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Presadiretta, le inchieste che fanno scuola

Presaidiretta 2017-2018, la prima puntata live su Blogo

pubblicato 11 Settembre 2017 aggiornato 9 Novembre 2020 15:29

L’edizione 2017/2018 di Presadiretta si è aperta con una maxi inchiesta su uno dei temi più scottanti degli ultimi anni: l’incubo Isis e il terrorismo in Italia, fenomeno tutt’altro che sconosciuto. La formula di queste cinque puntate autunnali condotte da Riccardo Iacona prevede cinque argomenti diversi, che verranno sviscerati ogni lunedì sotto varie sfaccettature, con l’aiuto dei servizi degli inviati, con contributi e interviste a protagonisti ed esperti.

L’apporto della brava Giulia Bosetti, che firma la quasi totalità dei servizi della puntata, si conferma una garanzia di precisione e chiarezza nell’esposizione. L’argomento della serata è stato raccontato accuratamente, senza mai scadere nel banale: partendo dalla fortuita coincidenza col fatto che oggi fosse 11 settembre, anniversario della strage delle Torri Gemelle, si è prima tracciato un percorso cronologico della triste evoluzione degli attentati, per poi arrivare a parlare dei giorni nostri e dell’Isis. Il telespettatore è stato quindi condotto in un cammino, attraverso testimonianze di esperti, parenti di vittime, perfino di ex terroristi: contributi esclusivi, che la Bosetti riesce sempre a ottenere con garbo e astuzia.

La conclusione della serata è che la radicalizzazione avviene spesso nelle carceri, anche in quelle italiane, che non sono esenti dal fenomeno. La nota positiva viene presentata verso la fine, con esempi virtuosi di un carcere che dà la possibilità a tutti di praticare il proprio credo e di un paese della Danimarca che sta cercando di prevenire i fenomeni di reclutamento.

Presadiretta si conferma, perciò, ancora un ottimo esempio di servizio pubblico, che fa scuola per quanto riguarda la costruzione di un’inchiesta. Un prodotto di informazione senza fronzoli, asciutto, che approfondisce senza paura, grazie anche alle riflessioni di Iacona in studio, che fanno da raccordo e offrono ulteriori spunti. Un programma ben costruito e incisivo, ma onestamente non ci aspettavamo il contrario.

  • 20.50

    Tra poco partirà la nuova edizione di Presadiretta, condotto da Riccardo Iacona. Appuntamento alle 21.15 per il liveblogging

  • 21.15

    Anteprima, Riccardo Iacona introduce l’inchiesta “Isis, obiettivo Italia”. Chi sono quelli che ci vogliono colpire? Appuntamento a tra poco

  • 21.19

    Oggi è 11 settembre e da quel giorno abbiamo imparato ad avere dimestichezza con gli attentati. Ma oggi la guerra ce l’abbiamo dentro. Dal 2003 quarantatré italiani sono morti in attentati di matrice islamica.
    Clip sui nostri connazionali morti all’estero per mano dei terroristi

  • 21.23

    Nel servizio vengono ascoltati parenti di italiani deceduti negli attentati, come Maria, tra i 9 italiani morti a Dacca, Bangladesh, nel 2016, o Benedetta Ciaccia, analista finanziaria, che ha perso la vita nel 2005 negli attentati di Londra. Si doveva sposare con un giovane inglese di origini pakistane

  • 21.28

    Parla la nuora di Gianna e Angelo D’Agostino, morti a Nizza il 14 luglio 2016, travolti da un tir. Quella di Nizza è la seconda strage più disastrosa d’Europa dopo quella del Bataclan

  • 21.31

    Ultimo in ordine di tempo il ricordo di Bruno Gulotta, morto a Barcellona ad agosto. Il servizio era di Roberta Ferrari e Andrea Vignali.
    Rientrato in studio, Iacona invita il sindaco di Roma, Virginia Raggi, a risolvere la situazione della via intitolata a Benedetta Ciaccia, ridotta a discarica.
    Parte la sigla

  • 21.34

    L’inchiesta di oggi si apre con un’intervista a Franco Roberti, procuratore nazionale antiterrorismo. “L’Italia è a rischio, ci sono tanti video online di minaccia”. Si parla anche di una rivista, Rumiyah (che significa “Roma” in arabo), il cui sottotitolo riporta: “Per Allah non ci fermeremo”. Il 19 agosto un canale Telegram ha affermato che l’Italia è il prossimo obiettivo dell’Isis

  • 21.37

    A Venezia si stava preparando un attentato, come si evince da alcune intercettazioni telefoniche. Una strage al ponte di Rialto avrebbe avuto un enorme impatto mediatico

  • 21.41

    I jihadisti di Venezia erano pronti a tutto, aspettavano solo formalmente di entrare nelle file dello Stato Islamico. Dopo mesi di indagini, quando era questione di giorni, i Carabinieri e la Polizia sono entrati in azione. Venezia poi è un crocevia, è facile confondersi in mezzo ai turisti

