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In mezz’ora, l’Annunziata dà lezioni di Politics dalla kermesse del M5S

Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista sono stati gli ospiti della prima puntata di In mezz’ora, in onda dalla kermesse del M5S a Palermo

pubblicato 25 Settembre 2016 aggiornato 1 Settembre 2020 19:38

Sembrava che con Politics Rai3 avesse fatto la scoperta dell’America: “a domande precise risposte precise”. Peccato che il terzo canale ce l’avesse già in casa, la brevità giornalistica che arriva dritto al sodo. E con una veterana della domanda incalzante che riesce a coniugare da sempre ritmo e contenuto.

Parliamo di Lucia Annunziata, che ha aperto la nuova stagione di In mezz’ora con un colpo da maestro: andare in Diretta da Palermo per raccontare la kermesse del Movimento 5 Stelle. Così la prima intervista di stagione ha visto protagonista la nuova coppia di leader, Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, intervistata direttamente sul campo.

Lucia Annunziata ha da subito ricamato sul grande vuoto avvertito in questa kermesse:

“L’emozione più grande è per la mancanza di Casaleggio. Manca il Direttorio”.

Se Di Maio ha risposto alle voci di crisi del Movimento, dopo la dipartita del suo ispiratore, alludendo a “ricostruzioni degne di Beautiful”, Di Battista si è limitato a dire che “ci manca personalmente tanto, io ero molto legato a lui, eravamo tanto amici”.

Ecco, quindi, che l’Annunziata ha messo i puntini deontologici sulle i:

“Facciamo un patto tra noi. Abbiamo mezz’ora per voi due insieme. Entriamo direttamente nei meriti. Le kermesse sono anche una messa a punto di politica interna. Grillo ha chiarito il suo ruolo. Quale sarà il vostro?”.

Se Di Maio ha risposto che “noi qui lanciamo il programma nazionale per cambiare l’Italia alle Politiche del 2018”, Di Battista si è dilungato:

“Già prima Grillo era stanchino, una mano gliela dava Casaleggio e ora abbiamo iniziato a dargliela noi. L’allargamento Del Direttorio era già avvenuto. Questa logica per cui io e Di Maio saremo la futura classe dirigente – parola che mi fa venire le bolle – è una falsità. Le regole valgono per tutti. A me piacciono le piazze e do questo al Movimento, sapendo di avere i miei difetti. Il Movimento aumenterà sempre di responsabilità. Io ho queste doti e i miei difetti. Ho un carattere irruento e all’interno del sistema rischi in questo Paese di dire una frase giusta e leggermente strumentalizzabile”.

Il collega è stato ben meno autocritico e schietto:

“Che pregi e difetti ho? Questo dovete dirmelo voi”.

Ecco che l’Annunziata ha fatto quello che ci si aspetta da Semprini (pur senza mai rinunciare alla chiarezza giornalistica e ai contenuti:

“Ma come, dopo che Di Battista ha fatto coming out sui propri difetti?”.

Di Maio ha, quindi, preferito sottolineare i propri meriti:

“Io sono deputato di questo Movimento, porto avanti una serie di iniziative istituzionali con le imprese e con la Camera dei Deputati, anche per far conoscere il Movimento all’estero alle cancellerie europee. Io porterò avanti il mio ruolo. E’ chiaro che voi conoscete di più noi perché siamo volti televisivi, ma non è questo che ci rende dirigenti. Questo Movimento sarà sempre più forte finché la linea politica la decideranno o i nostri scritti o i gruppi eletti. Se ci sarà una Dirigenza saremo tutti gli altri”.

L’Annunziata ha, quindi, precisato:

“Non voglio personalizzare su di voi, interessa fino a un certo punto persino me”.

Ecco che si è beccata, invece, dagli ospiti dell’anacronistica:

“Lei ha una visione novecentesca delle forze politiche. Noi Vinciamo se riusciamo a stravolgere quel metodo. Andare al governo significa avere un metodo diverso. Lei ha sempre criticato il Movimento… Potevamo trovare una scorciatoia per vincere, non l’abbiamo fatto. Oggi governiamo la Capitale e Torino mantenendo fermi i nostri principi”.

Quando l’Annunziata si è azzardata a dire che “al momento malgovernate la Capitale” è arrivata pronta la smentita di Di Battista:

“Ma è la città più difficile di questo Paese. Sono normali le difficoltà iniziali e anche le pressioni legate a una serie di poteri che si sono spartita la Capitale. Nonostante tutto sono orgoglioso che l’Amministrazione 5 Stelle si sia messa di traverso”.

La conduttrice ha, quindi, chiarito di non avere pregiudizi:

“Io ho sempre fatto critiche a voi di non riuscire… Per me il problema vostro è la capacità di gestire le istituzioni che hanno una loro logica. Politicamente è forte ammettere i propri errori. Io non voglio attribuirveli”.

Di Battista, con la sua consueta pancia, ha aggiunto:

“Io mi sono sentito un po’ schiacciato in Parlamento in questi anni, anche in questa trasmissione… E’ frustrante stare in quel Palazzo, vedere che potrebbe lavorare per risolvere i problemi dei cittadini… Nessuno mi ferma perché vuole sapere del Direttorio, nessuno me l’ha chiesto. Il mondo reale è un altro. Un po’ di equilibrio…”.

E la conduttrice ha continuato a rispondergli, elegante e incalzante, a tono:

“Siccome io sono una vecchia lenza della politica questa è la cosa che mi dicono tutti i politici. Voi siete un partito che ha un potere di voto e di governo molto forte. La vostra organizzazione e capacità di decisionale interna è determinante per mantenere una rotta, lì dove condizionate come opposizione e come governate. Le mie domande sono quelle dei cittadini: ‘Reggono? Ci stanno? Sono bravi? Sono competenti?’. Faccio anch’io una cosa populista. La prima cosa che ti chiedono al mercato è ‘Abbiamo fatto bene a votar la Raggi sì o no?'”.

Quando, poi, gli ospiti a volte hanno anticipato alcune sue domande l’Annunziata ha, simpaticamente, detto:

“Penseranno che ci siamo messi d’accordo, invece non succede con nessuno in questo programma”.

Infine la domanda delle domande mentre il tempo sta scadendo:

“Siete pronti a governare alleandovi con un altro partito?”.

Pronta la risposta di Di Maio, ribattezzato l’uomo delle istituzioni:

“Noi vogliamo l’incarico. Se vinciamo le elezioni ci presentiamo alle Camere con un programma e chiediamo la fiducia alle Camere. Vediamo se hanno il coraggio di rifiutarlo”.

Mezz’ora in cui si è capito tutto senza perdite di tempo né inutili ansiogenie. In fondo bastava promuovere l’Annunziata in prima serata, con opportuni accorgimenti magari allargandola a un’ora… Specialmente se il nuovo che avanza è sinora meno efficace.