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Raffaele Paganini a TvBlog: “Il mio futuro è insegnare danza”

Raffaele Paganini: da étoile del teatro dell’Opera di Roma a giudice insegnante di Academy, in mezzo 30 anni di professionalità dedicata alla danza oltre che nei più grandi teatri del mondo, anche nelle più importanti produzioni televisive nostrane. Come non ricordare per esempio i sabati sera di Fantastico 2 con Oriella Dorella, di Al Paradise

di Hit
pubblicato 28 Maggio 2009 aggiornato 21 Gennaio 2021 15:56

Raffaele Paganini

Raffaele Paganini: da étoile del teatro dell’Opera di Roma a giudice insegnante di Academy, in mezzo 30 anni di professionalità dedicata alla danza oltre che nei più grandi teatri del mondo, anche nelle più importanti produzioni televisive nostrane. Come non ricordare per esempio i sabati sera di Fantastico 2 con Oriella Dorella, di Al Paradise con Heather Parisi e molte altre trasmissioni di successo. Dalla metà degli anni ’90 è protagonista anche del grande musical con: Un americano a Parigi, Cantando sotto la pioggia, Giulietta e Romeo. Recentemente ha presentato con successo il lavoro “Omaggio a Fred Astaire e Ginger Rogers” uno spettacolo che riporta in vita il mito della coppia di ballerini più celebri di sempre. Uno show fatto di fascino e classe luci ed immagini di un’epoca davvero scintillante come quella degli anni ’30, ’40, ’50. Una carriera dedicata interamente all’arte della danza; approfondiamo dunque tutti questi temi in questa nostra esclusiva intervista.

Il suo rapporto con la televisione è iniziato molto presto, già nel 1982 ballava in Fantastico con Oriella Dorella, poi in Al Paradise con Heather Parisi. Come le sembra sia cambiata la televisione quasi 30 anni dopo?

“La tv per quanto mi riguarda, è cambiata relativamente poco. Do poco interesse a quello che è successo intorno alla televisione in questi anni perché ogni qualvolta io ci partecipo per me è sempre la stessa cosa. Non è l’involucro che mi ospita che mi interessa, l’importante è che io abbia a disposizione un palcoscenico ed un pubblico che abbia voglia di vedere lo spettacolo. Cerco solo di portare la danza e la mia professionalità all’interno di questi involucri che mi ospitano. Ballo per danzare che poi venga ripresa per esser trasmessa a 5 milioni di persone o meno non cambia nulla. Porto solo la mia danza perché non so fare altro.”

Prima in televisione si dava spazio ad artisti affermati, ora molto spesso in onda ci va chi non sa fare niente ma ha altre qualità che forse di artistico hanno poco. Cosa pensa di questa evoluzione del “gusto televisivo”?

“Penso che il cambiamento della tv stia proprio in questo. Nelle trasmissione di punta di un po’ di tempo fa le necessità erano diverse. C’era bisogno del presentatore, del cantante e del ballerino. Oggi queste trasmissioni non ci sono più ma hanno inventato o preso da altri format stranieri un altro tipo di programmi. E’ una questione di moda ed ora la moda è di fare scuole e accademie.”

Quali sono secondo lei le qualità essenziali che deve possedere un bravo ballerino?

“In primis ci vuole il cuore e passione per quello che si vuole fare. Poi però entra in gioco anche il fisico perché altrimenti devi lavorarci tantissimo e non è detto che tu ci riesca. Nel corpo di ballo devono essere tutti abbastanza simili e rispecchiare le richieste del coreografo. Quindi le gambe in un certo modo, l’altezza, i piedi per un danzatore sono molto importanti. Il famoso collo del piede. Se hai questi requisiti fisici puoi iniziare a lavorarci. Questo per quanto riguarda il ballerino classico che fa repertorio. Per gli altri stili non credo tu debba avere tutti questi requisiti. Ne bastano spesso la metà. “

Con il suo ingresso nel cast del talent di Raidue l’ hanno indicata come contropoarte alla signora Celentano di Amici, cosa pensa del suo metodo di insegnamento?

Con il suo ingresso nel cast del talent di Raidue l’ hanno indicata come contropoarte alla signora Celentano di Amici, cosa pensa del suo metodo di insegnamento?

“Tutto quello che dice la Celentano fa parte del nostro bagaglio. Noi parliamo la stessa lingua perché arriviamo pure dallo stesso mondo con la differenza che lei ha fatto un certo tipo di carriera ed io un altro ma le basi sono le stesse. Non c’è nessuna differenza fra noi se non il concetto in me molto importante che fa distinzione fra la danza classica di repertorio e quella d’autore. “

Alessandra Celentano ha fatto anche capire durante gli anni di avere idee ben precise riguardo la danza. Cosa pensa invece lei degli altri stili e tipi di danza?

