Home Il conduttore di Reazione a Catena in esclusiva a TvBlog: “W Pupo, abbasso i Pupazzi!”

Il conduttore di Reazione a Catena in esclusiva a TvBlog: “W Pupo, abbasso i Pupazzi!”

E’ il personaggio vincente del preserale di RaiUno di questa estate 2009, come la nostra analisi auditel ha certificato. Tutte le sere prima del Tg1 delle ore 20 batte il duo Mammuccari/Rodriguez nella sfida del game più visto, con il suo “Reazione a catena”. Si tratta di Pupo, al secolo Enzo Ghinazzi. Toscano, una carriera

di Hit
pubblicato 14 Luglio 2009 aggiornato 21 Gennaio 2021 15:57

Pupo intervistato da Tvblog

E’ il personaggio vincente del preserale di RaiUno di questa estate 2009, come la nostra analisi auditel ha certificato. Tutte le sere prima del Tg1 delle ore 20 batte il duo Mammuccari/Rodriguez nella sfida del game più visto, con il suo “Reazione a catena”. Si tratta di Pupo, al secolo Enzo Ghinazzi. Toscano, una carriera da cantautore di successo virata poi verso la televisione. Dapprima come comprimario nella Domenica in di Gianni Boncompagni, poi come conduttore, in particolare su RaiUno dove ha presentato l’access di punta della rete: “Affari tuoi” buttandosi però anche in programmi nuovi come “Volami nel cuore” dello scorso autunno nel sabato sera sempre di RaiUno. Una carriera fatta di colpi vincenti ma anche di azzardi, come il suo personaggio impone. Ha accettato di rispondere alle domande di TvBlog in questa intervista dove ci parla di se stesso e di come vede la televisione di oggi e di domani.

Cantautore o conduttore cosa la diverte di più?

Non ci sono dubbi, in questi ultimi anni mi diverto molto di più a condurre programmi TV. Questo perché la musica che più mi riguarda,quella degli anni 70/80, è concepita solo come revival ed io non mi sono mai divertito a fare l’ospite nelle svariate trasmissioni con musica e nostalgia. Per sentirmi vivo ed in sintonia con me stesso, ho bisogno di essere sempre impegnato, minimo sul presente, ma il mio vero carattere è, purtroppo, vivere nel futuro e vi giuro che è una vera tragedia essere così.

Come è cambiato il suo rapporto con la televisione dalla Domenica in con Boncompagni alla conduzione dei programmi su RaiUno di questi ultimi tempi?

Dopo l’esperienza con Boncompagni e la Fenech nella Domenica in del 1989/1990,pensavo che la televisione non fosse per me e rifiutai tutte le proposte che mi vennero fatte in seguito.Volevo continuare a scrivere canzoni e a cantare.Ritenevo la televisione roba da dilettanti e non da artisti. Non riuscivo a considerare artista un conduttore televisivo,li vedevo solo come buoni artigiani al servizio di altri,cioè degli artisti che ospitavano o intervistavano.Mi sbagliavo, in seguito ho molto rivalutato questo ruolo ed ho capito che ci vuole del vero talento per fare ciò che hanno fatto i vari miti della conduzione, Buongiorno, Corrado o Baudo.

In cosa si sente più portato, il programma musicale o il quiz?

Direi che sono un conduttore atipico: lo faccio da poco e ho davvero molto da imparare. Cerco di sopperire ad una mancanza di esperienza con la mia spontaneità e questo qualche volta è la mia forza. Per questo non penso ci siano generi per cui sono portato e non c’è un ruolo più o meno adatto. Per esempio non potrei mai condurre un programma politico perché, pur riconoscendo di avere una forte componente di fiction dentro di me,non ce la faccio ad essere falso come richiede l’occuparsi di politica.

Cosa va e cosa non va nella televisione di oggi?

Cosa va e cosa non va nella televisione di oggi?

Il forte condizionamento politico.I programmi li dovrebbero fare coloro che di mestiere fanno i creativi e non quelli che sono lì per altri motivi.La cosa bella Tv di oggi è la grande possibilità di scelta che abbiamo,ma questo,a volte, è anche il motivo per cui la qualità si è drasticamente abbassata. Quando mi chiamarono per condurre Affari Tuoi,la prima cosa che feci fu quella di regalare a cento personaggi, fra i quali il direttore di Rai uno Del Noce, tanti giornalisti e altri addetti ai lavori,una maglietta con su scritto: W Pupo,abbasso i pupazzi,per una televisione senza la raccomandazione. Lo feci perché qualcuno insinuava che io fossi approdato a quel programma grazie a delle raccomandazioni. La verità e che io sono un uomo libero che non è capace di chiedere favori alla politica e che odia tutto ciò che passa attraverso le raccomandazioni.

Un progetto televisivo nel cassetto in cui si vedrebbe volentieri protagonista ..

