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I RAGAZZI DEL MASTER E I RAGAZZI DEL MURETTO…

Vado alla Università Cattolica, a Milano, per tenere una lezione al Master di giornalismo. Incontro nell’atrio di via S.Agnese 2 il preside Francesco Casetti, vecchio amico, fine teorico, persona simpatica. C i salutiamo, scambiamo qualche parola. Arriva Deborah Toschi che si occupa di ricevermi per condurmi nell’aula dove farò la lezione. Lo scorso anno c’era

6 Giugno 2009 19:47

Vado alla Università Cattolica, a Milano, per tenere una lezione al Master di giornalismo. Incontro nell’atrio di via S.Agnese 2 il preside Francesco Casetti, vecchio amico, fine teorico, persona simpatica. C i salutiamo, scambiamo qualche parola. Arriva Deborah Toschi che si occupa di ricevermi per condurmi nell’aula dove farò la lezione. Lo scorso anno c’era ad accogliermi anche Vincenzo Buccheri che si occupava attivamente del Master e che adesso non c’è più. Un giorno di qualche mese fa ha deciso di andarsene. Un vero choc, rimpianto, interrogativi. Voglio salutarlo da qui.
Mentre ci incamminiamo verso l’aula, osservo in giro. Molti ragazzi vivaci. So già che a quelli del Master parlerò di televisione e non solo di politica della tv e nella tv ma anche come penso sia indispensabile, più che utile, sapere come si fa, come e dove vive la tv in una società che non rispecchia ma che vuole ri-crearla , cioè creare secondo i modelli che impone nei suoi variati e intrecciati linguaggi: tg, fiction, talk show, reality, talent show.
Osservando in giro, mi torna in mente un programma di fiction trasmesso da Rai2 a cominciare dal marzo 1991, titolo: “I ragazzi del muretto”. Erano i ragazzi, anzi gli adolescenti, appartenenti alla cosiddetta buona borghesia romana. Abituati a ritrovarsi a un muretto, sempre il solito, e li chiacchierare, svelarsi, imbastire piccoli amori,sogni o desideri vari. La serie ebbe successo e venne rifatta per altre due volte. Poi, nel cinema a distanza di anni, sono arrivati “La notte prima degli esami” e altri film sullo stesso tema.Le tv che devono e vivono(nelle intenzioni) di sangue giovane hanno dimenticato i muretti e scelto i palcoscenici chiassosi di “Amici”, “X Factor” e simili. Cosa succederà quando il sangue si sarà esaurito nelle esangui idee degli autori e soprattutto sarà succhiato fino in fondo dai vampiri-dirigenti a caccia di registi e sceneggiatori per fare salassi (purchessia?).

Torno ai ragazzi del Master, anzi dei Master. Li incontro qui e in altre università. Abbastanza spesso. Sono ragazzi che hanno studiato e adesso bussano la porta del lavoro che forse c’è ma soprattutto manca. Sono giovani che è difficile sapere cosa vedono, quali film e quale tv. Nel corso della lezione, ne parliamo anche a Milano. Sanno, meno male, cos’è e chi è il regista di “Viale del tramonto”, anno 195o, e raccontano di avere visto tra gli ultimi film il “Terminator” senza il presidente della California , Schwarzenegger, o meglio nella pellicola in forma indiretta.
Li guardo. Hanno occhi intelligenti. Qualcuno ha la parola pronta, qualcun altro meno. Li mescolo agli altri ragazzi del Master e faccio un piccolo campionario di giovani persone che, solo a vederle, sono diverse. L’università fa quel che sa fare. Mi domando cosa può o sa fare il cosiddetto sistema paese. A volte, quando qualcuno di questi ragazzi dei Master, pieni di entusiasmo, paganti, mi chiede che cosa lo attende, se posso lo invito in moviola. Scopriamo insieme i segreti e le possibilità del racconto, della nuova drammaturgia consentita dai sistemi digitali di ripresa e di postproduzione. Scopriamo che non ci piace essere “viziati” dalle tv e che vogliamo studiarle, analizzarle, rappresentare, costringere le tv stesse a “vedersi” e ad uscire dalla autoreferenzialità in cui vivono.
Proviamo noi stessi intanto- autori, teorici, critici, giornalisti- ad essere meno “viziati” e a capire di più considerando le tv per quelle che sono, senza moralismi. La conoscenza completa del problema è lontana. Nei Master è lo spazio per avvicinarla.
A presto, ragazzi dei Master, senza nostalgie per muri e muretti.
Italo Moscati