Home Notizie PANINI IMBOTTITI? LA TV, ANZI LE TV IL MACDONALD DELL’USATO

PANINI IMBOTTITI? LA TV, ANZI LE TV IL MACDONALD DELL’USATO

Sarebbe interessante trovare il modo di fermare l’orologio delle tv (in mezzo alla congerie generalista e satellitare) per guardare meglio dentro i palinsesti che ruotano nello spazio o nel digitalterrestramente. Guardandovi dentro, ho visto qualcosa di cui tutti credo si siano accorti ma che non[…]

pubblicato 22 Luglio 2009 aggiornato 11 Febbraio 2021 07:23

Sarebbe interessante trovare il modo di fermare l’orologio delle tv (in mezzo alla congerie generalista e satellitare) per guardare meglio dentro i palinsesti che ruotano nello spazio o nel digitalterrestramente. Guardandovi dentro, ho visto qualcosa di cui tutti credo si siano accorti ma che non viene a galla in modo giusto, a mio parere. In apparenza, il tema è quello delle repliche che riempiono i canali un pò per risparmiare, un pò per faticare meno con l’immaginazione e le idee. Fa caldo.

Chi lavora nelle bollenti tv (concorrenze sopra e sotto i tavoli, calci, sgambetti, agguati e appostamenti) si riposa (?) in questo periodo affidandosi al prodotto sicuro,collaudato: vecchi film balneari, fiction leggere com cavallette, repliche, repliche, repliche. Ma le repliche sono una vecchia abitudine che non smetterà e anzi avrà ancora più agio nel ballo in maschera della gara tra qualità trash e trash trash; ovvero, nel gioco al ribasso, con qualche lampo di rinfresco di commedie comiche in bianco e nero.

Il vero tema è, a mio parere, quello costituito dall’uso degli archivi. Già usati e abusati durante le altre stagioni, in estate vengono spremuti. Non c’è niente di male. Spesso da essi vengono tratte proposte interessanti. Ma c’è un ma. Nessuno si prende la briga di distinguere e di capire cosa succede in quello che si potrebbe chiamare il MacDonald dell’usato (pregiato e non).

Non se ne prendono cura i responsabili delle tv che buttano dentro i pacchi d’archivio come panini a più strati, con lo stesso sapore di stantio, e chi li guarda, parlo degli spettatori professionali, specializzati. Anche per loro si fa di ogni archivio un fascio. Che non si sfascia mai. Anzi. Gli archivi, tutti gli archivi, vengono trattati allo stesso modo: esaltati sempre o addirittura idolatrati, un pò per incompetenza, un pò per rigide visioni che non si possono certo definire di rispetto filologico.

Esempi? Io li potrei fare, e li farò. Ma a suo tempo, se la questione non interessa (e io la riprenderò) e se invece viene raccolta e rilanciata, entrerò nel mondo del MacDonald dell’usato con due obiettivi. Primo, fare qualche osservazione sugli archivi stessi, dove sono e come sono. Secondo, proporre un paio di cosucce sui linguaggi che essi suggeriscono, e i racconti che possono nascere.
Italo Moscati