Home Notizie Antonello Falqui: “Per la tv iniziavo a costare troppo. Mina fantastica, Bongiorno professionale”

Antonello Falqui: “Per la tv iniziavo a costare troppo. Mina fantastica, Bongiorno professionale”

Antonello Falqui racconta a Spy la sua televisione: “Mike Bongiorno era professionale, Mina era fantastica. Il più piacevole? Walter Chiari. I miei programmi troppo costosi. Oggi ti danno due giorni di tempo e due spiccioli”

pubblicato 20 Luglio 2018 aggiornato 31 Agosto 2020 23:11

In tv c’è dal primo giorno, ovvero da quel 3 gennaio del 1954 in cui l’elettrodomestico più amato dagli italiani cominciò a trasmettere. Antonello Falqui, autore, regista e autore di trasmissioni storiche (Il Musichiere, Milleluci, Studio Uno solo per citarne alcune), curò per Mike Bongiorno Arrivi e Partenze, il primo programma della storia: “Me la ricordo come divertente”, ricorda sulle pagine di Spy. “Mike intervistava le più grandi star del momento che erano in partenza o in arrivo negli aeroporti. Era bravissimo a convincere le star dell’epoca”.

Oggi novantaduenne, Falqui la tv continua a guardarla, nonostante l’ultima firma l’abbia lasciata nel  lontano 1993:

I miei spettacoli cominciavano a essere troppo dispendiosi per la Rai, costavo troppo. Ci mettevamo settimane per preparare uno show, oggi invece ti danno due giorni per provare tutto e due spiccioli, sarebbe impensabile. Con l’inizio degli anni novanta in Rai cominciavano a non esserci più i personaggi, le maestranze e i dirigenti del mio periodo”.

Da Bongiorno a Walter Chiari, passando per Mina e Raffaella Carrà. Sono tantissime le star con cui ha collaborato. “Il più piacevole? Chiari – confessa – era un improvvisatore pazzesco, forse il numero uno. Mike era molto preciso e professionale, veniva dall’America e aveva quello stampo lì, serio. Eravamo diventati amici, ci siamo frequentati per tanto tempo anche fuori dal lavoro. Mi faceva ridere”.

Mina invece è il suo più grande orgoglio:

“Era fantastica. Aveva un unico difetto, se così possiamo definirlo: le dava fastidio il contatto con il pubblico perché quando andava ad esibirsi alla Bussola di Focette doveva passare tra due ali di persone che allungavano le mani per cercare di toccarla. Lei odiava tutto questo. Non ci sentiamo da parecchi anni, anche se mi farebbe piacere riparlarle. Fondamentalmente siamo due timidi: nessuno dei due si decide a fare il primo passo. Forse avremmo paura a dirci qualcosa”.

Da Studio Uno è stata tratta di recente anche un’omonima fiction, che però Falqui ha tutt’altro che gradito: “Non c’entrava niente col nostro Studio Uno, è stata fatta malissimo. Hanno messo in piedi una trama con un intreccio d’amore tra due estranei”.

Se la tv non è morta e non morirà (“gli schermi in un modo o nell’altro rimarranno accesi con qualcosa”), probabilmente lo è il varietà, inteso alla vecchia maniera:

I varietà di oggi sono Tale e Quale e Ballando con le stelle. Li guardo senza entusiasmarmi molto. Forse il programma di Milly Carlucci, al sabato sera, è l’unico che mi diverta”.