  • 21.44

    Iacona rientra in studio per lanciare il servizio di Giulia Bisetti. Il Kosovo è un territorio che rappresenta altissimi pericoli per l’Italia e i tre terroristi di Venezia erano kosovari

  • 21.47

    L’inviata parla con un ragazzo, che si trovava in casa insieme ai terroristi mentre guardavano video di reclutamento, ma lui nega di averli visti. E tutti i parenti dei coinvolti, ora detenuti, ritengono che sia stata tutta una montatura dei Carabinieri

  • 21.50

    L’operazione internazionale Van Damme ha sgominato un’azione che un cittadino kosovaro residente a Brescia voleva organizzare insieme ad altri simpatizzanti dello stato islamico, tra cui il cosiddetto “macellaio dei Balcani”. Oggi pare che il Kosovo sia il più importante centro di reclutamento in Europa, è in una posizione strategica, e ci passa anche il traffico di droga

  • 21.53

    Dopo la pubblicità si parlerà del boia di Berlino, Anis Amri, e della sua famiglia che lo protegge, fiera del suo essere un terrorista

  • 21.59

    Amri è l’uomo che guidava il camion che si è scagliato contro il mercatino di Natale di Berlino. Tunisino, 24 anni, aveva immortalato in un video il suo giuramento di fedeltà allo stato islamico. La sua storia, però, passa anche dall’Italia. Nel 2011 arrivò a Lampedusa su un barcone, e la sua conoscenza dell’Islam l’ha acquisita nelle carceri italiane

  • 22.02

    La sua piena radicalizzazione si notò nel carcere di Palermo, e la polizia penitenziaria allertò il Ministero dell’Interno affinché il ragazzo fosse seguito.

  • 22.09

    Sono tanti i ragazzi che si sono radicalizzati nelle prigioni siciliane. In una lettera, Amri continuava a parlare di Allah, di leggere il Corano. Un fratello e una sorella sono rimasti in contatto con lui mentre era in prigione: “In carcere veniva sempre punito e isolato, non poteva telefonare. Lentamente è diventato un altro, ha iniziato a pregare, parlava arabo”

  • 22.13

    Quando arrivò in Germania, aprì 6 profili Facebook e cominciò a non raccontare più la sua vita ai familiari. Era in contatto solo con un nipote, figlio della sorella, a cui parlava via Telegram. Gli aveva anche spedito mille dinari per convincerlo a radicalizzarsi: ma il ragazzino li spese in vestiti, e Amri lo minacciò

  • 22.20

    Giulia Bosetti, che firma quest’inchiesta, sta parlando al telefono con una donna accusata di istigazione al terrorismo: “A Palermo durante il Ramadan mi hanno lasciata in isolamento, nuda, pregavo nuda”.
    In carcere ci sono anche casi di conversione fulminante, gente che beve e fuma che diventa improvvisamente astemia e dedita alla preghiera

  • 22.22

    Per prevenire la radicalizzazione, il carcere deve assicurare i diritti religiosi, e da luogo di conflitto diventare uno spazio di riflessione, dove praticare il proprio credo alla luce del sole. Su questo sono d’accordo detenuti ed esperti. Il carcere di Torino, a riguardo, è un esempio positivo

  • 22.25

    Un’altra figura fondamentale e spesso sottovalutata è quella del mediatore culturale, che invece aiuta a mantenere l’ordine dentro alle carceri. “Prima in carcere non si poteva nemmeno tenere il tappetino per pregare”, denuncia un ex detenuto

  • 22.30

    Iacona ritorna in studio per lanciare un altro pezzo d’inchiesta: l’Italia è molto indietro rispetto all’Europa per quanto riguarda la prevenzione delle radicalizzazioni. Prevenzione non significa espellere i soggetti, ma creare attività che deradicalizzino o spingano i detenuti a non abbracciare il credo jihadista

  • 22.33

    Giulia Bosetti ha raccolto una testimonianza dalla moschea di Lecco. Usama El Santawi, imam di Lecco, viene contattato su Facebook da una persona che prova a reclutarlo, dicendogli che vivere in un paese di miscredenti, come l’Italia, è peccato. Si trattava di un foreign fighter siriano, cresciuto in una comunità per minori a Milano

  • 22.36

    Il presidente della comunità per minori parla della radicalizzazione di quest’uomo: “Parlava sempre di religione, cercava di convertirmi. Aveva un’identità molto debole”. Un giorno, a gennaio 2015, mandò un messaggio al presidente della comunità, augurandogli buona fortuna, “Ci vediamo in paradiso”

  • 22.41

    Secondo la procura di Milano, questo ragazzo, Monsef, è ancora vivo e combatte in Siria. E’ stato condannato in contumacia per terrorismo e reclutamento. Da poco in Italia è nato l’Osservatorio per la radicalizzazione e il terrorismo, per analizzare il tentativo di reclutamento via internet

