Home Notizie L’erba del vicino non è poi così verde: in Spagna arriva la tassa pro tv pubblica. Zapatero prova a tappare così i mancati introiti degli spot

L’erba del vicino non è poi così verde: in Spagna arriva la tassa pro tv pubblica. Zapatero prova a tappare così i mancati introiti degli spot

Ne avevamo discusso qualche giorno fa, preannunciando che non sarebbe stato tanto semplice. Eccoci allo snodo, eccoci alle righe in piccolo, quelle vergate quasi illegibilmente in fondo agli spot, per nascondere i piccoli escamotages commerciali che non sarebbero graditi ai consumatori. D’altra parte è proprio di spot che si parla: quelli che il premier socialista

28 Aprile 2009 13:22

Tassa Ne avevamo discusso qualche giorno fa, preannunciando che non sarebbe stato tanto semplice. Eccoci allo snodo, eccoci alle righe in piccolo, quelle vergate quasi illegibilmente in fondo agli spot, per nascondere i piccoli escamotages commerciali che non sarebbero graditi ai consumatori.

D’altra parte è proprio di spot che si parla: quelli che il premier socialista spagnolo Zapatero vuole “togliere” alla tv pubblica Tve1 e Tve2 perché si appoggi esclusivamente sui soldi dei privati cittadini. Caso vuole che contestualmente anche in Italia si stia in questi giorni chiacchierando dell’aumento del canone Rai: nel frattempo, come riferisce El Pais, il governo iberico sta studiando l’opportunità di introdurre una tassa del 3% circa sugli introiti delle tv commerciali. In questo modo sarebbe plausibile coprire un minimo gli ammanchi dovuti al buco lasciato dagli spot mancati.

Secondo El Pais il progetto allo studio del governo, sotto la responsabilità della vicepremier Maria Teresa De la Vega, prevederebbe una possibile abolizione totale della pubblicità forse già da luglio. Da qui la già citata compensazione. Zapatero non vuole un canone: per far quadrare i conti, dunque, oltre alla tassa del 3%, ecco pronta un’imposta dello 0,9% sulle entrate degli operatori di telecomunicazioni che forniscono servizi audiovisivi e la devoluzione alla tv pubblica di parte dei diritti di utilizzo dello spazio radioelettrico (radio, tv, telecomunicazioni, circa 400 milioni all’anno) percepiti dallo stato. La Tve, per restare in piedi dignitosamente, evitando il coma, abbisogna di circa 1.1 miliardi di euro ogni anno. Se pensiamo che, sempre a quanto riferisce El Pais, nel 2008, dei circa 3 miliardi di entrate pubblicitarie, 557 sono andati alla Tve, capiamo l’entità del mancato guadagno a cui Zapatero dovrà mettere un freno.

La domanda è sempre la stessa: è giusto che sia il privato cittadino a pagare le mosse politiche e diplomatiche del governante di turno?