Home Notizie Fabrizio Biggio a Blogo tra Stracult, la pace con Francesco Mandelli e i Soliti Idioti

Fabrizio Biggio a Blogo tra Stracult, la pace con Francesco Mandelli e i Soliti Idioti

“Quando, meno di un anno fa, lessi l’intervista di Mandelli in cui diceva che non aveva capito perché volli fermare I Soliti Idioti ci rimasi male. Perché non mi chiami e non chiedi direttamente a me, invece di dirlo pubblicamente?”

pubblicato 14 Settembre 2018 aggiornato 31 Agosto 2020 08:47

È tornato in onda ieri Stracult Live Show (2.69% share, 281 spettatori), il programma di Rai2 dedicato al cinema. Insieme al padrone di casa Marco Giusti e ad Andrea Delogu anche in questa stagione c’è Fabrizio Biggio.

È stata Andrea a portarmi in Rai e a Stracult: è una persona meravigliosa, non sgomita, non smania, lei fa questo mestiere semplicemente perché le piace. È fantastica. Marco, invece, è un grande papà, ci tiene tutti sotto la sua ala protettrice. Non è severo, è un pezzo di pane, ascolta tutti. Lo dico non per piaggeria, ma perché è davvero così: a Stracult regna la serenità.

Ai microfoni di Blogo, Biggio parla della trasmissione di Rai2 in onda ogni giovedì in seconda serata, ma anche del suo passato (e futuro?) professionale in coppia con Francesco Mandelli. Le incomprensioni con il collega con il quale per alcuni anni ha portato in scena I Soliti Idioti sembrano essere un ricordo del passato.

Partiamo da Stracult. Qual è la marcia in più di questo programma e quali sono le novità della stagione?

Il nostro è un punto di vista alternativo rispetto a telegiornali e gli altri programmi, cerchiamo le situazioni cult, strane e particolari. Siamo un po’ dei nerd, ci piace quello che facciamo. La nuova stagione è tutta fatta di conferme, l’unica novità è che i Pills sono in studio e rispondono in diretta alle telefonate. Senza filtro, non c’è nessun centralino che prende le telefonate. Il telefono è cult, il tweet è troppo moderno, non ci piace.

Stracult racconta da un punto di vista alternativo il cinema, è vero, ma negli anni ha acquisito una credibilità tale da permettersi di ospitare i grandi del cinema. Conta anche il fatto che nella tv generalista non ci siano molti altri programmi che trattino in maniera così specifica del tema cinema?

Quello che ci dicono – e che ci fa più piacere – è che da noi non sembra un’ospitata, ma sembra di stare a casa. Da Fazio sei nella Serie A, da noi sei a casa di Marco Giusti. Non c’è un copione, ma solo un canovaccio, si va a braccio, ognuno racconta quello che vuole. Chi viene da noi sa che il suo film in promozione verrà raccontato in maniera alternativa, magari recuperando una scena di un altro film o una comparsata. Magari a livello di promozione non ottiene gli stessi numeri di Fazio, ma ha la sicurezza che il tema cinema venga trattato in modo appassionato.

Intorno a Stracult in tv tu vedi molta concorrenza temibile?

In tv funziona che siccome non puoi pagare tutti gli ospiti, inviti chi è in promozione. Tutti i programmi, dunque, attingono dagli attori; quindi, in questo senso, la concorrenza c’è. La differenza è che nel programma non di cinema si parla brevemente della trama del film con una clip per poi continuare col varietà, da noi tutta l’ospitata è dedicata al cinema. Evidentemente questo convince l’ospite a fare uno sforzo e a venire da noi in diretta a mezzanotte… questo è il problema.

Ecco, vi siete mai lamentati dell’orario di messa in onda?

Beh, dopo una certa ora, Marco… ha una certa età (ride, Ndr). A me piace molto la diretta notturna, dà grande senso di compagnia e di famiglia. Certo, quando slittiamo a mezzanotte e un quarto, mezzanotte e mezza… sappiamo però che fa parte del gioco, funziona così. Una volta iniziata la diretta, comunque, tutta la stanchezza accumulata durante l’attesa passa.

Quale incontro che hai realizzato a Stracult in questi anni ti ha colpito maggiormente?

Quello con Pippo Baudo. È una macchina da guerra, c’è solo da imparare da lui. È proprio piacevole essere in onda con lui, ti sembra di averci lavorato tutta la vita con lui. Mi ha dato un consiglio: ‘per fare il conduttore, ascolta tutti’. Sembra una scemenza, ma in un periodo in cui non si ascolta più nessuno – l’ego è la malattia di questi anni – ascoltare gli altri serve. Serve per cogliere, collegare, fare una battuta. Molti fanno domande senza sentire le risposte pensando già alla domanda successiva.

Ti sei più volte definito un non conduttore. Eppure da ormai tre anni conduci un programma settimanale in diretta. Come ti definisci?

Io faccio quello che mi dà gioia di fare. Quando proposero a me e a Francesco Mandelli di fare degli sketch comici in tv non pensavo mica di voler fare il comico. Così come ora non penso di essere un conduttore. Se mi propongono un programma di cucina non lo faccio, perché non me ne frega niente, ma un programma di cinema come Stracult certo che sì. Io lavoro con passione, cerco stimoli, altrimenti si rischia di diventare un impiegato della televisione.

Ora arriva la domanda sui Soliti Idioti. Stai pensando ‘in ogni intervista me lo chiedono, che palle’?

Sarei stupido a pensarlo. Io sono conosciuto per i Soliti Idioti, non per altro.

Bene. Meno di un anno fa Mandelli in un’intervista ha raccontato che sei stato tu a voler interrompere il sodalizio artistico con lui, senza dargli particolari spiegazioni e probabilmente perché vivesti quel momento di grande popolarità con poca serenità.

Sì, lessi quell’intervista. Ci rimasi male: perché non mi chiami e non chiedi direttamente a me, invece di dirlo pubblicamente?. Siamo stati una coppia comica, che – ti assicuro – è come una coppia di sposi. Ci sono crisi, litigi e separazioni. Eravamo arrivati ad un momento di difficoltà umana tra di noi, ma credo sia normale per due che lavorano insieme da 15 anni.

Adesso com’è la situazione con Francesco?

Ci siamo sentiti e chiariti, ora andiamo d’amore e d’accordo. Ci siamo anche detti che se ci viene in mente una bella idea, potremmo tornare a lavorare insieme.

Come Soliti Idioti o con un nuovo progetto?

Io pensavo e penso che i Soliti Idioti si siano esauriti. Sono stati spremuti come prodotto commerciale: Sanremo, tre film, quattro serie televisive, un cd, un libro. Avremmo portato avanti il discorso più per convenienza che per interesse artistico. Francesco la pensava un po’ diversamente, quindi effettivamente sono stato io a dire ‘fermiamoci prima di rovinare tutto’. Adesso quando ci fermano per strada sembra come se I Soliti Idioti sia ancora in onda. Una reunion o uno special dei Soliti Idioti? A me piacerebbe una cosa nuova e diversa.