinariamente poetico, firmato da Massimiliano Canè, che merita un posto d’onore nell’empireo dei testi tv.

La stagione 2018 di Techetechetè si conclude, come dicevamo, questa sera con una puntata tutta dedicata a Renato Zero, realizzata da Salvo Guercio, che abbiamo avuto il piacere di intervistare poche settimane fa. “3…2…1… ZERO!” è il titolo scelto per questo ultimo appuntamento stagionale, che ripercorre un’altra pagina significativa della musica e del costume italiano, tra gli esordi contrastati dei sorcini e la consacrazione sanremese nella maturità. E poi Renato resta l’autore di uno degli inni più cari a Viale Mazzini, ma anche tra i più ironici sul ruolo della tv tra la fine degli anni ’70 e gli ’80, mentre si accedevano le antenne private. Non mancherà, immagino, “Viva la R.A.I.!” nel racconto di questa sera; senza togliere nulla a nessuno, a noi mancherà, invece, Techetechetè e aspettiamo già le nuove puntate.