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Luca de Gennaro a Blogo: “Mtv non è morta”

Mtv su Sky, il debutto di VH1 sul digitale, la musica in tv, gli spettatori nostalgici e gli eventi. Intervista a Luca de Gennaro.

pubblicato 21 Luglio 2016 aggiornato 1 Settembre 2020 22:18

“Quest’anno sono vent’anni in Viacom ma se c’è una cosa che non è mai passata, è l’entusiasmo di fare cose nuove”. Quando si parla di musica in televisione, è impossibile non tirare in ballo il mondo di Mtv e quindi Luca de Gennaro, vice president of talent and music dal 1996.

Qual è il tuo ruolo in Viacom?

“Il mio ruolo è quello di coordinare tutte le attività musicali dei canali Mtv nella zona che noi definiamo South, il sud dell’Europa ma anche l’Africa. Ho la responsabilità di quello che succede dal punto di vista dei contenuti musicali in Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Africa e qualcosa in Medio Oriente”.

Secondo tanti “Mtv è morta”. E’ davvero così?

“Certo che non è morta, è una rete che gode di ottima salute. Questo tipo di affermazioni sono figlie di incomprensioni e confusioni che l’utente può avere sul panorama televisivo che cambia continuamente. Fino a qualche anno fa era semplice: c’erano i canali dall’1 al 10 e consideravi solo quelli, ora le realtà televisive sono sparse sulle varie piattaforme. Mtv ha quattro canali in onda in Italia: due sono canali programmati dall’Italia, due sono canali internazionali. Tutti sulla piattaforma di Sky. E’ molto facile sapere dove stanno, ognuno nella sua collocazione. Dal punto di vista dell’ambito musicale mai come è adesso Mtv e Viacom hanno avuto così tanta musica: Mtv Music (canale 708 di Sky), Mtv Hits (704 di Sky), Mtv Roks (706 di Sky) e la neonata VH1 (canale 67 del dtt, ndr) fanno 24 ore di musica al giorno. E’ il quadruplo della musica rispetto al passato, è solo cambiato il modo di trovarla”.

Però, effettivamente, sul canale “ufficiale” (133 di Sky) di musica ce n’è ben poca. Si vedono le 16enni incinta, le identità nascoste, le ginnaste ma non la musica.

“Non è una questione di canali ufficiali. C’è un canale, che si chiama Mtv e che non fa musica. Fa intrattenimento per giovani da diversi anni con programmi di successo. Non ci dimentichiamo che I Soliti Idioti, Maccio Capatonda, Pif con Il Testimone, Ginnaste, Calciatori sono storie di successi televisivi nate su Mtv. Non si può dire che un canale è morto quando sforna successi a ripetizione”.

E la musica?

“E’ una questione nostalgica. A me, persona che lavora a Mtv da vent’anni, lusinga pensare che qualcuno sia nostalgico di un tempo che non c’è più, significa che abbiamo fatto qualcosa di ottimo. Detto questo, Mtv non ha mai avuto spazio per la nostalgia. Noi ci rivolgiamo sempre ad un pubblico giovane e, non da sottovalutare, ad un pubblico che adesso è giovane. I ‘millennials’ non hanno spazio per i momenti nostalgici, non erano neppure nati quando c’era TRL. Quelli che ‘Vorrei vedere ancora l’Mtv dei miei 17 anni’, non lo dicono perché sono nostalgici di quella televisione ma perché sono nostalgici dei propri 17 anni. Vorrebbero avere ancora 17 anni, ma il tempo cambia per le persone e anche per la televisione. Bisogna evolverci, sperimentare e anche andare su altre piattaforme dal punto di vista distributivo”.

Mtv solo su Sky. Ne risentono gli ascolti?

“Non ne facciamo una questione di ascolti ma una questione di tipologia di pubblico. Il dna di Mtv non è mai stato quello di raggiungere tanta gente ma la gente giusta. Il pubblico di Mtv è sempre stato mirato e oggi quel pubblico lì lo trovi essenzialmente su Sky. E’ una piattaforma interessante, dinamica, ha al suo interno canali dei quali tutti parlano. Se vogliamo era un’anomalia quell’altra, il fatto che Mtv fosse in chiaro. In nessuna parte del mondo Mtv è visibile a tutti, è sempre su delle piattaforme equivalenti a quella di Sky. Ci siamo allineati in maniera naturale al resto del mondo”.

Sul digitale è arrivato VH1, un canale dedicato ai videoclip. E’ un ritorno alla prima Mtv, quella che mischiava musica ed immagini?

“VH1 è un canale nato nell’85 negli Stati Uniti, covavo il sogno di portarlo in Italia da tanti anni e finalmente ce l’abbiamo fatta. Sta per Video Hits 1, tutto parte dal presupposto che noi presentiamo i successi in video. E’ un canale musicale che vive di videoclip 24 ore al giorno, poi nel 2017 o entro qualche mese cercheremo di proporre altri contenuti”.

Avrà produzioni originali?

“Ci stiamo lavorando quotidianamente. Stiamo osservando e cercando di aggiustare il tiro per i primi mesi di programmazione. E’ un canale nuovo e forse spiazzante, non c’è mai stato sul territorio italiano un canale rivolto anche a persone che hanno più di 30 anni. Certo, è molto diverso da Mtv per il contenuto, tratta la storia della musica e va in profondità nel tempo. Ma è al tempo stesso contemporaneo: gran parte degli artisti rilevanti di oggi sono giovani ma producono musica che non piace solo ai teenager. Parlo di Adele o Ed Sheeran, la loro musica può piacere a chiunque. Il nostro motto è: grandi successi del passato e futuri grandi successi del presente”.

Sembra una grande scommessa. Con l’avvento del web, i videoclip si possono raggiungere ovunque e quando si vuole.

