Home Notizie Il Caffè di RaiUno è piacevole, ma si assapora poco (e Barlozzetti è indispensabile)

Il Caffè di RaiUno è piacevole, ma si assapora poco (e Barlozzetti è indispensabile)

Il Caffè di RaiUno torna nel mattino del sabato: la prima puntata della nuova stagione live su Blogo.

pubblicato 10 Settembre 2016 aggiornato 9 Novembre 2020 16:07

E’ Guido Barlozzetti a ‘mettere lo zucchero’ ne Il Caffè di RaiUno: lui lo addolcisce e lo serve, lui lo rende piacevole e godibile. La sua conduzione placida, ma mai piatta, energica e competente, il suo modo di gestire con fermezza e pacatezza i suoi spazi sono il senso stesso di questo contenitore mattutino dedicato alla cultura, che soffre però dello stesso male di altri programmi di stesso formato e identica durata, ovvero l’horror vacui. In poco meno di un’ora si registrano cinque ospiti, quattro rubriche (Coffee & Book con Stefano Gallerani, Storie di Cinema, Le Donne della settimana, L’Agenda Culturale di Gemma Favia),  tre servizi – il Premio Viareggio, il Tindari Festival e un reportage di Yari Selvetella sulla ricostruzione a L’Aquila -, il commento di Lenzi sui fenomeni cafonal dell’estate (che non so se collocare come Rubrica o come ospite, non sono riuscita a capirlo) e il collegamento finale con Marrazzo da Gerusalemme. Fatevi un po’ voi i conti.

L’effetto è quello di un frullatore, che alle 6.00 di mattina – per quanto svegli si possa essere – dà inevitabilmente il mal di mare. Un po’ di meno non farebbe male, anche per entrare un attimo in più in quel che si racconta. Ma non è solo un fatto di tempo: i sei minuti dedicati a Mario Rigoni Stern o quelli sulla strage di Vergarolla, ad esempio,  sono piacevoli e densi, interessanti e coinvolgenti, ben costruiti autorialmente e ben condotti da Barlozzetti, accompagnati anche da una regia che restituisce il senso del racconto con foto e immagini di repertorio che conquistano l’occhio e l’attenzione più di quanto possa mai fare l’inquadratura dello studio.

Se si riuscisse a strutturare così anche gli altri spazi, il programma ne guadagnerebbe in piacevolezza. E invece si frammenta in mille ‘spot’ che lasciano poco o nulla: penso al superficiale commento sul premio Pulitzer 2016, al ‘numero’ sulla natalità in Italia ‘sparato’ giusto per dare un assist (solo apparentemente critico) al Fertility Day, all’inutile (mi sia concesso) commento alla Vacchi Dance. Al Caffè ne facevamo volentieri a meno, visto che ormai è quasi passato un mese: ce ne stavamo dimenticando. E non aiuta la conduzione fin troppo empatica della Tani, che puntella con una serie di “Esatto! Bravo! Giusto!” i già scarsi minuti dell’intervista. E il fastidio della costante sovrapposizione con Barlozzetti meriterebbe uno spazio a parte.

Assolutamente interessanti, e a mio avviso essenziali, invece, i servizi sulle tante manifestazioni italiane spesso tropo misconosciute che, per quanto relegate alle 6 del sabato mattina, conquistano comunque una ribalta nazionale (in questo aiuta più l’on-demand della trasmissione, ma è pur sempre qualcosa). Focalizzati anche gli spazi Coffee & Break (ammiro la sintesi del critico) e Le Donne della Settimana; da rendere un po’ più fruibile l’Agenda Culturale, ma l’idea è sempre valida.

In sintesi lo spazio non si discute, con i suoi piacevoli contenuti (almeno per 7/8) e la sua funzione informativa e piacevolmente divulgativa. Il modo, invece, va rivisto: avere un’ora non vuol dire ‘solo’ poter parlare di molte più cose, ma parlarne meglio, altrimenti al pubblico delle 6 del sabato mattina resta davvero poco, se non una gran confusione. Ad maiora.

PS. Non ricordo se questa sia una delle prime apparizioni di Piero Marrazzo in tv al di fuori di un Tg. Diciamo che comunque una sua rubrica tv l’ha riconquistata.

