Home Notizie C’era una volta la telerissa. Oggi c’è la telerissa politica

C’era una volta la telerissa. Oggi c’è la telerissa politica

T come Telerissa. Telerissa è un termine che non è ancora entrato di diritto nel novero dei neologismi – neologismo, dal 1996, parrebbe essere diventato invece un termine relativo a una recente nomina RAI: trattasi di minzolinismo, tecnica giornalistica della quale discuteremo in futuro -, eppure tutti sanno di cosa si parla, quando si parla

21 Maggio 2009 15:16


T come Telerissa. Telerissa è un termine che non è ancora entrato di diritto nel novero dei neologismi – neologismo, dal 1996, parrebbe essere diventato invece un termine relativo a una recente nomina RAI: trattasi di minzolinismo, tecnica giornalistica della quale discuteremo in futuro -, eppure tutti sanno di cosa si parla, quando si parla di telerissa (a onor del vero, su un dizionario non troverete ancora né l’uno né l’altro termine).

La telerissa è, in qualche modo, un genere a sé che si insinua prepotentemente nel talk show e poi anche nei reality (perlomeno, nella pare talk dei reality): è un qualcosa cui, fondamentalmente, il pubblico dei programmi di intrattenimento è ormai abituato e assuefatto. Le telerisse non si contano più, e a provare a farne un elenco ci si perderebbe in un’impossibile operazione di classificazione. In ordine di tempo, ne ricordiamo nell’ultima edizione del Grande Fratello (per esempio, Gianluca contro Ferdi), alla Talpa (Karina contro Melissa, per dirne una); ma a andare a ritroso, potremmo ricordare uno storico Zequila versus Pappalardo, una straordinaria telerissa al femminile Aida Yespica contro Entonella Elia, le innumerevoli liti in cui è coinvolto Vittorio Sgarbi (rimane epocale quella contro Mike Bongiorno) e via dicendo.

La telerissa è diventata talmente simile a una prassi da essere addirittura scimmiottata e inscenata – è il caso, recentissimo, di Victoria Cabello e Ambra a Victor Victoria. Ma da un po’ di tempo a questa parte, le cose stanno cambiando: la telerissa è debordata dal semplice talk e dall’entertainment-reality e sta invadendo con veemenza l’approfondimento politico. I toni dello scontro – dicitura quantomai cara ai commentatori e alle parti in causa – si alzano troppo spesso e quasi sempre poco dopo l’inizio dell’approfondimento, con il risultato che lo spettatore a casa non capisce di cosa si stia parlando e si trova a gustarsi semplicemente, banalmente, con impotenza, una specie di Celebrities’ Death Match, ma combattuto da persone in carne e ossa. Persone che dovrebbero occuparsi di giornalismo, di politica, e che dovrebbero consentire allo spettatore di capire.

La telerissa politica, altro genere che ormai invade i palinsesti, è quanto di più squalificante e indecoroso si possa immaginare. Sia da un punto di vista televisivo sia da un punto di vista meramente politico, appunto. Il linguaggio della politica si è svilito al punto da essersi abbassato al livello di un reality show. Forse alle prossime elezioni si potrebbe introdurre il televoto: il quadro, a quel punto sarebbe completo (dopo il salto, un video con una summa delle più celebri telerisse italiche).