Home Notizie I Mondiali di Mediaset sono un successo. Ma guai ad effettuare confronti col passato

I Mondiali di Mediaset sono un successo. Ma guai ad effettuare confronti col passato

Il Mondiale di Mediaset è un successo, ma guai a confrontare i numeri attuali con quelli di Brasile 2014, come fatto dall’azienda di Cologno Monzese. All’epoca la Rai trasmetteva solo 25 partite e c’era la zavorra del fuso orario

pubblicato 22 Giugno 2018 aggiornato 31 Agosto 2020 23:45

Partiamo da una certezza: il Mondiale Mediaset è un successo. Partite finora mai scese sotto all’asticella del 20% di share e un’attenzione che, nonostante l’assenza degli azzurri, si conferma alta, altissima.

Una scommessa vinta a danno di chi credeva che la competizione partisse azzoppata e priva di appeal. Così evidentemente non è e i numeri, con l’avanzare della competizione, non potranno che migliorare. E poco importa se gli show a margine non stanno raccogliendo la medesima fortuna, con Balalaika che, nonostante le elevate ambizioni della vigilia, non ingrana e sarà costretto a rivedere il format in corsa.

Alla fine della prima giornata sarebbe quindi bastato godersi i responsi dell’Auditel e nascondere sotto al tappeto qualche errore di percorso. Invece no, l’azienda di Cologno Monzese ha deciso di tuffarsi nell’azzardata pratica della comparazione con l’edizione precedente, stilando classifiche decisamente singolari.

Mediaset vince anche senza gli azzurri: alla fine del primo turno, i match televisivi di “Russia 2018” registrano ascolti record battendo persino l’edizione precedente (che comprendeva il top match Italia-Inghilterra che da solo aveva ottenuto 15.000.000 di telespettatori).

Dopo che tutte le 32 squadre qualificate al Mondiale sono scese in campo, il bilancio delle prime 16 partite trasmesse in chiaro, senza canone e senza abbonamento, è da record: 64 milioni di appassionati hanno seguito le telecronache su Canale 5 e Italia 1. Oltre 10 milioni di telespettatori in più rispetto alla prima fase di “Brasile 2014” trasmessa da due diverse emittenti: Rai più Sky.

VOLGOGRAD, RUSSIA - JUNE 18: The Tunisia and England teams line up for the national anthems prior to the 2018 FIFA World Cup Russia group G match between Tunisia and England at Volgograd Arena on June 18, 2018 in Volgograd, Russia. (Photo by Clive Rose/Getty Images)

Analisi che non fa una piega, contenente però svariate e fondamentali omissioni. Basterebbe partire innanzitutto dal refrain più abusato da Mediaset, ossia quel “Mondiale interamente in chiaro, senza canone e senza abbonamento” che ormai ci rimbomba nelle orecchie.

Già perché quattro anni fa il privilegio della messa in onda di tutti i 64 gli incontri spettò esclusivamente a Sky, che lasciò alla Rai la trasmissione di 25 gare distribuite in questo modo: una sola partita al giorno (nella fase a gironi non venne mai seguita l’Argentina) fino alle semifinali, con priorità alla nazionale italiana nei giorni in cui era impegnata.

Se il paragone con la Rai è di fatto improponibile, visto che Canale 5 e Italia 1 godono addirittura di tre appuntamenti quotidiani, lo è ancor meno quello col satellite che sì, offriva il pacchetto completo, ma ristretto all’universo degli abbonati.

Senza dimenticare l’aspetto del fuso orario, casualmente (?) ignorato nel comunicato auto-celebrativo. In Russia  le partite vengono distribuite in tre fasce principali: 14, 17 e 20 (ore italiane), a differenza dell’edizione sudamericana che previde fischi d’inizio spesso e volentieri tra le 22 e le 3 di notte. La stessa Italia-Inghilterra partì alle 22 totalizzando 12.770.000 spettatori su Raiuno e 2.495.000 su Sky.

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