Home Sabina Guzzanti: “La satira oggi è proibita. La Trattativa? Un film scomodo”

Sabina Guzzanti: “La satira oggi è proibita. La Trattativa? Un film scomodo”

Al Giffoni 2016 per una Masterclass, Sabina Guzzanti spazia tra satira e le polemiche del suo ultimo film”.

pubblicato 21 Luglio 2016 aggiornato 1 Settembre 2020 22:16

“Ho qualche problema a lavorare in televisione, mi cacciano sempre. Ora mi hanno fatto tornare grazie al Tg Porco che ho girato a casa mia con un green screen. Un prodotto fatto in casa, solo per la circolazione web, ma abbiamo fatto una decina di milioni di visualizzazioni”

e dalla prossima stagione sarà la copertina di Piazzapulita su La7: con Sabina Guzzanti difficile non parlare di satira in tv.

“Oggi non c’è satira perché non si può fare, non perché non ci sia chi sappia farla. Non te la fanno fare, è proibita oggi. Chi fa satira li vedi nei cabaret, ma non ti fanno fare qualcosa di prestigioso”.

Il punto è non arrendersi:

“Mi sono battuta per la libertà di espressione, la censura  mi ha toccato da vicino. Per 15 anni non ho lavorato in tv, ma ho fatto cinema e documentari. Non c’è nulla che si possa fare per fermare una persona. La tenacia è tutto nella vita. Il futuro si costruisce, non lo si attende, altrimenti lo lasci decidere agli altri. Dobbiamo costruire il futuro che vogliamo”

dice ai ragazzi che la ‘stuzzicano’. E lei non si fa pregare. A suo avviso la situazione tv è talmente compromessa da non suscitare nemmeno più indignazione:

“Quando era libera, la tv scatenava partecipazione, reazioni, anche la sensazione che le cose potessero cambiare. Oggi questa sensazione non c’è più. Ti riempiono la testa di programmi fatti apposta per renderci passivi. La vita si è fatta angosciante, l’istinto ci porta alla fuga perché non vuoi pensare a niente e ti riempiono la testa di cose stupide e grette”.

La censura a suo avviso passa anche per i giornalisti malpagati:

“Ci sono testate, non solo web, ma anche quotidiani, che pagano 2 euro ad articolo. E’ uno dei tanti modi per censurare l’informazione in Italia”.

E per restare in tema informazione, ne ha per il suo ‘amico’ Scanzi, commentando – su richiesta – un articolo dello scorso febbraio:

“Ho trovato molto stupido il suo articolo, come tutto ciò che scrive. E’ uno di quei personaggi che mettono bocca su tutto. Si occupa di politica, di televisione, di vino, di calcio. La fine della satira è una banalità. Ogni tre anni ho letto articoli sulla morte della satira. Quell’articolo, tra l’altro, sosteneva che volevo candidarmi, ma tutti sanno che è una cosa inventata di sana pianta. Un pessimo giornalista, mi dispiace che scriva per il Fatto”.

La loro saga continua.

 

Spazio ovviamente anche per La Trattativa, su cui si sono concentrate le domande dei ragazzi:

“C’è stata una forte irritazione di Napolitano verso il film e c’è stata una chiusura praticamente totale della stampa. Ci sono state pressioni anche a livello internazionale, ne sono certa. I miei film sono sempre usciti in Francia con un’incredibile attenzione della stampa. Su questo film, invece, non è uscito nulla. Non può essere un caso”.

Non potevano mancare i riferimenti a Giancarlo Caselli, all’epoca Procuratore Capo presso il tribunale di Palermo:

“Il film ha un’impostazione molto precisa. C’è una parte di ricostruzione, di messa in scena e una parte costruita con immagini di repertorio, grafica e interviste. La parte di messa in scena è giocata su di un sottile umorismo. Il tono del film è sempre lo stesso. E vale anche per Caselli, solo che Caselli è abituato ad essere considerato un eroe. Io mi sono soffermata su due episodi della sua carriera molto gravi più che imbarazzanti. Se senti l’interrogatorio di Caselli è una sequenza infinita di “Non mi ricordo”. Se Mancino dice non mi ricordo lo prendiamo in giro e se lo dice Caselli nessuno reagisce”.

Si torna a chiedere anche del suo ‘rapporto’ con Berlusconi:

“Avevo 22 anni quando l’ho incontrato. Berlusconi aveva censurato un programma di Ricci che si chiamava Matrioska e ci invitò ad Arcore per altri progetti, visto che non voleva perdere alcuni di noi. Avevo aspettative molto alte: Craxi era ancora abbastanza in auge e non si pensava a una discesa in campo di Berlusconi. Sembrava l’imprenditore in gamba che voleva creare spazi nuovi in tv. Ma sono rimasta delusa da subito: ho avuto la sensazione di una persona di estrema volgarità, antidemocratica. L’ho subito percepito come un pericolo enorme.Sono felice di avere contribuito anche in minima parte alla sua caduta”.

La domanda è una: quanto durerà la sua copertina su La7? Ma non ha incontrato la stampa in questa occasione. Sarà per la prossima.

Amici di Maria De Filippi