Home Rai 1 Volgarità, conformità, mediocrità e sopraffazione: questa è la tv italiana secondo “Comunicazione Perbene”. Di chi è la colpa?

Volgarità, conformità, mediocrità e sopraffazione: questa è la tv italiana secondo “Comunicazione Perbene”. Di chi è la colpa?

Un ente no-profit che si chiama “Comunicazione Perbene” – e che promuove una cosa interessante dal nome “L’Ecologia della Comunicazione” – rende noti i risultati di uno studio condotto su 150 tra sociologi, psicologi, esperti di media e investitori pubblicitari e atto a analizzare i palinsesti e l’offerta della tv generalista con lo scopo di

27 Agosto 2009 15:19

Tv spazzatura Un ente no-profit che si chiama “Comunicazione Perbene” – e che promuove una cosa interessante dal nome “L’Ecologia della Comunicazione” – rende noti i risultati di uno studio condotto su 150 tra sociologi, psicologi, esperti di media e investitori pubblicitari e atto a analizzare i palinsesti e l’offerta della tv generalista con lo scopo di individuarne pregi e difetti.

Il presidente di “Comunicazione Perbene”, Saro Trovato, analizza:

“Nella stagione appena passata abbiamo visto una Tv dove a dominare non è certo stata la qualità, ma nemmeno la varietà dell’offerta: su qualsiasi rete ci si trovasse la costante erano risse, urla, volgarità e messaggi dove ad essere premiata era l’assoluta mediocrità. Una tv cattiva maestra, insomma, e analizzando i palinsesti per la stagione che sta per cominciare le cose sembrano ancora peggiorare. La tv deve cambiare, bisogna puntare sulla Tv che non c’è, ovvero su programmi pensati e creati ad hoc per le diverse tipologie di pubblico, ma soprattutto una tv che non trascuri la qualità e che ricominci ad essere un modello positivo”.

Pura utopia, verrebbe da dire.
Mai come in questo periodo contano gli incassi, i dati al rialzo, le statistiche pubblicitarie.

Qualche dato:

Per il 73% degli esperti coinvolti nello studio, la Tv generalista è sempre piu’ una “cattiva maestra”, in grado di promuovere solo aspetti negativi, come l’esaltazione della mediocrità (48%) che emerge puntualmente dagli innumerevoli reality show, e valori distorti (34%), come la sopraffazione (47%), ovvero chi urla di più dell’altro vince, a prescindere dalle argomentazioni, la violenza verbale (41%), e il vantaggio di essere “furbi” piuttosto che onesti (36%).

Se è vero che un’offerta è sempre motivata da una domanda, allora questi siamo noi, davanti, dietro e dentro la televisione. Così ragionando, però, si va a delegittimare completamente il ruolo educativo della televisione: non esiste più un rapporto docente-discente tra tubo catodico e spettatore. Il mezzo diventa automaticamente un fine. Questo fine è la monetizzazione, questo fine è l’esercitazione di una pressione intellettuale e psicologica, questo fine è l’ingabbiamento della morale, questo fine è la censura politica e sociale. Il mezzo siamo diventati noi. Cambierà mai qualcosa?

Rai 1