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Sandro, su DPlay Il Terzo Segreto di Satira fa il miracolo con le webseries (senza tradirsi)

Su DPlay è disponibile Sandro, webseries de Il Terzo Segreto di Satira, che racconta la necessità dello storytelling nell’Italia di oggi tramite la storia di un 35 sfiduciato ed in cerca di un miglioramento

pubblicato 12 Dicembre 2017 aggiornato 1 Settembre 2020 02:37

La piattaforma DPlay, che racchiude tutti i contenuti gratuiti di Discovery Italia, si è data anche alle produzioni originali, disponibili esclusivamente per il web. Una di queste è Sandro, divertente sorpresa pubblicata a fine novembre e di cui sono disponibili già tutti ed otto gli episodi della prima stagione (ciascuna puntata ha una durata di circa 6 minuti).

Dietro a questo progetto c’è il collettivo di videomaker che lavorano sotto il nome de Il Terzo Segreto di Satira, composto da Pietro Belfiore, Davide Bonacina, Davide Rossi, Andrea Fadenti ed Andrea Mazzarella. Fin dalla sua formazione, questo collettivo si è distinto per lavorare ad idee che raccontassero l’attualità del nostro paese -fosse la politica o il costume- con piglio decisamente ironico, cinico il giusto e sempre divertente.

Uno stile che viene rispettato anche in Sandro, storia tragicomica di un 35enne in cerca di riscatto. Il protagonista, Sandro Verzetti (Massimiliano Loizzi), il giorno del suo compleanno esprime un desiderio: cambiare la propria vita, che gli ha regalato solo insuccessi. Lasciato dalla moglie, che si è presa la casa, la macchina ed il cane, deve accontentarsi di un lavoro alla Risorse Umane di un’azienda in crisi, senza riuscire a sbloccare la sua situazione personale.

Ad aiutarlo ci pensa un personaggio che sbuca dal nulla, il “narratore” (Francesco Mandelli): convinto che nella vita più che quello che si è conti come lo si dice, inizia ad educare Sandro all’arte dello “storytelling”, costruendo una versione di se stesso che nasconde i difetti e ne esalta i pregi.

Nel corso degli otto episodi, Sandro subisce una trasformazione, che lo vede diventare da sfigato incapace di reagire uno storyteller a tutti gli effetti, supportato dalla figura immaginaria -lo vede solo lui- del narratore. Ovviamente, questa trasformazione ha un prezzo, ma lasciamo a voi scoprire quale seguendo la serie.

Meno di un’ora di visione per una produzione molto divertente, ben scritta -Il Terzo Segreto di Satira non si fa intimorire dal mezzo televisivo, che già ha frequentato in passato, restando fedele alla propria ironia- e recitata (Loizzi e Mandelli sono perfettamente nella parte, così come l’improbabile capo, interpretato da Alessandro Betti, che s’ingarbuglia in ogni metafora che cerca di spiegare ai dipendenti).

Sandro dimostra principalmente una cosa: le webseries non devono essere mai sottovalutate in fase di scrittura e realizzazione, solo perchè “destinate al web” e non alla tv. Quando l’idea è buona e viene sviluppata -sia davanti che dietro la telecamera- con attenzione e cura, ne esce fuori un prodotto che dà speranza a questo genere, troppo spesso protagonista di idee che non valgono neanche mezza puntata.

Ma Sandro è consapevole dei limiti delle webseries, e non cerca di superarli: nella sua durata limitata riesce a dare il meglio, a far ridere ed a raccontare l’Italia di oggi, che cerca sempre di più di essere raccontata per frasi ad effetto e citazioni e che rischia di perdere il suo senso con la realtà.