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GLOW su Netflix il dramedy con Alison Brie, la recensione in anteprima Blogo

La recensione in anteprima dei primi episodi di GLOW nuova serie tv di Netflix in partenza il 23 giugno prodotta da Jenjy Kohan di Orange is the New Black

pubblicato 23 Giugno 2017 aggiornato 12 Ottobre 2020 17:19

Continua il girl power in casa Netflix. A due settimane di distanza dal debutto della nuova stagione di Orange is the New Black, da oggi 23 giugno, la piattaforma di streaming decide di presentare in tutti i paesi in cui è attiva, G.L.O.W., dramedy sul mondo del wrestling femminile con Allison Brie, di cui abbiamo visto in anteprima i primi quattro episodi.

Ad eccezione della durata e dell’ambientazione, si sprecano le somiglianze tra Orange is the New Black e GLOW, entrambe prodotte da Jenjy Kohan, con la seconda creata da Liz Flahive e Carly Mensch quest’ultima sceneggiatrice e produttrice anche di Orange. Insomma Netflix realizza una roba in famiglia che forse era meglio distanziare maggiormente almeno temporalmente rispetto alla storica serie al femminile della piattaforma. Un mondo di donne alle prese con uno sport tipicamente maschile, ognuna con le proprie storie personali su cui si concentrano le diverse puntate e un cast multietnico e a chiude il cerchio della perfetta formula da cult abbiamo l’ambientazione anni ’80, tra voluminose acconciature, aerobica e colori sgargianti.

Siamo nel 1985 a Los Angeles, una città complicata in cui vivere per l’aspirante attrice Ruth Wilder, interpretata dall’ex Community Alison Brie, tra un provino e una relazione con un uomo sposato, Ruth fatica a sopravvivere senza riuscire a coronare i propri sogni di gloria. All’improvviso le si presenta un’inaspettata novità: un provino per un nuovo show televisivo. Peccato che si ritroverà in una palestra insieme ad un gruppo di altre ragazze e ad un regista di B Movie (Marc Macron) chiamato ad allestire la prima lega femminile di wrestling la Gorgeous Ladies of Wrestling – GLOW.

A finanziare il progetto, grazie ai soldi di mamma, è Sebastian “Bash” Howard interpretato da Chris Lowell che cercherà di coniugare le aspirazioni artistiche delle proprie attrici e del suo regista con la necessità di creare un nuovo show e un nuovo business praticamente dal nulla. Spetta a lui introdurre nel corso delle puntate la componente glamour e lussuosa, i lustrini e le maschere, altrimenti assenti nella palestra in cui si allenano le aspiranti wrestler.

Un dramedy con puntate da circa 30 minuti che non cerca (e non strappa) una risata, fin troppo cupo e grigio nonostante il tema, il poster e il trailer ufficiale lasciassero intendere il contrario. Probabilmente bisognerà aspettare la realizzazione vera e propria dello spettacolo per vedere i colori sgargianti, i costumi e le paillettes attese dalla GLOW, quasi a rappresentare uno stacco rispetto alla fase di costruzione e ricostruzione di queste donne, dei loro sogni di gloria.

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GLOW risulta impeccabile nella ricostruzione dell’epoca, nei vestiti, nella ricerca dell’ambientazione, dalle sigarette accese e dalla cocaina diffusa nella Los Angeles del 1985; frequenti anche le tv accese sui programmi dell’epoca, dagli show del wrestling maschile spesso usati dalla protagonista per capire questo mondo, fino alle soap opera dell’epoca in cui recitava Debbie Eagan (Betty Glipin) la futura star di GLOW. Il talento comico di Alison Brie è fin troppo relegato in questo ruolo di aspirante attrice, spesso fuori contesto e fuori luogo, costretta ad accettare un ruolo che non vorrebbe solo per pagare le bollette ma che risulta fin troppo un corpo estraneo rispetto al resto del gruppo.

Il gruppo di Orange is the New Black, dalle produttrici alla stessa Netflix, non si prende alcun rischio con GLOW, riproduce una formula conosciuta e la inserisce in un contesto diverso, ma chiedendo allo spettatore di appassionarsi ed interessarsi ad un nuovo gruppo di donne, di emarginate, di “freak”, ai loro problemi, alla loro voglia di riscatto. GLOW finisce così per essere un esercizio di stile, un compito ben svolto, curato, preciso ma fin troppo legato al modello di Orange is the New Black: la protagonista si scontra con un mondo che non conosce e risulta fin da subito in difficoltà e ostracizzata dalle altre, inoltre ha un rapporto conflittuale per vecchie ruggini con una di loro; la donna lupo di GLOW è una riproposizione di “crazy eyes” di Orange. Per chi ha appena finito Orange is the New Black e ne sente la nostalgia, GLOW è la scelta ideale.

I 10 episodi della prima stagione di GLOW saranno rilasciati il prossimo 23 giugno per conoscere da vicino le donne della lega di wrestling e il loro mondo.