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Giorgio Verdelli a Blogo: “Unici non è un format, la chiave è il montaggio, lo sa anche Vasco Rossi” (Video esclusivo)

Stasera su Rai2 Le quattro giornate di Vasco, speciale sui concerti romani del rocker. L’ideatore e autore: “Siamo stati noi i primi a fare documentari di musica in prime time, oggi vedo che tanti programmi seguono la scia di Unici

pubblicato 30 Agosto 2016 aggiornato 1 Settembre 2020 21:07

Non per vantarmi, ma negli ultimi tempi vedo che ci sono tanti programmi tv sulla scia di Unici. Supereroi dell’amico Vincenzo Mollica è proprio Unici. Canale 5 farà cinque prime time dedicati ai concerti negli stadi. Va bene, io sono contento che ci sia molto prodotto sulla musica. Adesso tutti usano il repertorio. Giletti farà Zucchero… mi fa ridere che lo facciano, noi lo abbiamo già fatto. Abbiamo già fatto pure Bolle. Ribadisco: va bene, però noi abbiamo sentito l’esigenza di fare una cosa più innovativa. Noi siamo stati i primi a fare documentari di musica in prima serata. Prima di Unici, nel 2010, con Un soffio caldo, speciale dedicato a Zucchero, poi con Musica sul Due. Ci dicevano che eravamo pazzi, ma i risultati ci hanno confortato. Non tutte le puntate sono andate bene, per ragioni di programmazione. Ma almeno tre sono state la punta d’ascolto invernale di Rai2. Per esempio Il Volo e Bocelli, che fecero più del 12% di share. Nonostante i costi molto modesti.

Giorgio Verdelli fotografa con grande lucidità l’attualissima tendenza della televisione italiana di affidarsi a eventi musicali in prima serata e a monografie di grandi artisti pop per raccogliere pubblico. E lancia con il consueto entusiasmo il nuovo speciale di Unici, il programma di cui è ideatore e autore, in onda stasera su Rai 2 dalle ore 21.25. Le quattro giornate di Vasco: ancora una volta è Vasco Rossi il protagonista assoluto del documentario. Il racconto che verrà proposto stasera racchiude i quattro concerti che l’artista – “è il numero uno in Italia, il più grande artista rock italiano, mi scusino tutti gli altri” – a giugno scorso ha tenuto allo stadio Olimpico di Roma, con ben 220 mila persone presenti. E molto altro. Ne ha parlato diffusamente Verdelli nell’intervista di Blogo.

(Per preciso intento della rete e dall’artista, durante la serata passerà in sovrimpressione l’sms solidale 45500 di raccolta fondi per dare aiuto alla popolazione colpita dal terremoto).

Rispetto a Essere Vasco Rossi, speciale andato in onda a maggio 2014, cosa cambia?

È completamente diverso, è un’altra cosa, anche se l’eco di quello speciale si sente ancora. Essere Vasco Rossi fu una specie di filosofia di Vasco, Le quattro giornate di Vasco è la sociologia di Vasco. È una full immersion, con cose che nemmeno Vasco e Tania Sachs (ufficio stampa del rocker, Ndr) hanno mai visto, come lo smontaggio del palco, che noi proponiamo in chiusura di puntata col time lapse. È una full immersione dei quattro concerti, siamo stati anche alla data zero di Lignano. Con Vasco abbiamo fatto un’intervista molto curiosa, in un’ambientazione da roxy bar sospeso nel tempo. Abbiamo parlato anche molto dei testi delle canzoni. Vasco – ed è una cosa che non viene messa in evidenza molto spesso – sul palco non legge il gobbo. Perché le canzoni le vive, non le legge. Come Mick Jagger e Bruce Springsteen. Io penso che Le quattro giornate di Vasco sia migliore di Essere Vasco Rossi. Ribadisco: mi sono posto il problema di essere innovativo sia perché avevo già fatto Vasco sia perché la via di Unici ultimamente la stanno battendo in tanti.

Quando è stata realizzata l’intervista a Vasco?

A margine del terzo concerto. Prima dell’intervista abbiamo fatto alcune battute nel backstage. Durante i concerti abbiamo intervistato la band sul palco. Inoltre abbiamo ripreso in tempo reale il regista di Vasco, mentre stacca le camere durante Come vorrei e Gli spari sopra. Ho pure circumnavigato l’Olimpico con la macchina da golf, fino ad arrivare nella posizione della visuale di Vasco, lo vedrete in apertura della quarta parte del programma.

Tra i personaggi famosi che parlano di Vasco c’è anche Milena Gabanelli…

Sì, abbiamo incontrato tutte persone che hanno a che vedere con i concerti di Vasco. L’idea della Gabanelli è nata perché ho notato che Report usa molte musiche di Vasco. Lei è molto rigorosa, non fa interviste per altri programmi (peraltro mi ha fatto piacere scoprire che guarda Unici, le è piaciuta molto la puntata su Caterina Caselli). Con la complicità di Tania Sachs, ha accettato molto incuriosita. Di Vasco e della sua interpretazione ha detto che è uno dei pochi casi in cui la forma coincide col contenuto.

