I consigli di TvBlog
Home Cose Nostre | Conferenza Stampa | 10 novembre 2016

Cose Nostre | Conferenza Stampa | 10 novembre 2016

Cose Nostre | La conferenza stampa.

pubblicato 10 Novembre 2016 aggiornato 9 Novembre 2020 15:56

  • 12:26

    Inizio conferenza. Fabiano: “Cose Nostre è un programma importante per la Rai perché ha un compito importante a favore della legalità. Cose Nostre dà spazio a persone che non hanno ribalta nazionale. E’ un prodotto importante soprattutto dal punto di vista della modalità del racconto. E’ un programma che si svolge nei luoghi delle storie, ciò ci permette di mettere a contrasto la bruttezza sociale e culturale alla bellezza di chi ha ingaggiato questa battaglia quotidiana. Con Cose Nostre abbiamo avviato un esperimento in prima serata che mi piacerebbe ripetere. Mi piacerebbe dare a Cose Nostre maggiore visibilità. E’ stato un esperimento fatto con una dose di coraggio importante. Ci riproveremo. L’impegno su Cose Nostre verrà mantenuto. Ringrazia la squadra di Rai 1, questo è un prodotto ideato e realizzato da interni Rai. Ringrazio Emilia Brandi che è l’anima del prodotto. Il suo entusiamo si percepiva”.

  • 12:33

    Bindi: “Grazie per l’invito e per questo programma che riteniamo molto importante e prezioso. Come commissione antimafia, riteniamo che il giornalismo d’inchiesta sia uno strumento molto importante. La mafia non si combatte solo nelle sedi giudiziarie ma la si combatte partendo dalla conoscenza e dalla consapevolezza del fenomeno mafioso. Per combattere la mafia, non servono eroi ma cittadini che fanno il loro dovere. Per troppo tempo, tutti noi abbiamo avuto un supplente, le associazioni antimafia che sono importanti ma non sufficienti. Il mafioso condiziona il nostro mondo, la nostra economia, le nostre scelte. Per combatterli, tutti devono fare il loro dovere. Bisogna ammettere che le mafie esistono e non negarlo. E’ necessario non ridurre il fenomeno mafioso ad un fenomeno di costume. E’ importante che giornalisti ci raccontino la realtà così com’è, che ci metta la coscienza di fronte al male. E’ il presupposto per creare una cultura di resistenza e di acquisire strumenti adeguati per poterla combattere. Come commissione antimafia, abbiamo fatto una nostra inchiesta sui giornalisti minacciati e sui giornalisti conniventi. Occorre far conoscere chi rischia di rimanere solo. Oggi siamo contenti di essere qui a lodare il lavoro della Rai”.

  • 12:40

    Giulietti: “Vorrei ringraziare il servizio pubblico in modo sostanziale. Vorrei ricordare le prime inchieste di Enzo Biagi o le grandi lezioni di mafia di Alberto La Volpe o alcuni produzioni di Rai Storia. Ringrazio Emilia Brandi e tutti gli autori. Questo tipo di programma illuminano i luoghi dell’oscurità. E’ un lavoro essenziale. Io sono convinto che servano grandi agenzie di servizio pubblico. E’ un lavoro preziosissimo. Dobbiamo credere nel giornalismo d’inchiesta. Mai affidare questo compito ad una sola persona, deve essere un lavoro collettivo. La relazione della commissione antimafia è uno dei lavoro più straordinari degli ultimi anni e dice di tutelare i cronisti minacciati e affrontare il problema di querele temerarie. Chiederemo al presidente Mattarella un incontro per chiedere la rapida approvazione di questo provvedimento. E’ utile anche la scorta mediatica: accendere i riflettori e raccontare in modo profondo le loro vite. La forma di tutela più ampia è parlarne”.

  • 12:46

    Antoci: “Ringrazio la Rai e il servizio pubblico perché qui mi sono sentito tra amici e quindi più libero. Dopo aver subito l’attentato, dissi che questa terra non ha bisogno di eroi ma di normalità. Quando dissi che questi fondi non devono essere destinati all’illegalità, non deve passare il messaggio che si tratti di una cosa anormale. Basta con le prediche, bisogna portare l’esempio dei risultati. E’ un tassello: ne mattiamo uno al giorno con grande forza e con grande passione. Dobbiamo essere orgogliosi delle nostre forze di polizia. Quando penso a loro dico che ne vale la pena”.

  • 12:51

    Borrometi: “La condizione dello scortato non è facile da raccontare. Questo programma non spettacolarizza le sofferenze. Vengo da una provincia dove c’è sempre stata la negazione delle mafie. L’abbiamo raccontata soltanto con la voglia di fare il nostro lavoro. Le persone di cui questo programma parla non sono esempi ma soltanto persone che vogliono fare il loro lavoro. Cos’è un giornalista che vede e non racconta? E’ un giornalista che si porterà la responsabilità di non aver informato i cittadini. Solo questa è la voglia che ci muove. La cosa più importante è la scorta mediatica che ci permette di andare avanti”.

