Home Serie Tv Claudio Amendola e il no a Suburra: “Non avrei potuto fare meglio del film”

Claudio Amendola e il no a Suburra: “Non avrei potuto fare meglio del film”

Amendola spiega perché non sarà Samurai nella serie tv Rai-Netflix. Intanto si prepara al terzo film da regista.

pubblicato 18 Luglio 2017 aggiornato 3 Novembre 2020 15:51

“Il Samurai è stata una bella sfida… Avevo molti dubbi perché si trattava di trattare l’argomento nel momento più caldo – di questo va dato atto al coraggio di Stefano Sollima – e anche perché si ispira a un personaggio vivente, sempre sulle pagine di cronaca. Mentre giravamo non sapevo bene come stava venendo, ma quando ho visto il film mi son detto ‘Questo Samurai è riuscito’. E per questo non l’ho fatto nella serie”

Così Claudio Amendola spiega così le ragioni del suo no a Suburra la Serie, coproduzione Rai, Cattleya e Netflix, che ha visto la conferma di buona parte del cast, ma il cambio della regia, che passa da quella cinematografica di Sollima a quella seriale di Michele Placido, Andrea Molaioli e Giuseppe Capotondi.

La decisione di non cimentarsi in una seconda versione del Samurai è stata applaudita dai giurati del Giffoni 2017, di cui Claudio Amendola è ospite nella quinta giornata del Festival. A prendere il suo posto nella serie tv ci sarà Francesco Acquaroli, new entry insieme a Claudia Gerini (nel ruolo di Sara Monaschi), Filippo Nigro (Amedeo Cinaglia) e Eduardo Valdarnini (Lele Marchilli).

Applaudita dai ragazzi anche la scelta di chiudere i Cesaroni:

“Fare questo mestiere impone delle scelte. Non nascondo di essere tra quelli che ha fatto sì che i Cesaroni finisse. Non aveva più niente da dire”.

Intanto si prepara a un terzo film dietro la macchina da presa dopo La Mossa dei Pinguino e Il Permesso – 48 ore fuori, primo film nel quale si è cimentato nel doppio ruolo di attore e regista:

“La prima volta ho preferito non mischiare le cose anche perché non ero certo di sapermi giudicare. Ma nella scrittura del secondo, il personaggio di Luigi era venuto così bene che mi scocciava darlo a qualcun’altro”.

Certo, passare dietro la macchina da presa non è facile, ma è appagante, dice:

“Avevo voglia di regia perché volevo mettere in pratica tutto quello che ho rubato sui set per tanti anni, stando a occhi aperti e bocca chiusa. E  – confessa – anche per soddisfare il mio egocentrismo: essere circondati da 80 persone che vogliono risposte da te è una figata. E una responsabilità che mi piace molto”.

Attore o regista? “In questo momento la regia mi dà più soddisfazioni E ci sarà un terzo film. Sta scrivendo quello che potrebbe essere il suo nuovo progetto cinematografico: per adesso è solo un nome, Nino.

“Con ‘Nino’ mi è venuto da scrivere di getto… Per ora è un progettino di una pagina e mezzo, in cui c’è anche molto di me, ma procedo con calma. Credo di essere un regista da un film ogni anno e mezzo/due. Segnatevi questo nome, però: ne riparleremo”.