Home Del Noce su Saviano: “Era un mercoledì senza calcio” – E le altre reazioni

Del Noce su Saviano: “Era un mercoledì senza calcio” – E le altre reazioni

Il risultato di Che tempo che fa con lo speciale su Roberto Saviano ha generato, ovviamente, una serie di reazioni di consenso unanime. E ci mancherebbe altro. Perché lo speciale di cui sopra ha dimostrato, se ancora ce ne fosse bisogno, che quando si offre al pubblico una valida alternativa alla tv “tradizionale” – laddove,

27 Marzo 2009 14:02

Fabrizio Del Noce

Il risultato di Che tempo che fa con lo speciale su Roberto Saviano ha generato, ovviamente, una serie di reazioni di consenso unanime. E ci mancherebbe altro. Perché lo speciale di cui sopra ha dimostrato, se ancora ce ne fosse bisogno, che quando si offre al pubblico una valida alternativa alla tv “tradizionale” – laddove, per tradizionale, si possono intendere ballerine, nani, tette e culi – il pubblico la premia. Con grandi ascolti.

Certo è che, poi, dopo un successo del genere, si attendono anche le reazioni delle altre parti in causa. Quelle del pubblico servizio, ovviamente. Che non tardano a arrivare, come riporta Repubblica.

Fabrizio Del Noce, che continua a mantenere l’incarico di direttore di RaiUno, afferma:

Faccio i complimenti a Ruffini, ma RaiTre è molto diversa da RaiUno. Il risultato è eccellente, ma non lo enfatizzerei: era un mercoledì senza calcio.

E poi, come se fosse un gioco a far vedere chi fa di più per la qualità rincara:

el 2002, quando proposi per la prima serata di RaiUno “L’ultima del Paradiso” con Benigni, mi dissero che ero pazzo. Invece, abbiamo avuto 12 milioni di spettatori, il 46% di share. E andò bene anche nel 2007, quando abbiamo rifatto Dante di Benigni.

Tutto vero. Però, poter citare due esempi in sette anni di storia di televisione è un po’ pochino, forse. O no?

Ma non basta. Anche Antonio Marano viene chiamato in causa in quanto direttore di rete di RaiDue. Ecco la sua arringa:

Non ci può essere un modello unico. Quello che fa, e benissimo, RaiTre, noi lo facciamo con un linguaggio diverso. Argomenti come la criminalità, la camorra, li ha trattati anche Annozero e Michele Santoro ha 4 milioni di spettatori di media. Fazio fa un mix sublime tra giornalismo e satira, noi come rete abbiamo un’altra cifra.


La sensazione è quella di un correre ai ripari, trincerarsi dietro etichette e presunti (o veri, poco importa) target di rete. Che c’è da giustificarsi?
C’è da gioire per il fatto che un programma di qualità ha avuto un grande successo.

Il problema, sapete qual è, cari lettori? Che quando la qualità ha successo, vuol dire che si alza il tiro. E quando si alza il tiro, vuol dire che tutti devono stare al passo. Solo che stare al passo è difficile e può anche essere poco conveniente.

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