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UN PIZZICO DI CAOS?

Incuriosito anch’io dal telefilm americano Medium sono andato col telecomando a selezionare la puntata andata in onda il 4 gennaio su Rai3 (tenete bene in mente la rete di trasmissione). Niente di sorprendente. La qualità dei telefilm americani è nota e qui si conferma. Chi ama e conosce il cinema forse si ricorderà che nel

5 Gennaio 2006 12:51

Incuriosito anch’io dal telefilm americano Medium sono andato col telecomando a selezionare la puntata andata in onda il 4 gennaio su Rai3 (tenete bene in mente la rete di trasmissione). Niente di sorprendente. La qualità dei telefilm americani è nota e qui si conferma. Chi ama e conosce il cinema forse si ricorderà che nel 1990 il regista Jerry Zucher girò il film Ghost con Demi Moore. Tutta una storia di angeli custodi che ha poi dato il via a una vera e propria serie dedicata a questo tipo di angeli, uno dei tanti fra questi interpretato da John Travolta svincolato ormai dalla febbre del sabato sera. In “Ghost”- che si significa fantasma- il misterioso, il sovrannaturale, le visioni e le pre-visioni dominano incontrastate. Come nella puntata di “Medium” che ho visto, costellata da premonizioni varie e da colpi di scena a getto continuo. Soddisfatto neanche a metà poichè queste storie, al di là di come sono fatte, sembrano sempre tirate per i capelli, mi sposto sulla 7, alla ricerca di qualcosa con cui proseguire la mia volenterosa esposizione al video.
Qui incontro Antonello Piroso, intraprendente e professionalissimo giornalista, che ha in uno studio grande e colorato personaggi di diverso taglio, vip del giornalismo, della comunicazione, della varia umanità (tra questi l’ex tennista Adriano Panatta, un vip vale l’altro?). Ci sono, oltre a Panatta, il politologo Giovanni Sartori, lo scrittore Giampaolo Pansa, l’ex direttore di Rai2 Carlo Freccero (che, in attesa di una collocazione in Rai passa da “RockPolitik” a “Otto e mezzo” e a tante altre escursioni).

Arrivo sulla 7 che il programma, centrato su immagini e dibattito in studio, presenta un filmato realizzato da Paolo Celata. E’ un confronto, senza testo di accompagnamento, tra gesti, atteggiamenti, parole del presidente del consiglio Silvio Berlusconi e l’aspirante premier, anzi ri-premier, forse, Romano Prodi. Il montaggio è serrato, molto accurato, deve avere impegnato a lungo chi lo ha fatto, spesso spiritoso.
Serve, secondo l’annuncio e le intenzioni di Piroso, a introdurre qualche riflessione sui due leader. Ma quando, finito il filmato, si riaccendono le luci nello studio, e prende la parola Pansa,di tutto si parla tranne che del tema proposto.
Pansa giudica il filmato una farsa-tragedia e lo bolla con giudizi durissimi. Piroso cerca di frenarlo, Sartori scuote la testa, Freccero la chioma, Panatta la racchetta (pardon, le mani) e lo stesso Piroso non sa che cosa scuotere. Pansa va avanti. Un ciclone.

Ne va di mezzo Rai3 che lo scrittore del “Sangue dei vinti” -e di altri libri sull’Italia tra il ’43 e il ’45, libri vendutissimi e discussissimi-, giudica fatta da trinarciuta; anzi dice esplicitamente che fa schifo, ma sta molto sul generico e qualcuno in studio sussurra insinuando: ma lui la tv lui la guiarda davvero?.

Freccero non sa che pesci pigliare. Sartori pesca una frase generica di disapprovazione dei toni del severo e sorridente Pansa (probabilmente anche lui sorpreso da quel che gli è uscito dalla bocca ma non fa marcia indietro). Panatta pesca una palla in fondo al campo e si astiene per qualche istante; poi, sentendo fare dei nomi, scende a rete e cita Retequattro fra le reti da biasimare. Freccero parla bene di Paolo Ruffini, ma non si ricorda molto bene la programmazione di Rai3 e dimentica ad esempio la fortunata serie “La Grande Storia” che per collaboratori e studiosi scelti dà prova di pluralismo ed è difficile inserire in una panoramica di trinariciuti, peraltro insieme ad altri programmi.

Il direttore del Tg3 Antonio Di Bella viene citato, o meglio liquidato en passant, supertrinariciuto tra i trinariciuti. Passa il tempo. Piroso è preoccupato di rimettere in careggiata il dibattito ma non ci riesce. Ricorda che la campagna elettorale sarà ancora lunga e ci sarà modo per fare quel che doveva essere fatto e non si è potuto fare. Fine dalla trasmissione. Domanda finale: che cosa ha visto il pubblico ?

Un “approfondimento”, un talk show, un varietà? Mah. O boh. Il volenteroso e bravo Piroso si è trovato in mezzo a una commedia di Ionesco, una sorta di commedia in cui la frenesia di sfornar battute, sarcasmi, invettive (tanto per essere chiari?) si intrecciava con i silenzi, le reticenze, gli imbarazzi, i sorrisi a mezza bocca. IL NULLA. Peccato veramente. Se abbiamo bisogno di conduttori e di giornalisti capaci di tenere le redini di un programma, c’è anche bisogno di dibattitori che vogliano dibattere e non di battere la testa e farla a battere al pubblico contro il muro di marmo e non di gomma dell’inutilità. Spengo la tv.

Vado nella mia piccola biblioteca e rileggo qualche pagina della “Lezione”, una delle più famose commedie ioneschiane di Ionesco, ovvero quella in cui tutto si torce e si contorne nei linguaggi, ma qui un senso affiora, uno studio dei comportamenti e dei pensieri oziosi amerge con intelligenza e ironia. Lo studio tv della 7, in questo pizzico di caos che assume il valore di una gigantesca metafora, mi appare vicino e remoto, vicino perchè si rifà ai vuoti dominanti nelle altre reti, e remoto, remoto dalle aspettative di gran parte del pubblico non solo della tv. Un pubblico che la tv continua a sconcertare. La tv tenta di approfondire (?) ma viene spiazzata dagli approfonditori e così gli approfondimenti si trasformano spesso in affondamenti di temi, problemi, persone e porsonaggi, situazioni e realtà. Risaltano i vip, volontari o involontari protagonisti di isole dei famosi, ovvero di reality mascherati. Un pizzico di caos? C’è un medium, un angelo custode, un ghost disposto a dare una mano? Chi sa fare previsioni sulla campagna elettorale nei media…venga avanti, cretino.
Italo Moscati