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UNA TRAPPOLA PER BERLUSCA

Berlusconi va dove meglio crede, in tv. Dalla sera alla mattina, dalla mattina alla sera, dal buongiorno alla buonanotte e anche dopo. Da Vespa ad Anna La Rosa, passando tra conduttori e conduttrici, chiama al telefono e va. A volte non gli serve neanche chiamare, perchè lo chiamano. Le redazioni televisive bollono, da Mediaset alla

18 Gennaio 2006 19:12

Berlusconi va dove meglio crede, in tv. Dalla sera alla mattina, dalla mattina alla sera, dal buongiorno alla buonanotte e anche dopo. Da Vespa ad Anna La Rosa, passando tra conduttori e conduttrici, chiama al telefono e va. A volte non gli serve neanche chiamare, perchè lo chiamano. Le redazioni televisive bollono, da Mediaset alla Rai, ma presto toccherà anche alle televisioni minori. Ogni mattina, in questa velenosa alba pre-elettorale, i conduttori e i loro redattori si guardano smarriti (?)per decidere quali personaggi e quali contenuti possono mettere in scaletta, finchè qualcuno si illumina in volto e pronuncia il nome di Berlusconi. In qualche altra redazione, c’è già pronto un tappeto rosso che conduce a uno studio perennemente illuminato affinchè il SuperSuper possa acocmodarsi e parlare; basta un cenno per far uscire da un apposito armadio figure che siano in grado di garantire una presenza utile (?), ovvero di fare da “spalla”.

Oh, quanto tempo è passato da quando, nel suo eremo di Arcore, il Super Super si concedeva alle telecamere opportunamente rivestite sull’obiettivo da una morbida calza femminile che aiutasse a stendere rughe e dossi su un volto che doveva sembrare liscio come un’autostrada proiettata verso il domani. Oggi come oggi il Super Super ha imparato la lezione e commenta ironico , felice, le foto con lui in bandana che qualche detrattore mescola ad altre immagini. Le parole al sorriso gli escono dalla bocca più rapide dei pugni di Cassius Clay quando era ancora soprannominata il Labbro. Il nostro Super Super Labbro ostenta la copertura della calvizie come una delle promesse mantenute nel suo piano di eterna giovinezza per firmare da qui a chissà quando ennesimi Contratti con gli Italiani. Del resto, in un’Italia e in un Mondo che passa dal chirurgo estetico e dalle ricostruzioni del corpo e della mente (ivi incluso il diritto psicologico e fisiologico di piacersi e di piacere ad ogni costo) questa pratica ha un passato, un presente e soprattutto un futuro. Il Super Super Labbro incarna, a titolo nazionale e internazionale, il massimo esempio di reality senza soste. Lo spettacolo va avanti. Il reality tradizionale punta le telecamere più o meno nascoste, alla Truman Show, per pedinare i suoi eroi minuto per minuto; il Super Super Labbro Immagine arriva addirittura a essere Lui la telecamera, o meglio le telecamere che tengono sotto controllo ogni cosa. Quale Grande Fratello. Qui siamo al Grande Padre Occidentale che unisce in sè il fascino della Grande Madre Mediterranea con le seduzioni della Globalizzazione Occidentale- Estetica-Efficientista. Penso che la Grande Figura Totale si consoliderà nei mesi che restano prima delle elezioni e che gli italiani si dovranno misurare con un Sua Altezza Protettore a Circuito Chiuso (chiuso forse mancanza di avversari capaci di contrastarlo sullo stesso terreno della comunicazione). Qui sta il punto.
Il Super Super che diventa Super Super Labbro ,che diventa Super Super Labbro Immagine ,che diventa Super Super Labbro Immagine, che diventa Grande Padre e Grande Madre Mediterranea ,che diventa Sua Magnificienza a Circuito Chiuso deve dire grazie a qualcuno. A chi? Lo so che non è facile, che magari impossibile, che non è sportivo, che non è carico, che non è responsabile, ma mi domando: c’è qualcuno che, ricevendo una telefonata degli Scherani di Sua Magnificienza, abbia obiettato: grazie, ci fa molto piacere, siamo lusingati, comprendiamo l’importanza, ci inorgoglisce ma non c’è posto; e poi, Lei è andato qui, Lei è andato là, Lei è generoso, Lei è disponibile, Lei è irresistibile, tuttavia…So per certo che conduttori e intere redazioni scambiano le telefonate degli Scherani per manna dal cielo, per regali della provvidenza, per doni superiori . So che si vantano di riceverle. Se ne vantavano quando le telefonate si contavano sulle dita mase ne vantano, meschini, anche adesso che per contarle non basta non dico un pallottoliere ma un computer a massima potenza. Alcuni poi sulle loro braccia (e altre parti del corpo) spalancate, hanno cercato di costruire la loro distanza delle parti, cioè hano cercato di trasformare il fatto in una carta da visita di credibilità e qualità, di liberalità e di disponibilità . Figaro qua e Figaro là. Chissà se Berlusconi conosce il film di Elia Kazan “Un volto nella folla” del 1957. Qui un cantante folk portato al successo in potente televisione da una giornalista, un successo enorme e incontenibile, cade in una trappola mortale. Colei che lo aveva spinto in alto, lascia aperto l’audio alla fine di una trasmissione; e così, grazie al fuori onda, il cantante folk, l’uomo dei deliri presenzialisti e delle prediche a buon mercato, crolla come un colosso d’argilla (altro titolo di un altro film -di Mark Robson, 1956). Ecco, attento alla trappola, Viaggiatore del Gran Tour Tv. Figaro qua e Figaro là. Non mi fiderei troppo. Nessuno, peraltro, non c’è da illudersi, farà un film sui conduttori yesmen che si fanno scegliere e non resistono al richiamo del Mago Circe. Sarebbe bello veder realizzare un film o un programma tv sul tema , quando sarà il momento. Altro che “Viva Zapatero”, in cui la bellina Sabina Guzzanti mette su un circo per lamentarsi della censura che ha subito. Serve qualcosa di serio, e sarebbe comunque divertentissimo, in cui la Macchina Tv dalle Braccia Aperte, il Salone di barba e capelli per gli Italiani Tutti, venga mostrata così come spesso è. Impotente. Vile. Incapace di dire un semplice “no” , di dire dignitosamente che in tv non ci sono solo gli spettatori ma ci sono anche gli elettori. Gli elettori. Chi si ricorda di loro? Nessuno. Neanche i Patentati Addetti alla Sfacciata Macchina Tv dalle Braccia Aperte. Abituati a parlar (talvolta) bene e razzolar (quasi sempre) male. Uomini coraggiosi. Tempre d’acciaio. Profesisonisti liberi e libertari. Non facciamoci illusioni. Continuerà così. Telefonata. Pronto? LUI verrebbe stasera, preparate tutto. Risposta. Grazie mille. Va bene, anzi benissimo. Siamo noi ad essere pronti , anzi prontissimi, abbiamo il truccatore, ah! ne avete uno personale, bene, benissimo, bis. Figaro qua e Figaro là.
ITALO MOSCATI