PS2: il sempre attento e preparatissimo collega Fabio Traversa mi segnala che Marrazzo è più volte apparso in collegamento con UnoMattina. E lo ringrazio per la precisazione.

Il Caffè di RaiUno | Nuova stagione | Diretta prima puntata

  • 05.57

    Pochi minuti prima de Il Caffè di RaiUno. A me, intanto, ne serve un secondo…

  • 05.59

    Sigla e di rosso vestiti i conduttori. “Abbiamo bisogno di voi” dicono Tani e Barlozzetti.

  • 06.01

    Si apre con un consiglio: “Andate a Lecco”. Una breve presentazioen della città e poi il lancio di un evento, il festival Immaginamondo.

  • 06.02

    Si cambia subito registro e si passa al Terremoto. Servizio sulla ricostruzione a l’Aquila, 7 anni dopo il sisma.

  • 06.06

    Daniela Porro in studio fa il punto sulla ricostruzione dei beni culturali. E si passa così a parlare del Terremoto in Centro Italia.

  • 06.07

    Più che rispondere alle domande di Barlozzetti, la Porro racconta quanto di buono ha fatto la Sovrintendenza prima del sisma e subito dopo il sisma.

  • 06.09

    Recuperate, intanto, le opere del museo di Amatrice, allestito dalla storica dell’arte e ricercatrice Floriana Svizzeretto, morta sotto le macerie.

  • 06.10

    Argomento per nulla esaurito. Ma si passa alla rubrica Le Donne della Seetimana, ovviamente trattata da Cinzia Tani.

  • 06.11

    Si parla della salernitana Titti Postiglione, a capo della Protezione Civile, e di Arianna Huffington, fondatrice del Post e ora al lancio di una nuova start-up per il benessere psicologico dei lavoratori.

  • 06.13

    La Favia, invece, si occupa dell’agenda culturale del periodo. Un po’ ansiogena la sua rubrica.

  • 06.15

    Momento musica live con Alessio Bondì: l’esibizione musicale a quest’ora devo dire che non c’entra nulla. Peccato, perché il suo folk siciliano è interessante, soprattutto per il dialetto. Ha vinto il premio Fabrizio De Andrè.

  • 06.17

    “Di cu si?” è il titolo del pezzo e con la critica live, a caldo, in faccia. Ma effettivamente Bondì funziona.

  • 06.20

    Ora un servizio sul Premio Viareggio.

  • 06.21

    Dal Premio VIareggio a Mario Rigoni Stern, che quel premio lo vinse, e che viene raccontato da Giuseppe Mendicino, studioso dello scrittore.

  • 06.24

    Ed è proprio la voce di Rigoni Stern che ci ricorda l’orrore della guerra e della Campagna di Russia.

  • 06.25

    “Se io sento così forte la reponsabilità dei miei 70 uomini tanto da non dormire – raccontava Stern pensando alla ritirata dalla Russia – cosa devono provare i politici che hanno la responsabilità di milioni di persone? Probabilmente niente…”.

  • 06.26

    Bello questo spazio su Stern. Poco più di cinque minuti, ma densi. Anche grazie alla regia, che alterna lo studio a molte foto, molti documenti.

  • 06.28

    Per la rubrica Coffee & Books, Stefano Gallerani parla dell’ultimo lavoro dello scrittore americano Jay McInerny., La luce dei giorni. Se ne fa una critica al volo. Una intramuscolo.

  • 06.30

    E si passa ai fenomeni dell’estate, con tanto di analisi della Vacchi dance: “L’insostenibile leggerezza dell’essere di chi vuole ‘depensare’ in estate e segno della forza del web”. No, ma diciamola un’altra banalità, su.

  • 06.32

    E si commenta anche la dichiarazione del Principe di Capalbio, contrariato dall’arrivo di 50 migranti, proprio lì in cui si raccoglie l’Intelligencija italiana. “Io sogno Vacchi che balla a Capalbio” sintetizza Lenzi.

  • 06.34

    Ma anche qui hanno il ghiaccio in tasca… troppa roba, troppo di corsa.

  • 06.34

    Si lancia un nuovo servizio, sulla 60esima edizione del Tindari Festival, su teatro antico, che si tiene proprio nello splendido teatro greco. Ecco, sono queste le realtà belle da scoprire.

