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12 cose sulla seconda puntata di X Factor 12

Un’analisi della seconda puntata di X Factor 12 attraverso 12 osservazioni, tra cloni, telegatti e gente che si meraviglia della capacità di rappare da parte di una donna.

pubblicato 14 Settembre 2018 aggiornato 31 Agosto 2020 08:34

Ha stupito tutti sin dalla prima puntata delle Auditions e rischia seriamente di vincere la dodicesima edizione di X Factor. Si tratta della noia: svanito l’effetto curiosità per Asia Argento, non era mai successo che il talent show in onda ogni giovedì su Sky Uno si presentasse così sfiatato e stanco sin dalle prime battute, soprattutto privo di talenti da andare subito a rivedere sui social una volta finita la puntata. Perfino l’arrivo dell’attore hard Simone Geri è stato sfruttato male, sfociando in doppi sensi che non occorre trovare in tv installando l’antenna parabolica. Ma ecco un elenco di 12 cose che hanno attirato la nostra attenzione della seconda puntata di X Factor 12.

1. L’enfasi

Che si tratti della cassetta di sicurezza contenente le 4 tazze dei giudici o del quinto giudice Lodo Guenzi de Lo Stato Sociale (non si è capito come mai sia durato dieci minuti, forse perché bravo), sembra ogni volta che sul palco stia per verificarsi qualcosa di epocale.

2. Senza vecchia che balla

Durato inspiegabilmente dieci minuti, tanto è bastato a Lodo Guenzi, frontman de Lo Stato Sociale, per mettersi in tasca una Mara Maionchi ai limiti dell’afasia, un Manuel Agnelli prigioniero del suo personaggio e un Fedez che vive di rendita della sua sovraesposizione sui social (di Asia Argento si dirà a parte). Bravissimo quando ha giudicato il giovane Alo, che ha stupito con la sua potenziale hit Uomini che odiano le donne, incentrata sull’omofobia:

Ti ringrazio per la splendida sorpresa. Credo che il talento sia la capacità di ridurre ogni giorno la distanza tra quello che fai e quello che sei. In questo momento avvicini al ragazzo effeminato che ti ha dato problemi, che però in qualche maniera è il tuo miglior amico.

Per sostituire la Argento sarebbe il candidato migliore: è un volto sulla cresta dell’onda, dotato di un’ottima parlantina che lo ha reso freschissimo rispetto ai colleghi di una sera, un’autentica boccata di ossigeno in un’ora e mezza di apnea televisiva. Ha dimostrato di valere senza la vecchia che balla.

3. “I falsetti solo se sei Mango”

Purtroppo Sky ha deciso il suo destino per vicende ormai arcinote, ma ormai i social (e la critica) l’hanno decretata la migliore giudice tra i 4. E anche nella seconda puntata si è rivelata in grande spolvero. Rimprovera un concorrente perché, “se non sei Mango, è inutile fare i falsetti“. Si ricollega a un rapper che aveva appena finito di cantare del “silenzio assenso” replicando “Io dissento“. Ma soprattutto, ad Anna Boconcello, una 18enne che si è esibita in una versione evitabilissima al piano di E la luna bussò, dice: “Enfatizzavi nei momenti sbagliati, si sente che non hai vissuto, macinato km, spezzato tutti quei cuori, ti manca un po’ di vissuto”. Monumentale, ma solo di passaggio.

4. Ridateci Mazzone

Mara Maionchi sembra la gemella buona della vulcanica discografica delle prime edizioni: a parte qualche parolaccia- che avrà imparato dalla gemella cattiva – la giudice ha smesso di rubare la scena con le sue uscite pirotecniche da Carletto Mazzone dei talent. Indimenticabile solo quando consola la sfortunata Anna Boconcello di cui si è detto sopra: “Un sì sbagliato può fare molti più danni di un no“.

