Home Pippo Baudo Pippo Baudo: “Alla Fininvest trovai un clima che mi sconvolse. Ricci e Corrado erano contro di me”

Pippo Baudo: “Alla Fininvest trovai un clima che mi sconvolse. Ricci e Corrado erano contro di me”

Pippo Baudo intervistato a La mia passione: “Alla Fininvest Berlusconi mi fece direttore artistico, passai un momento bruttissimo”. Su Grillo: “Vado ai suoi show e pago il biglietto”

pubblicato 10 Novembre 2017 aggiornato 1 Settembre 2020 03:59

Corrado Mantoni, punto di riferimento ma allo stesso tempo rivale. “Il destino mi ha sempre portato a prendere i suoi programmi” ricorda Pippo Baudo, intervistato da Marco Marra a La Mia Passione.

Prima Canzonissima, poi Domenica In, con l’addio del presentatore romano che fu a dir poco polemico.

Corrado l’aveva condotta per due anni, nell’ultima puntata si mostrò molto arrabbiato e addolorato. Mi chiamarono subito dopo di lui e tremai molto. La sua Domenica In era popolaresca, la mia era popolare. Ebbi coraggio di farla per intero, dalle 2 alle 8. Volevo farla diversa dalla precedente, che invece aveva all’interno Discoring e i telefilm.

L’incrocio con Corrado si ripropose nel 1987, in occasione del passaggio alla Fininvest.

Trovai un clima che mi sconvolse. Mi fecero direttore artistico, ma dissi a Berlusconi che gli altri si sarebbero incavolati. Non ero convinto, c’era un clima contro di me fortissimo, da Corrado ad Antonio Ricci. L’unico a non fare nulla fu Mike. A un certo punto dissi basta, passai un momento bruttissimo. Andai via senza alcuna assicurazione da parte della Rai. Mi rinchiusi in una casa in campagna, aspettando che un telefono verde squillasse. Tornai nel 1989 con Serata d’onore, fu un successo.

Tanti i fuori programma in oltre mezzo secolo di carriera. Dall’esibizione di Louis Armstrong interrotta al Festival di Sanremo del 1968 (il primo dei tredici che lo videro al timone) alla celebre battuta di Beppe Grillo sui socialisti in trasferta in Cina durante un Fantastico, che cara costò sia al comico che allo stesso Baudo.

La battuta era forte, ma divertente. L’intervento fu completamente improvvisato, non sapevo niente. Da quella sera venni ritenuto colpevole di responsabilità oggettiva. Ho un rapporto simpatico con lui, vado a trovarlo, vedo i suoi spettacoli e pago sempre il biglietto. Beppe secondo me ha nostalgia di fare il comico. Riguardo ad Armstrong, credo che non gli fu detto che sarebbe stato in concorso. Continuarono a suonare, ma Ravera mi disse ‘bloccalo, sennò roviniamo il Festival, lui è in gara’. Mamma mia che incidente!

Alti e bassi tra lavoro e vita privata, con un momento che – per distacco – resta inevitabilmente al primo posto nei ricordi di Baudo:

Scoprii di avere un cancro alla tiroide. Fui operato, si erano formate delle metastasi, la situazione era gravissima. Poi ci fu lo scoppio di Chernobyl e un grande endocrinologo, Aldo Pinchera, si accorse che là i bambini nascevano senza tiroide. Allora intuì che i gas sprigionati ammazzavano la tiroide. Fui rinchiuso per cinque giorni in una stanza asettica, mi passavano il mangiare da sotto la porta. Quando uscii il cancro non c’era più.

Pippo Baudo