  • 22.45

    Anna Erelle è una giornalista francese che ha dimostrato come, tramite il web, sia facilissimo contattare anche i vertici dell’Isis: “Ho contattato uno di loro, che inizialmente mi ha chiesto di diventare sua moglie. Mi avrebbe protetto, aveva soldi, era molto inserito nell’organizzazione, in Siria l’Isis ha il controllo sul petrolio. Mi invogliava ad andare: nello stato islamico non c’è discoccupazione nè discriminazione. Ho finto di accettare, ma non vedendomi arrivare ha cominciato a telefonarmi e minacciarmi al telefono. Uscì anche un video su di me che inneggiava alla mia lapidazione”

  • 22.49

    Ora la storia di Joseph, ex affiliato di Al Shaabab: “Mi reclutò un somalo. Ma non mi piaceva che parlassero sempre di guerra, combattimenti. Quando ho lasciato tutto, ho sofferto di depressione, pensavo che quella fosse la parola di Dio. Ho cambiato città, il difficile è stato ridare un senso alla mia vita, mi volevo suicidare. Quando sento notizie di attentati, mi sento pieno di rabbia: uno di quei matti potevo essere io”

  • 22.57

    La Danimarca sta sperimentando una pratica di prevenzione contro la radicalizzazione. Un piccolo comune scandinavo sta diventando modello per il resto del mondo, partendo dal dialogo con i bambini

  • 23.00

    Le donne danesi si sono radicalizzate per inserirsi nella società. La prima cosa da fare è parlare con i “nuovi arrivati”, far capire che non sono soli, evitare che si isolino, mettendo in campo anche le istituzioni

  • 23.03

    Molti figli di immigrati si sentono a metà fra due culture: quella di appartenenza e quella di arrivo. Bisogna evitare questo squilibrio

  • 23.09

    Iacona ricorda che l’obiettivo dell’Isis è portare la guerra all’interno dei nostri confini. La prossima puntata parlerà di ghiacciai, montagne, laghi, ambienti che contengono migliaia di specie naturali e che costituiscono il nostro capitale naturale.
    Breve clip con backstage della puntata: Iacona è stato per un mese nel nostro “capitale naturale”, mostrando alberi vecchi di 500 anni, veterinari e biologi che hanno messo i collari ai lupi della Maiella, che il conduttore ha anche scalato fino a 2700 metri per vedere i camosci. Si prevede una puntata nettamente diversa da quella di stasera

  • 23.13

    Da quest’anno Riccardo Iacona sarà in diretta Facebook il martedì alle 14, per discutere della puntata e per creare nuovi spunti di riflessione.
    La puntata termina qui, appuntamento a lunedì prossimo su Rai 3

Parte stasera alle 21.15 su Rai 3 la nuova stagione di PresaDiretta, di Riccardo Iacona, che riparte con un’inchiesta dal titolo ‘Isis: obiettivo Italia‘. Noi di TvBlog seguiremo la prima puntata in liveblogging.

Presadiretta | Anticipazioni prima puntata

L’inchiesta di stasera anticipa un ciclo di cinque puntate speciali e molte novità. Con Isis: obiettivo Italia, PresaDiretta riparte con un’inchiesta dedicata al terrorismo islamico entrando nel cuore delle indagini che hanno svelato le cellule dell’Isis pronte a colpire il nostro paese. Quanto siamo al sicuro dagli attacchi dei gruppi organizzati o dei lupi solitari?

Le telecamere di PresaDiretta sono andate a vedere cosa succede ai confini con il nostro paese, in Kosovo, dove le cellule di combattenti per la jihad si stanno moltiplicando. Proprio da lì infatti veniva la cellula di kosovari che preparava un attentato in Italia prima di essere scoperta dal nostro antiterrorismo. Attentato che nelle intenzioni, avrebbe dovuto essere il più sanguinoso possibile e di grande impatto mediatico, sul Ponte di Rialto, a Venezia.

Il rischio radicalizzazione nelle carceri. Che i luoghi di detenzione potessero diventare una scuola per futuri terroristi islamici era da tempo uno dei grandi timori degli analisti. E la storia di Anis Amri, il giovane tunisino che ha trascorso anni nelle carceri italiane prima di compiere l’attentato del mercatino di Natale a Berlino, ce lo ha confermato. PresaDiretta ha ricostruito la sua storia tra l’Italia e la Tunisia, con interviste e documenti inediti.

Un viaggio inquietante all’interno dell’ultima frontiera della radicalizzazione: il reclutamento on line. Il racconto di un modello positivo, che guarda lontano e scommette sulla formazione, la conoscenza reciproca e l’integrazione: la Danimarca. Lì si fa prevenzione contro il radicalismo islamico e funziona. Infine il ricordo degli italiani vittime del terrorismo di matrice islamica, morti lontano dal loro paese.

Presadiretta | Dove vederlo in tv e in streaming

Il programma va in onda il lunedì sera alle 21.15 su Rai3. Si può vederlo in live streaming sul portale Rai.tv, dove sarà poi disponibile on demand.

Presadiretta | Second Screen

Il programma ha una pagina ufficiale su Facebook, e un account Twitter, @Presa_Diretta. L’hashtag è #presadiretta