Home Notizie Gazebo, Daniele Silvestri ospite dell’ultima puntata (grazie a Change.org?)

Gazebo, Daniele Silvestri ospite dell’ultima puntata (grazie a Change.org?)

Diego Bianchi chiude un’edizione di Gazebo che si conferma perfetta nella collocazione domenicale, mentre al giovedì…

pubblicato 20 Maggio 2016 aggiornato 2 Settembre 2020 00:38

La petizione di Change.org, che voleva a gran voce Daniele Silvestri all’ultima puntata di Gazebo, l’ha spuntata. Ill cantautore romano in gran spolvero col nuovo album Acrobati, insieme al sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, chiuderà l’edizione del programma di Diego Bianchi, in onda dal Teatro delle Vittorie di Roma domenica 22 maggio, alle 23.45, su Rai3.

D’altronde il battista di Silvestri, Gabriele Lazzarotti, è lo stesso bassista fisso di Gazebo, mentre anche il suo batterista Fabio Rondanini partecipa stabilmente a Gazebo e Roberto Angelini è un musicista vicino al clan romano di Fabi, Silvestri e Gazzè. Insomma, si suona “in famiglia”.

In scaletta come sempre il punto sui fatti  politici della settimana dei giornalisti Marco Damilano e Francesca Schianchi, le vignette di Marco Dambrosio-Makkox e le divertenti incursioni di Mirko Matteucci-Missouri4. 

Ultimo appuntamento anche per l’attesissima Social Top Ten, la classifica dei tweet più divertenti dal mondo politico e non solo, e la musica della resident band capitanata da Roberto Angelini.

L’edizione di Gazebo in chiusura ha oscillato negli ascolti, mostrando un grande dislivello tra lo share della domenica, generalmente tra il 5% e il 8%, e quello del giovedì tra il 2 e il 3%. Sicuramente la domenica di Rai3 si giova del traino di Che tempo che fa e di programmi di approfondimento come Report e Presa Diretta, oltre a essere storicamente la collocazione perfetta per Gazebo, che diventa una sorta di punto settimanale sull’agenda politica e la sua ricezione sui social.

Di certo il Gazebo è diventato un brand e un punto di riferimento identitario di Ra3, nonché l’uiltimo programma-bandiera di successo degli ultimi anni. Se Ballarò dovesse davvero andare in pensione a Gazebo resterà il compito di raccontare le beghe di partito in solitaria e con l’originalità dialettiico-linguistica che l’ha contraddistinto in questi ultimi anni.