5. Un Telegatto contro l’omofobia

I Telegatti torneranno finalmente ad ottobre, ma se ne esistesse uno che rappresentasse il miglior momento televisivo di sensibilizzazione contro l’omofobia, dovrebbe essere assegnato di diritto ad Alo, questo giovane che ha raccontato il suo passato di bullismo cantando l’orecchiabile Uomini che amano le donne, meritandosi l’accesso ai Bootcamp senza buonismi. Resta da capire cosa farà nella fase successiva, ma questa è un’altra storia.

6. L’avanguardia di Anna Tatangelo

Va benissimo spezzare la tensione, ma questi siparietti tipo Corrida hanno stancato, facendo rimpiangere i talenti incompresi dei tempi Rai: nell’ultima puntata c’è stato il ritorno del signor Angelo Oliva, che la scorsa annata aveva battibeccato con Manuel Agnelli. Dal momento che Oliva si è rivelato scadente anche stavolta, Fedez ha proposto un patto: di dargli 4 sì ma solo se non si presenterà ai Bootcamp. Milly d’Abbraccio contro Anna Tatangelo in confronto era pura avanguardia, con immediato effetto di viralità (“Quando la persona è niente, l’offesa è zero” risuona da allora nei nostri padiglioni auricolari).

7. Rapper arrabbiati – Ragazze con l’ukulele

Di giovedì sera dopo otto ore in ufficio un rapper arrabbiato è quello che ci vuole per riconciliarsi con il mondo: hanno pensato sicuramente questo gli arguti autori di X Factor, che riescono ogni anno nella difficilissima impresa di inserire il classico ragazzo trasandato che ce l’ha con il mondo intero. Per carità, Marco Anastasio ha incantato con una scrittura sontuosa, ma non credo qualcuno avverta l’impellente necessità di riascoltarlo. Aboliamo per favore anche la categoria delle ragazze con l’ukulele. Domenica saremo in 10mila piazze italiane per insegnare ai ragazzi che esistono anche altri strumenti musicali.

8. Lo stupore ogni volta che una ragazza si mette a rappare

Ma si può capire una volta per tutte come mai il pubblico vada in delirio quando un’artista (apostrofo d’obbligo, in quanto donna) si cimenta nello stesso genere di Fedez? Perché se lo fa il marito di Chiara Ferragni nessuno grida al miracolo mentre accade se a farlo è una ragazza? Tra l’altro questa mania delle ultime edizioni di trovare la Nicki Minaj italiana per inseguire Spotify comincia a diventare patologica.

9. La guerra dei cloni

Un classico dei talent show, ma mai come in questa puntata i migliori ricordavano sempre qualcuno: la succitata rapper Luna Melis richiamava appunto Nicki Minaj, l’apprezzato Luca Rattotti ricordava James Blunt,  l’ultimo gruppo della serata sembrava la band vendicatrice dei Maneskin. All’orizzonte non si è visto quasi nulla di originale.

10. Festivalbar

I giudici ne sono continuamente infastiditi: si tratta del piacionismo, ovvero di quei concorrenti che si improvvisano scaldapubblico pur di portare a casa 4 sì. Sembrano Noemi che a Sanremo 2014 mentre cantava Bagnati dal sole ad un certo punto esclamò “Vai Sanremo!”. Andrebbe consentito per legge solo al Festivalbar. Che infatti non esiste da tempo.

11. Buona questa? La tagliamo!

La migliore esibizione della serata è stata vergognosamente tagliata: si tratta dei Dequivers, che hanno passato il turno con un’interessantissima versione di Think di Aretha Franklin. Montaggio da rivedere, e per Sky è una notizia.

12. La macchina del tempo

La mission di X Factor, da sempre mainstream ma colto rispetto ai competitor Amici e The Voice of Italy, dovrebbe essere quella di recuperare capolavori dimenticati della canzone italiana (e straniera), come succedeva ai tempi di Morgan che ha avuto il merito di far scoprire ai ragazzi Piero Ciampi e soprattutto Umberto Bindi, assegnando anni fa Il nostro concerto a Marco Mengoni. Ieri sera la brava Camilla Musso per esempio ha incantato con La sera dei miracoli, un pezzo magistrale quanto poco conosciuto di Lucio Dalla.