So che è un sogno che difficilmente si concretizzerà e che potrà essere raggiunto solo dopo altre mille esperienza di conduzione. Mi piacerebbe fare, in un progetto lungo un anno, la conduzione e direzione artistica,insieme al mio amico Mogol e ai miei collaboratori,del Festival di Sanremo.

Si vedrebbe protagonista di un one-man show sullo stile di Gianni Morandi?

Programmi alla one-man show di questi tempi sono davvero molto complicati. Dopo che l’hanno fatti con successo dei mostri sacri come Morandi, Celentano e Fiorello non è semplice avvicinarsi. Bisogna lavorarci moltissimo tempo e, circondandosi di autori validi e creativi, perseguire e testare nuove idee. Lavorerei volentieri a progettare un one man show partendo da uno spettacolo teatrale che negli ultimi tre anni ho rappresentato in più di cento teatri italiani: “Il grande croupier” sarebbe un duro lavoro ma sicuramente due o tre prime
serate interessanti uscirebbero fuori.

Un bilancio della sua stagione televisiva, da Volami nel cuore ai Raccomandati fino a questo preserale estivo Reazione a catena

Per ciò che mi riguarda un bilancio molto positivo. Ho arricchito il mio bagaglio di conduttore ed ho potuto esprimermi in ruoli diversi. Sia Volami nel cuore, un programma nuovo sperimentale che I Raccomandati,pur combattendo contro le corazzate della concorrenza,hanno portato a casa un risultato più che dignitoso. A me le cose semplici non piacciono, se non vado contro Striscia, I Cesaroni o C’è Posta per te non mi diverto… Reazione a catena è un’altra cosa. Questo programma ha una sua forte identità e penso sia un valore per la Rai che in questo programma mi è molto accanto con il direttore Mazza e il capostruttura Toaff. Sono convinto che avrà lunga vita. Mi piace condurlo,me lo sento cucito addosso. Santucci,Quinti e tutti coloro che collaborano alla costruzione del programma,sembra che lo scrivano in funzione della mia conduzione e questo mi fa sentire coccolato e a mio agio.

Volami nel cuore era affiancato dalla giovane rivelazione di “Ti Lascio Una Canzone” Ernesto Schinella , le piace il programma e si sentirebbe adatto a condurlo?

Mi piace come Roberto Cenci mette in scena il varietà di oggi.”Ti lascio una canzone ” è godibilissimo e perfetto per la Clerici , io mi ci vedrei poco come conduttore. Meglio sperimentare altro.

Non le dispiace che reazione a catena venga sfruttata solo per l’estate?

Sì,mi dispiace e spero che il nuovo direttore di RaiUno lo promuova anche in altri periodi .Reazione a catena è un successo di tutti ma soprattutto della Rai.

Ha provato in un trio insolito l’ultimo Sanremo, targato bonolis.. come trova stia cambiando questo evento tv e cosa consiglierebbe per mantenerlo vivo per il futuro?

Cantare con Youssou Ndour è stato davvero emozionante, spero che il messaggio del brano sia passato e l’obiettivo di arrivare anche ai più giovani mi sembra sia stato centrato. Siamo arrivati anche ai primi posti di Itunes. Bonolis ha fatto un bellissimo spettacolo televisivo, forse troppo spostato sulla tv e meno sulla musica. Sul festival ho delle idee in merito, tutti hanno delle idee su come organizzare Sanremo. Le vorrei tenere per me, chissà che un giorno…

Parlando di Pupo e di Sanremo molti ricordano il celebre pezzo dell’edizione 1980, quel “Su di noi” spesso appuntamento irrinunciabile di ogni suo concerto, ma nel 1984 Pupo partecipò al Festival con la canzone “Un amore grande” di Savio-Bigazzi-Tozzi, un pezzo non molto conosciuto che avrebbe dovuto cantare Loretta Goggi che rinunciò quell’anno a partecipare al Festival, un pezzo tra i più belli cantati da Enzo Ghinazzi, riascoltiamolo da Youtube proprio dalle tavole del teatro Ariston anno 1984:

Generalista o tematica, free o a pagamento, come vede il futuro della televisione?

C’è spazio per tutti. La tv generalista non morirà mai, alcuni contenuti per un target troppo segmentato per la generalista saranno sulla tematica e altri più speciali saranno a pagamento. Mi sembra ci sia spazio per tutti e questa è una cosa che lascia libera la creatività di spaziare in moltissimo fronti. L’importante è non perdere di vista la qualità e non disperdere i talenti per strada. Questo è l’unico rischio quando ci sono troppi spazi con troppa confusione.

Ed il suo di futuro come lo vede? Più TV o più musica?

Se devo rispondere con sincerità e con gli elementi che ho oggi a disposizione e mi dispiace per alcuni amici che proprio su questo blog speravano il contrario: PIU’ TV. E’ una minaccia,non una promessa [ride n.d.r.]

Grazie a Pupo per aver risposto alle nostre domande con la consueta schiettezza che lo contraddistingue e sinceri in bocca al lupo per il futuro da TvBlog.

Rai 1