  • 12:57

    Recco: “Di sport, non ho mai capito niente! Io ero un giornalista, punto e basta, e mi dissero di fare 90 minuto. Sono diventato quello di 90 minuto. Ma nel resto della settimana, ero sempre vicino ad un cadavere. Questa è la mia realtà: la domenica mi riposavo con il calcio. E non mi va a capitare un presidente di calcio camorrista? Voi queste cose l’avete sapute perché c’era la Rai. Non ve lo dimenticate. La mafia, l’ho sfiorata anch’io. Sono stato l’ultimo a intervistare Chinnici e non mi fecero dire tutto quello che potevo. Lasciamo stare… Ho avuto anch’io la scorta. Era una scocciatura. I terroristi mi raggiunsero lo stesso. Mi rivolgo ai politici: cari politici, la Rai è sempre stata il vostro strumento, a volte servile, io voglio che ci sia la resistenza dei politici a difendere la Rai. Cari signori politici italiani, non uccidete la Rai, è sempre stata il vostro strumento. Aprite le porte del palazzo, cercate di difendere quello strumento che racconta la vera verità. Non distruggete ciò che di buono è stato costruito”.

  • 13:00

    Brandi: “Volevo ringraziare la rete, l’entusiasmo di Andrea Fabiano e la struttura. Ho visto che questo piccolo programma è stato un polo di attrazione e di curiosità per tanti colleghi. Le difficoltà ci sono state ma hanno riguardato soltanto i tempi. La fatica è normale quando uno ha l’ambizione di fare un prodotto curato. Ringrazio tutti”.

  • 13:09

    Rubbico: “Esprimo profonda gratitudine per questa iniziativa che mi auguro possa continuare per aiutare questo paese ad aiutare se stesso. Bisogna far conoscere agli italiani, quella parte d’Italia che viene spesso ignorata. La lotta alla mafia non può essere ridotta ad un’attività di polizia. Non è un problema di politica criminale, è un problema di cultura e di senso comune. I giovani devono immaginare il loro futuro nelle loro realtà. I problemi dello sviluppo di questa parte di paese sono condizionati dalla criminalità. Raccontare questi fenomeni è un servizio preziosissimo per la collettività. Dobbiamo costruire una cultura che sia capace di isolare personaggi che alimentano contesti mafiosi. Raccontare questi fatti alimenta fiducia. Il pericolo maggiore è quello dell’isolamento, dell’azione in solitudine. Basta poco per affermare la propria volontà di contrastare ogni forma di illegalità e di criminalità organizzata. Pretendere la normalità. Alimentare un sistema di regole è una modalità straordinariamente potente per combattere l’altra faccia delle mafie che è la corruzione. Questa iniziativa, quindi, è molto preziosa. Noi dobbiamo puntare molto di più sulle donne, soprattutto in Calabria. Le donne sono più sensibili al presente e al futuro dei loro figli. Conosciamo storie di donne che si sono esposte a sofferenze atroci e che hanno perso la vita nel tentativo di costruire un futuro ai loro figli. Per quanto riguarda i giovani, è necessario l’impegno delle scuole. E’ un lavoro lungo e difficile ma che è necessario fare per restituire il futuro ai giovani. Voi ci aiutate in tutto questo”.

  • 13:10

    Fine conferenza.

Oggi, giovedì 10 novembre 2016, a partire dalle ore 12, si svolgerà la conferenza stampa di presentazione di Cose Nostre, il programma di Emilia Brandi, Giovanna Ciorciolini, Michele Alberico, Alessandro Chiappetta e Tommaso Franchini, condotto da Emilia Brandi e diretto da Andrea Doretti, che andrà in onda a partire da sabato 12 novembre 2016 in seconda serata su Rai 1.

Cose Nostre | Il programma

Cose Nostre è un programma che racconta la storia e la vita di chi si è opposto alle mafie, pagando un prezzo molto alto senza, però, mai smettere di fare il proprio dovere.

Il programma condotto da Emilia Brandi racconterà storie di giornalisti, di manager pubblici e di testimoni di giustizia.

La prima puntata della nuova edizione di Cose Nostre sarà dedicata alla storia di Marilù Mastrogiovanni, giornalista e scrittrice salentina che, nelle sue inchieste, ha messo in luce l’altra faccia del Salento, di Xylella, della Copersalento della famiglia Fitto, della figlia del boss della Scu e di altro ancora, subendo per questo minacce e intimidazioni.

In questa edizione di Cose Nostre, tra gli altri protagonisti, si parlerà anche di Antonio Candela, il manager sotto scorta dell’Asp di Palermo che ha denunciato episodi di corruzione e di altre azioni illecite a danno del Sistema Sanitario Nazionale, di Paolo Borrometi, cronista siciliano obbligato a vivere sotto scorta per le sue inchieste sui clan mafiosi di Ragusa e dintorni, e di Giuseppe Antoci, recentemente vincitore del Premio Europarc – Ambiente e Legalità.

Cose Nostre | Conferenza stampa

TvBlog, magazine di Blogo, seguirà in tempo reale la conferenza stampa di presentazione di Cose Nostre, a partire dalle ore 12.

Durante la conferenza stampa, interverranno Emilia Brandi, Andrea Fabiano, Direttore di Rai 1, Filippo Bubbico, viceministro dell’Interno, Rosy Bindi, Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Giuseppe Antoci, presidente Parco dei Nebrodi, Paolo Borrometi, giornalista, Luigi Necco, giornalista, e Beppe Giulietti, presidente FNSI.