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Lampedusa, su Raiuno il film-tv che racconta gli sbarchi e l’accoglienza

Su Raiuno Lampedusa, il film-tv con al centro gli sbarchi degli immigrati sull’isola e la loro difficile gestione da parte della Guardia Costiera e dell’Amministrazione

pubblicato 20 Settembre 2016 aggiornato 1 Settembre 2020 19:59

Arriva su Raiuno la fiction che cerca di raccontare una situazione d’emergenza che non smette di creare polemiche e, soprattutto, verso cui l’Italia è in prima linea: Lampedusa, in onda questa sera e domani alle 21:15, ha al centro infatti i numerosi sbarchi che ogni giorno portano la popolazione locale e la Guardia Costiera a collaborare per salvare vite umane che arrivano nel nostro Paese in fuga dalle guerre ed in cerca di una vita migliore.

Un film-tv difficile da realizzare, anche per il fatto che gli eventi legati a Lampedusa sono in continuo cambiamento. Per questo, si è scelto di ambientare la storia nel passato, nel 2010: a Lampedusa si è da poco trasferito da Roma il Maresciallo Marco Serra (Claudio Amendola), che inizialmente vede il trasferimento come una punizione. Ben presto, però, si renderà conto che la vita a Lampedusa non è così tranquilla: gli sbarchi di uomini e donne provenienti dalle coste africane spingono lui ed i suoi uomini, tra cui il Tenente Ragusa (Peppino Mazzotta), oltre che ai proprietari di pescherecci del luogo, come Basile (Fabrizio Ferracane), a dover intervenire spesso in mare aperto per salvare chi cerca di arrivare in Italia su pericolosi barconi, ritrovandosi in acqua prima di arrivare a destinazione.

I migranti, a terra, vengono portati per le cure al Centro di prima accoglienza, gestito dalla giovane Viola (Carolina Crescentini). A differenza del protagonista, Viola non vuole vivere in nessun altro posto che non sia Lampedusa, convinta che la sua missione sia quella di aiutare più persone possibili. Tra le varie persone che la ragazza aiuta, c’è anche Dhaki (Venji Liam Servina), bambino arrivato da solo in Italia: la madre Fatima (Nina Gary) e la sorella Sana, infatti, non sono riuscite a salire sul suo stesso barcone, e devono aspettare il prossimo viaggio.

Ma gestire la situazione a Lampedusa non è facile: la tensione tra i cittadini dell’isola, l’Amministrazione guidata dal sindaco Giordano (Rosario Lisma) ed i migranti trattenuti nel Centro aumenta di giorno in giorno, fino a spingere i migranti stessi, che vorrebbero lasciare Lampedusa per raggiungere altre città, ad iniziare uno sciopero della fame. Viola, Serra e gli uomini della Guardia Costiera si ritrovano così a dover gestire una situazione sotto gli occhi di tutta l’Italia che sembra non trovare soluzioni.

Artefice di Lampedusa, prodotto da Rai Fiction e da Fabula Pictures, scritto da Andrea Purgatori (autore anche del soggetto) e Laura Ippoliti, per la regia di Marco Pontecorvo, è lo stesso Amendola che, qualche anno fa, rimase colpito da alcune parole di un ufficiale della Guardia Costiera, che raccontava il salvataggio di più di seicento persone da due barconi. Da qui è nata l’idea di un film-tv, subito appoggiata dal direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta, come ha detto durante la conferenza stampa:

“E’ un film necessario e importante per il servizio pubblico. Questo film nasce da un’intuizione di Claudio Amendola. E’ un film che riesce a parlare dell’emergenza migranti in modo semplice e non retorico. Lampedusa è il centro dell’umanità. E’ una storia basata su dei fatti che avvengono tutti i giorni. Sono storie emblematiche.”

Pontecorvo, invece, racconta la realizzazione del film-tv a partire dall’idea di Amendola, ma anche le difficoltà incontrate:

“La Rai accolse molto positivamente l’idea di farne una fiction. La Fabula Pictures l’ha prodotta, Purgatori ed Ippoliti l’hanno scritta e io ne ho curato la regia. Durante il percorso, però, ci siamo resi conto che la realtà stava cambiando rapidamente, il centro d’accoglienza aveva cambiato status e quel singolo episodio non ci permetteva di raccontare la complessità e l’evoluzione della situazione. Inoltre non tutto era facilmente riproducibile. Lo stile che abbiamo seguito è realistico, ma con dei momenti di sospensione e astrazione. C’è anche una dimensione intima nella fiction in cui la macchina da presa, davanti al dolore o ad un momento di particolare intimità, con pudore fa un passo indietro. Spero naturalmente che piaccia e che vinca lo spirito che ci ha commosso tutti. Spero che aiuti nel suo piccolo a fare un passo avanti, a far conoscere il problema più a fondo. Non si può solo parlare di statistiche e di numeri, dietro ci sono delle storie, c’è un’umanità, ci sono problemi veri che devono essere conosciuti, compresi e condivisi.”