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Homeland, la conferma di Claire Danes: “L’ottava stagione sarà l’ultima”

Claire Danes ha confermato quanto fatto intendere da autori e produttori di Homeland, ovvero che l’ottava stagione della serie tv di Showtime sarà l’ultima

pubblicato 19 Aprile 2018 aggiornato 1 Settembre 2020 01:18

Mentre la settima stagione è in onda in queste settimane (ed in Italia debutterà lunedì 23 aprile su Fox, mentre il Canale 20 di Mediaset in autunno manderà in onda le prime cinque stagioni), a mettere chiarezza sul futuro di Homeland è la stessa agente Mathison, ovvero Claire Danes, che conferma quanto ampiamente fatto intendere da autori e produttori: l’ottava stagione della serie tv sarà l’ultima.

“Sì, è così”: con queste semplici parole l’attrice, che ad Homeland deve un Emmy Award ed un Golden Globe come Miglior attrice, ha confermato ad Howard Stern la chiusura della serie tv di Showtime con la prossima stagione, che era stata ordinata dal network insieme alla settima stagione prima ancora della partenza della sesta.

“Ho emozioni contrastanti”, ha commentato l’attrice a proposito dell’idea di appendere il distintivo da analista della Cia al chiodo, “sono pronta, ne ha passate tante Carrie Mathison. E’ sempre sotto sforzo, mi fa tenere in allenamento. Sarò pronta per riprendermi da tutto questo”.

Otto stagioni per qualsiasi serie tv, al giorno d’oggi, sono davvero tante, e la Danes se ne rende conto: “Non ho mai fatto niente di così lungo, forse solo il mio matrimonio”. Ed anche la sua vita privata irrompe durante l’intervista, con l’annuncio della seconda gravidanza, che la vedrà dare al primo figlio di cinque anni avuto con il marito, l’attore Hugh Dancy (Hannibal) un fratellino o una sorellina.

Così come accaduto la prima volta, anche in questo caso la gravidanza non avrà ripercussioni sulla trama dell’ottava ed ultima stagione, a cui ora spetta il duro compito di chiudere degnamente una serie che, tra le prime, ha affrontato tematiche più che contemporanee, in primis l’allerta terrorismo ed il ruolo degli Stati Uniti nello scacchiere politico internazionale.

L’attaccamento all’attualità è sempre stato un punto di forza per Homeland, soprattutto nelle ultime stagioni e dopo l’abbandono della serie da parte di Damian Lewis, il veterano Brody che, con la sua tormentata storia di amore e passione con la protagonista, ha regalato alla serie delle prime stagioni davvero eccezionali.

La sua uscita di scena dalla serie ha costretto ad un cambio di marcia, trasformando Homeland in una serie più riflessiva, impegnata a raccontare le dinamiche geopolitiche e l’evoluzione dei rischi per la sicurezza americana, cercando sempre di affiancare una storyline sentimentale per la protagonista, ma mai riuscendo a raggiungere lo stesso livello delle prime stagioni.

Un cambio di pelle che non ha snaturato l’idea della serie, remake americano dell’israeliano Hatufim, prima serie di Showtime ad aggiudicarsi l’Emmy award come Miglior serie drammatica. Le ultime stagioni si sono adeguate ai timori interni all’America, restano negli Stati Uniti a girare dopo aver messo piede in Sud Africa, Germania e Marocco.

Anche questo fa parte dell’evoluzione di uno show che ha saputo cogliere i tempi moderni senza temere fughe di pubblico e critiche poco entusiaste: tolta parte dell’azione, ad Homeland non è rimasto che “Houseofcardizzarsi”, divertendosi a giocare con la Casa Bianca e gli intrighi di Palazzo. All’ottava stagione il compito di regalare a Carrie ed al pubblico il finale che una serie entrata nella storia della tv cult degli anni Dieci merita di avere.