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LETTERA AGLI “INDIPENDENTI” DIPENDENTI DELLA TV E DEL CINEMA

Si sta svolgendo a Montecatini una rassegna dedicata al cinema (e alla tv) indipendente. La rassegna è una iniziativa che va avanti da 60 anni, quindi ancora prima (cinque anni) dall’inizio delle trasmissioni televisive in Italia. Se ne parla troppo poco ma è fra le più sincere e importanti che s’inserisce con una sua originalità

11 Luglio 2009 09:46

truman show Si sta svolgendo a Montecatini una rassegna dedicata al cinema (e alla tv) indipendente. La rassegna è una iniziativa che va avanti da 60 anni, quindi ancora prima (cinque anni) dall’inizio delle trasmissioni televisive in Italia. Se ne parla troppo poco ma è fra le più sincere e importanti che s’inserisce con una sua originalità nel gran mazzo delle rassegne e di festival che il Bel Paese organizza (pare che siano almeno 1500, accidenti!). Ho pensato di rivolgere ai partecipanti, a chi lavora ed è attento alle avventure dei massmedia cercando un ruolo di “indipendenza”, quindi a tanti, una lettera aperta. Questa:

“…avrei dovuto essere lì con voi, ma…non ci sono. Mi dovete scusare. Tenevo all’incontro, anche perchè l’avevo promesso dopo avere scritto un intervento sui temi che vi, ci stanno a cuore in un libro su cinema e tv indipendenti che voi- sicuramente- conoscete bene. Non ci sono perchè io, come molti, non vorrei come tutti, non sono indipendente. Lo sono- spero- nel profondo del mio cuore e in prima linea nelle mie intenzioni. Però devo fare i conti con una realtà molto diversa rispetto anche a quella di un recente passato. Senza farla tanto lunga, perchè siete ben consapevoli di quel che sto per dirvi, mi pare che si possan dire alcune cose sul concetto di autore indipendente.

“Mai,come in questo momentoi, le due parole “autore indipendente” sono state usate. I mezzi di ripresa sono sempre più leggeri, possiamo usare microtelecamere come quelle che s’intravedono nel film ‘ Truman Show’, l’avid ci aiuta per accelerare e migliorare le tecniche di montaggio. Non solo. Non mancano i festival o festivalini dove possono circolate film e tv doc,le docufiction, i tv movie e i film a basso costo, grazie ad altre tecniche che vanno veloci: quella digitali. I produttori cinetelevisivi sono aumentati. I canali terrestri e satellitari si sono moltiplicati. Eccetera.
“Eppure non siamo contenti. Anzi, si può dire-senza paradossi-che le zone di libertà si sono ridotte grandemente. Tutti i canali tv e le sale e salette del cinema sono talmente presi dal molto e dal poco (soprattutto nel cinema) che devono, vogliono produrre e trasmettere o far circolare che non si guardano in giro. Viviamo e lavoriamo in genere in un mondo di immagini e di sonori autoreferenziali. I temi sono più o meno sempre gli stessi (imposti), le scelte dell’intrattenimento (varietà e reality show sono sempre le stesse, le idee sono conformi a chi detiene le redini e comunque all’andazzo. In questo senso, faccciamo tutti le medesime cose. Ci hanno portato via il cervello e lo hanno sostituito non con nuovi pensieri bensì con linguaggi che si somigliano, omogeneizzati (spot, zoomate, coloracci, stacchi nevrotici, sequenze, montaggi paralleli, schiaffi isterici degli obiettivi, etc) in cui le migliori intenzioni sono frullate via. Le tv si somigliano, i film si somigliano, i festival si somigliano. Le novità, se ci sono, sono velleità di novità.
“Allora: queste mie parole sono troppo pessimiste, invitano alla rinuncia, sono all’insegna del ‘facciamoci del male’, del ‘tafazzismo” male assoluto? No, signori. Non so a voi; ma le difficoltà generano in me forme di antagonismo. Mi arrabbio e cerco di capire, Non mi sconforto. Non tiro avanti, vado avanti, lavoro lavoro, e lavoro ancora. Ovvero, per concludere: ‘indipendente’, tra virgolette, significa non tanto ‘autore’ quanto ‘persona’ che non si rassegna, non abbozza, non pensa che basti entrare nei circuiti in cui fra politica e interessi viaggia la pratica dell’opportunismo.
“Infine: guai a smettere di ‘girare’, guai a smettere di guardarsi intorn o di capire. Un consiglio: guardarsi allo specchio. Cinema e soprattutto tv sono una cosmesi obbligatoria che ci raggiunge anche quando non vogliamo. Insomma, ci rifanno. Seno, testa, idee. Non facciamoci rifare gli occhi. Per favore. Grazie e a presto”.
Italo Moscati