  • 06.37

    Si torna in studio per raccontare la strage di Vergarolla, quando esplosero una serie di bombe che uccisero almeno 80 persone a Pola, in Istria, nel 1946.

  • 06.40

    Una storia misconosciuta, da ricordare, che solo da una ventina di anni è ritornata alla luce.

  • 06.41

    Si commenta il premio Pulitzer 2016, Giorni Selvaggi, che racconta la ricerca delle onde dei surfisti con un regista e surfista, Luca Merli.

  • 06.43

    Uno spazio a mio avviso anche ‘superfluo’ anche a causa, per me, della gestione ‘troppo empatica’ della Tani. “Bravo! Esatto! Che bello…”.. e si resta sulla superficie.

  • 06.44

    Altro spazio, questa volta dedicato al cinema, con Barlozzetti, che parla del film “Il Clan” e di altri ‘clan’ del cinema, da Il Padrino a Sporchi, brutti e cattivi. Passando ai padri, invece, il patriarca de Il gatto sul tetto che scotta e quello di The Royal Tenenbaums.

  • 06.48

    Gemma Favia dà il tasso di natalità in Italia: insomma, si parla di Fertility Day. La campagna ministeriale esce dalla porta e rientra dalla finestra su Rai 1.

  • 06.49

    Si inaugura un altro spazio, un collegamento fisso con Gerusalemme, con Piero Marrazzo: si parla del lavoro al sabato perché l’interruzione di alcuni lavori per lo Shabbat ha creato disagi. E c’è polemica.

  • 06.50

    Era tanto che non rivedevo Marrazzo in video. Non credo che sia la prima volta che torna in video: di certo avevo sentito i suoi servizi, ma al di là di qualche servizio di tg non mi sembra si fosse visto.

  • 06.53

    E col collegamento con Marrazzo si chiude questa prima puntata. Mamma mia, la Tani parla sopra senza pietà.

Il Caffè di RaiUno | Nuova stagione | Anticipazioni prima puntata | 10 settembre 2016

ROMA 18 SETTEMBRE 2014 VISITA SUL SET DEL PROGRAMMA

Cinzia Tani e Guido Barlozzetti tornano a condurre Il Caffè di RaiUno, la rubrica di cultura del daytime del sabato che torna sull’Ammiraglia Rai da domani, 10 settembre 2016, alle 6.00 del mattino e che seguiremo live su TvBlog. Libri, cinema, musica, teatro, curiosità dall’Italia e dal mondo restano al centro del programma, che vede accanto alla coppia di conduttori Gemma Favia. Ma vediamo cosa ci attende per la prima puntata.

Il Caffè di RaiUno | Nuova stagione | Anticipazioni prima puntata

Per il ritorno in tv, si parte con la partecipazione in studio di Daniela Porro, Segretario Generale del Ministero dei Beni Culturali del Lazio, che  farà il punto sulla ricostruzione del patrimonio artistico gravemente danneggiato dal terremoto del Centro Italia, mentre Giuseppe Mendicino parlerà dello scrittore Mario Rigoni Stern.
In collegamento da Gerusalemme la corrispondenza di Piero Marrazzo sulle polemiche sorte in Israele a proposito dello “Shabbath”. Con il direttore dell “Arena” di Pola, Paolo Radivo, sarà invece ricordata la strage di Vergarolla del 1946.
Spazio anche alla musica con il cantante Alessio Bondì e il suo folk in siciliano. Il giornalista Massimiliano Lenzi, poi, racconterà i fenomeni cafonal dell’estate 2016 e il regista Luca Merli accompagnerà i telespettatori nelle suggestioni del mondo del surf. Infine il critico Stefano Gallerani parlerà dello scrittore americano Jay McInerny. Come tutte le settimane, in conclusione, i reportage dalle città d’Italia a cura di Yari Selvetella.

Il Caffè di RaiUno | Come seguirlo in tv e in streaming

Il programma va in onda ogni sabato dalle 6.00 alle 7.00 del mattino, ovviamente su Rai 1, e si può seguire in live streaming sul portale Rai.tv. E’ possibile rivedere le puntate on demand sullo stesso portale.

Il Caffè di RaiUno | Second screen

L’ora non è proprio la più adatta per la condivisione social e il commento dei contenuti, ma chi volesse partecipare al programma può twittare a @RaiUno con l’hashtag #IlCaffediRaiuno.