“E’ assolutamente vero. I videoclip e la musica si possono trovare dappertutto. Io sono convinto del fatto che un canale televisivo – o un canale radiofonico, così come un deejay – abbia oggi più che mai il compito di guida e quindi debba proporre un’identità tale da poter guidare l’ascoltatore. ‘Ti piace quello che stai vedendo adesso? Prova a vedere anche la prossima che magari non conosci, vedrai che ti piacerà’, vogliamo dire a chi ci ascolta. Il nostro scopo è quello di guidare l’ascoltatore, fargli compagnia e fargli conoscere della buona musica”.

Palando di produzioni originali e nostalgia. Tanti chiedono a gran voce il ritorno di TRL. Potrebbe effettivamente tornare? 

“E’ chiaro che TRL è stato un decennio importante per la televisione italiana. Proprio VH1 negli Stati Uniti ha prodotto un documentario, The TRL Decade. E’ come se un decennio, da fine anni novanta a fine anni zero, fosse stato identificato da quel programma lì. Era giusto che ad un certo punto ci fosse la fine della sua corsa. Va bene che TRL rimanga un bellissimo ricordo ed una palestra che ha formato alcuni dei più brillanti conduttori televisivi, non dimentichiamoci che Alessandro Cattelan, Giorgia Surina, Marco Maccarini, Federico Russo, Carlo Pastore, Carolina di Domenico sono passati da lì e che oggi fanno cose molto belle in radio o tv. E’ una coccarda che ci appendiamo sulla giacca. Poi, le cose si devono evolvere. Ci sarà in futuro un programma successore di TRL? In questo momento non lo so, potrebbe anche essere. E’ bello essere spiazzanti e, invece di scopiazzare TRL, potremmo inventarci qualcosa di nuovo”.

Gli Italian Mtv Awards restano un evento di punta. L’ultima edizione ha avuto più tweet (oltre 337mila tweets) che ascoltatori (un ascolto medio di 142mila).

“Il successo social è una bella notizia. Oggi sarebbe un errore pensare alla televisione lineare senza i social ed il web. Tutti i nostri eventi sono pensati in una dimensione multipiattaforma, devono vivere ovunque. Gli Mtv Awards hanno addirittura delle categorie che si possono votare solo via social. E’ la direzione verso la quale andare”.

E’ complicato metter d’accordo tutti gli artisti per eventi del genere? Francesco Mandelli ci ha detto che i discografici venivano a metter bocca per cambiare questo e quello.

“E’ senz’altro un lavoro complicato, noi agli Mtv Awards cominciamo a pensarci da dopo le vacanze estive. E’ un lavoro che dura quasi un anno con un grande team dietro. Mandelli, sai, non fa questo di lavoro. Lui fa il presentatore televisivo. Io sono colui che si occupa di chiamare gli artisti, verificarne la disponibilità, discutere con loro e con le case discografiche per decidere le canzoni da proporre… ma non succede mai che qualcuno dall’esterno imponga il contenuto artistico dei nostri show. Poi, è chiaro che l’obiettivo degli Mtv Awards sia quello di far sentire potenziali tormentoni estivi e quindi le canzoni devono essere quelle. Ma la nostra autonomia è sacrosanta, lo sanno tutti i nostri interlocutori”.

L’edizione di quest’anno è stata segnata dall’episodio-The Kolors. Qualcuno di Mtv voleva effettivamente boicottarli?

“Quella cosa lì ce la siamo lasciata alle spalle. Ci siamo parlati subito, è stato un incidente di percorso ed un avvenimento rock’n’roll. Ci sta che ad un certo punto ci siano dei battibecchi e delle polemiche ma abbiamo messo a posto tutto in poco tempo. Forse si è parlato un po’ di più dell’evento ma non abbiamo mai perso il controllo della situazione”.

Prossimi progetti di Viacom?

“I progetti sono tanti, ti parlo della zona che mi compete. Il prossimo appuntamento è la due giorni dei Mtv Digital Days, il 9 e 10 settembre alla Reggia di Venaria. Per il quarto anno consecutivo portiamo la cultura digitale, l’innovazione e la musica elettronica in un luogo austero come un castello. Stiamo preparando il programma di quei giorni di lavori ed incontri. Abbiamo anche una splendida line up con Steve Aoki, Merk & Kremont, Kharfi, Becko, Gesaffelstein, Erol Alkan, Waxlife e Rills. Ci auguriamo di avere un bel bagno di folla”.

Chiudiamo con la musica in televisione. Cosa ti piace?

“A me piacciono i contenuti televisivi che raccontano la musica. Mi piacciono i documentari, sono il modo più efficace. Si capisce che c’è la voglia di conoscere quel che c’è dietro e ci sono dei bravissimi documentaristi che fanno grandi cose. E’ un bell’ambito. Mi piacciono anche le serie televisive che hanno un dna musicale come Empires o Mozart in the Jungle“.

Cosa eviti da spettatori?

“Non mi piacciono le cose troppo simili al passato come le passerelle musicali – poi tu dirai che gli Mtv Awards sono la stessa cosa ma noi cerchiamo di essere più contemporanei. Non mi piace la semplice ospitata dell’artista nel programma televisivo, non mi piacciono le banalità. Anche sui talent show non posso dire di avere un’opinione generale. Ci sono degli aspetti che trovo interessanti e stimolanti, certi altr lasciano il tempo che trovano. Il talent show, poi, è importante ricordare che si tratta essenzialmente di un programma televisivo anche se molti pensano che siano gli unici trampolini di lancio per la musica. Gli spazi per farsi conoscere sono diversi, Mtv continua ad avere Mtv New Generation che continua tranquillamente la sua strada”.

MTV Italia