Vedremo anche l’incontro di Samuele Bersani e Vasco 23 anni dopo l’ultima volta…

Samuele aveva postato su Facebook una foto con Vasco del 1993, credo. Allora l’ho chiamato proprio nel giorno in cui avrei intervistato Vasco. Samuele non sapeva che me lo sarei portato con me, è stata una sorpresa vera. Tania Sachs l’ho avvisata mezz’ora prima. Quello che andrà in onda è tutto live e autentico.

Ci sarà anche un volto noto per i telespettatori di Raidue, Roberto Giacobbo…

Sì, è venuto all’Olimpico e ha fatto un excursus sull’homus Vascus, cioè sul fan di Vasco. Una cosa spiritosa, che è piaciuta anche alla rete. Poi c’è Nicola Savino anche per ricordare che la forza comunicativa di Vasco nasce dalla radio. In questo senso c’è un racconto divertente di Vinicio Capossela: iniziò a fare il barman in un locale di Modena dove Vasco lavorava come dj e aveva già un seguito.

Ci sono anche Emma (della cui testimonianza qui sopra vi offriamo un’anteprima) ed Ilenia Pastorelli…

Sì, Emma perché ha aperto i concerti di Vasco. La Pastorelli perché al Grande Fratello ascoltava sempre Vasco. Poi c’è anche il jazzista Paolo Fresu, che suona sempre dal vivo Ogni volta.

Nello speciale ci sono anche le storie di alcune persone sconosciute fan di Vasco.

Sì, tre storie, una del Nord, una del Centro, una del Sud. Abbiamo seguito un educatore del carcere di San Vittore che ha portato alcuni ragazzi a vedere Vasco… si sono commossi ascoltando Quante volte; una studentessa di 21 anni, Valentina, che prima dà un esame all’università e poi va al concerto dove si ricongiunge col padre; due gemelli di Galatina, uno dei quali ha chiamato il figlio Francesco Vasco. E poi ci sono le clip del popolo di Vasco – un ragazzo, per esempio, sulle note di Albachiara chiede alla ragazza di sposarlo – e le riprese del pubblico: ne sono arrivate quasi 2000, ne abbiamo selezionate una dozzina.

È stato facile convincere Vasco?

Essere Vasco gli piacque molto. Lui è una persona che dà fiducia. Con me ha un rapporto pluridecennale. Il suo staff ci ha aiutato moltissimo, era molto divertito dal fatto che noi chiedessimo cose che nessuno solitamente chiede. Ho intervistato il mixer e l’aiuto mixer, ho ripreso lo smontaggio e i tecnici.

Vasco ha già visto tutta la puntata?

No, ha visto solo alcune cose e gli sono piaciute. Al punto che le ha condivise sulla sua pagina Facebook.

Essere Vasco Rossi fu visto da 1.627.000 spettatori, con 6.78% di share. Ti aspetti di confermare questi ascolti?

La direttrice di Rai2 Ilaria Dallatana mi ha detto che Essere Vasco Rossi è stata la puntata di Unici andata meglio come target. Infatti la proposta di un altro speciale su Vasco è arrivata proprio dalla Dallatana. Peraltro la direttrice è anche venuta al concerto e non voleva più andarsene (ride, Ndr).

Per Unici stai lavorando ad altro?

Sto lavorando a varie cose, ma devo avere ancora conferme. Di sicuro Unici proseguirà. Posso dirti che il Cirque du Soleil ha visto le puntate su Bocelli e Pavarotti e ci ha proposto di fare uno speciale. Alla Dallatana piace l’idea, magari non per la prima serata. Ma è ancora tutto in divenire. Il mio prossimo progetto, comunque, è un film-documentario monografico per Rai Cinema.

Verdelli, che da buon napoletano rivendica il fatto che nello speciale “ho fatto parlare Vasco di Pino Daniele“, chiude così l’intervista, spiegando perché Unici non può essere considerato un format:

Unici non è un format, orgogliosamente. Non lo abbiamo voluto fare un format. Farlo avrebbe comportato una serie di problemi e una serie di costi. Ma soprattutto io non posso usare lo stesso impianto narrativo di Vasco per Mengoni o per Caterina Caselli. Non ci può essere una formula standardizzata. Il format è il montaggio. Lo riconosce anche Vasco. La chiave di Unici è come sono montate le interviste sulle musiche, con una tecnica anglosassone. Mi dispiace dirlo, ma ci sono programmi anche con idee belle, però rovinati dal montaggio approssimativo.