Home Hello Goodbye, Pablo Trincia alla conduzione dal 6 aprile alle 22.40 su Real Time | Conferenza stampa

Hello Goodbye, Pablo Trincia alla conduzione dal 6 aprile alle 22.40 su Real Time | Conferenza stampa

Hello Goodbye, il nuovo programma di Real Time dalle 22,40, tutti i venerdì. Al timone troviamo Pablo Trincia.

pubblicato 4 Aprile 2018 aggiornato 1 Settembre 2020 01:41

“Quante storie passano da un aeroporto?”

E’ questo la domanda chiave alla base di “Hello Goodbye“, il programma di Real Time in onda tutti i venerdì, dal 6 aprile 2018, condotto da Pablo Trincia.

Il set è l’aeroporto milanese di Malpensa e qui Trincia ascolta e “raccoglie” le emozioni, le gioie, le paure, le speranze di chi aspetta, arriva o è in partenza. Giovani che hanno deciso di cercare fortuna all’estero, persone che si raggiungono o si dividono per sempre, genitori che salutano i figli in partenza per un altro continente, emigrati che tornano nella terra natia ad abbracciare i propri cari, passeggeri al centro di partenze dolorose o di arrivi tanto attesi…

Saranno raccontate oltre 50 storie. Tra queste: l’arrivo di due spose del Sudan, già vestite e truccate per la cerimonia; una mamma che arriva dal centro America per la battaglia più difficile del figlio, in un letto d’ospedale; una squadra di ginnastica che si allena ai gate; coppie di ballerini che ingannano il tempo d’attesa con un giro di valzer; un’orchestra in partenza per la Cina. E, citando Prevert, tantissimi ragazzi, e meno ragazzi, che si amano.

“Hello Goodbye” è composto da 5 episodi da circa 60 minuti l’uno, è un formato originale Warner prodotto dalla DUEB di Luna Berlusconi per Discovery Italia.

Ecco le dichiarazioni rilasciate in conferenza stampa da Luna Berlusconi e Pablo Trincia.

Luna Berlusconi: “E’ un programma internazionale ma in linea con la linea editoriale della DUEB. Grazie a Sea e Malpensa per averci permesso di girare con costanza in tutti i giorni, nelle vie dell’aeroporto. Fare un programma all’interno delle loro sale è stato, anche per loro, straordinario. E’ un programma semplice ma complicato nelle riprese. Grazie a quella persona che è riuscito a tradurre il programma in chiave italiana, Pablo. Grazie alla sua professionalità e umanità, è riuscito a raccontare tutte le sfumature all’interno dell’aeroporto. Pablo è reporter, giornalista, poi papà, compagno, amico. Entrava nelle storie e doveva creare empatia, una sorta di Fidati di me, raccontami”. Non si poteva ripetere, buona la prima. Ho rincorso Pablo per un anno e mezzo, ero colpita che lui parlasse 11/12 lingue. Gli ho scritto su Instagram, mi ha visualizzato e risposto dopo sei mesi (ride) ci siamo inseguiti per un anno. E’ venuto in ufficio, chiacchieriamo, guardiamo l’edizione precedente e lui mi dice “Lo faccio io”.

Pablo Trincia conferma:

Grazie a Discovery e Luna. Oltre ad avermi offerto questo programma, mi ha messo a contatto con protagonisti straordinari. Sono stati tutti professionisti, non si smette mai di imparare. Mi aveva parlato di questo “Hello Goodbye”, abituato come ero in contesti in cui aggredisci la notizia, non capivo all’inizio: “Non andare a vedere, a inseguire?”. Quando Luna me ne ha parlato, quando ho visto il girato dell’edizione precedente, ho visto che le storie si possono raccontare anche stando fermi. E’ creare un momento di forte intensità emotiva nell’ultimo luogo in cui vorresti parlare. Solitamente, nelle interviste, in passato, la regola era “Tutti fuori dalla stanza” per creare quell’intimità ed empatia, dialogo e racconto. La persona deve dimenticare di essere vista e filmata. In aeroporto è l’inferno: annunci, autoparlanti, carrelli, rumori. Persone che passano a destra e sinistra. Prendere una persona, piazzare tre telecamera, fonico, produzione non è facile. Ti ritrovi al centro del mondo in quel momento. Riuscire a creare un momento di scambio in cui ti racconta il dolore o la gioia che sta provando, i fatti suoi. Io, riguardandolo, quando mi mandavano il pre-montato, mi emozionavo. Non è necessario dover seguire una storia per come è andata a finire. Ha un’anima profondamente televisiva, il valorizzare le espressioni, il movimento della bocca, di un sorriso. E ha anche un’anima anche radiofonica. Mi ci sono affezionato tantissimo a “Hello Goodbye”. Mi è piaciuto tanto tanto tanto, si è creata una sinergia fantastica col gruppo. Le condizioni di partenza sono in assoluto più sfavorevoli per raccontare la storia delle persone. Questo programma è la dimostrazione che questo è possibile.

Poi, ricorda alcune delle storie più emozionanti che potremo vedere:

Una delle storie che mi sono porrtato a casa è stata quella di questa badante moldava che accompagnava alle partenze il figlio e sua mamma che tornavano in Moldavia. Lei restava in italia. Da quando il bambino è nato l’ha visto 2 settimane all’anno, quando lei andava in Moldavia. Il figlio è cresciuto con la nonna. E’ la storia di molte donne che si ritrovano con il dramma di dover crescere figli non loro, in un altro Paese. Eravamo lì a raccontare questa storia ma è stato un momento emotivamente molto intenso, c’è il dramma di una madre, di un popolo. Ce ne sono altre che magari non mi hanno colpito ma divetito. Non è un programma di drammi, anche divertenti. Un paio di ragazze che aspettavano agli arrivi i loro date, che avevano conosciuti sulle chat: appuntamenti al buio. Ti vedi questa agli arrivi con lo sguardo terrorizzato che ha conosciuto solo la parte bella del ragazzo che arrivava per un weekend: un grande punto interrogativo. Le ho trovate molto divertenti. E’ un modo pazzesco, sei un pescatore su un laghetto con pesci di ogni tipo. Le storie le avevo sotto al naso ed erano belle. E’ stato difficile fare anche una selezione, ce n’erano tante belle. La cosa che ti fa impressione è che vedi ragazzi che partono per andare oltreoceano per cercarsi un futuro. E anche lì c’è la storia di questi ragazzi (disillusi, sognano un altro posto…) e il dolore delle famiglie che si vedono questo figlio che va dall’altra parte del mondo. C’è Skype ma l’assenza è l’assenza: non sai se torna. Vedi una piccola storia dentro a una storia più grande.

Real Time