“Il mio mondo della danza è lo stesso mondo della Celentano ma non degli altri. Gli altri stili non non fanno parte del mio mondo, per esempio Little Phil fa Hip Hop che è una cosa diversa. Un ballo di strada, nuovo, che esiste da circa 45 anni. Mi trasmette una carica strepitosa, è una cosa importante ma non è danza con la D maiuscola. Pure ad Amici la danza è solo quella che cura Alessandra Celentano.”

Possono crearsi ballerini da questi programmi permettendo a questi talent show di sostituire le scuole di danza?

“Assolutamente no. La scuola dura minimo dagli 8 ai 10 anni e questa scuola di pochi mesi in un talent show non può essere paragonata, perché non possono insegnarti nulla. In una scuola da talent show spesso hai tante altre distrazioni che nelle scuole “normali” non hai. Spesso bisogna imparare altre discipline come il canto o la recitazione, nella realtà invece per riuscire devi concentrarti solo sulla danza. In Academy il principo è stato proprio quello. Fare solo una disciplina.”

Anche lei però è passato dal balletto classico puro al musical con spettacoli come “Un Americano a Parigi”, “Cantando Sotto la Pioggia” e i successivi “Sette Spose per Sette Fratelli” e “Dance”.

“Il mio è stato un passaggio abbastanza graduale. Ho finito di fare il balletto classico di repertorio che avevo, come dovrebbe essere a 34 anni. Uno ad una certa età dovrebbe mollare quel tipo di danza e lasciarlo ai giovani. Non puoi fare il principe Romeo quando sei troppo grande. Diventerebbe imbarazzante. Il musical è comparso nella mia vita in un momento in cui allentavo quel tipo di danza e mi è arrivata la proposta. Ho accettato le varie offerte perché in quei casi si parlava in primis di danza. Altrimenti non li avrei fatti perché non sono un attore, non faccio le fiction. ”

Ha paura che l’esposizione in tv come professore di Academy possa trasformarla da professionista a personaggio televisivo?

“Non ho paura di nulla se non della fine di tutto. La vita è fatta di step. Oggi a 50 anni non posso pensare di poter continuare a fare sempre le stesse cose. Come a 35 anni ho finito di fare repertorio ad una certa età smetterò anche di danzare. Io in realtà sono di fatto un professore, prima o poi la mia carriera andrà verso l’insegnamento.”

Non crede sia cambiato anche l’approccio alla danza in questi ultimi anni?

“Il periodo in cui io ho iniziato a far danza era totalmente diverso. Meno gente era interessata, non esisteva internet ed erano pochi i mezzi per farsi conoscere, anche solo in una altra ragione. Oggi puoi farti piacere al pubblico andando direttamente dentro le loro case. Io ho avuto questo tipo di accesso nel mondo dello spettacolo solo verso i 24 anni, già etoile.”

Ad Academy un buon numero di ragazzi sta vivendo il proprio sogno.La patecipazione a questo tipo di programmi non finisce per illudere i propri partecipanti?

“La vita normale è quella reale. Non bisogna confondere le cose. Questo invece è un format televisivo. Il cast di Academy, ha un livello secondo me più alto d’europa, offre comunque ai ragazzi la possibilità di studiare la tecnica della danza con persone qualitativamente ineccepibili. Nessuno nella propria vità avrà la possibilità di stare da una settimana a 2 mesi a studiare con Paganini o la Savignano perché per noi sarebbe impossibile. E’ stato già un casoriuscire ad incastrare i nostri impegni per garantire la nostra partecipazione a questa prima edizione. Ma fin dalla prima proposta quando abbiamo capito che era una trasmissione che partiva da un certo livello in sù e che potevamo solo crescere abbiamo accettato”

Se dovesse rifarsi una seconda edizione di Academy. Ridarebbe la sua disponibilità?

“Ho degli impegni inderogabili con la mia compagnia, e devo fare certi spettacoli assolutamente. Se questa trasmissione si dovesse rifare in base al periodo sistemerei i miei impegni perché sono troppo contento che finalmente ora si inizia a parlare di danza all’ennesima potenza. Academy può piacere o no, ma la professionalità di questa trasmissione è indiscutibile.”

Grazie a Raffaele Paganini per la disponibilità ed in bocca al lupo per il futuro.