Home Notizie Massimo Broli a Blogo: “I programmi di vendita di opere d’arte in tv sono seguitissimi”

Massimo Broli a Blogo: “I programmi di vendita di opere d’arte in tv sono seguitissimi”

Ogni giorno parliamo della tv generalista e delle principali realtà del digitale terrestre e della tv satellitare. In Italia, però, ci sono tante piccole televisioni locali e nazionali che attraggono l’attenzione di piccole nicchie. Una di queste realtà, quella delle tv che vendono opere d’arte, ce la racconta il banditore d’arte televisivo Massimo Broli.

pubblicato 12 Maggio 2016 aggiornato 2 Settembre 2020 00:59

In Italia lo spettatore non guarda soltanto i canali generalisti o i principali canali digitali e satellitari, ma anche reti tematiche molto di nicchia, locali e nazionali, come quelle dedicate alla vendita di opere d’arte. Chi guarda le reti televisive dedicate alla vendita di opera d’arte? Quante persone si sintonizzano durante la diretta di una vendita? La vendita di quadri e sculture in televisione funziona? Il bacino di spettatori è in aumento? A queste e ad altre domande ha risposto il banditore d’arte televisivo Massimo Broli che Blogo ha incontrato oggi a Brescia.

Siamo qui con Massimo Broli per parlare della realtà delle vendite d’arte in televisione, una realtà di nicchia, ma che ha un pubblico tutto suo e molto numeroso. Vogliamo scoprire da lui questa tipologia di televisione. Ciao Massimo, intanto presentati…

Massimo Broli. 38 anni. Bresciano. Ho una formazione in campo artistico, prevalentemente costituitasi con esperienze in gallerie estere. Da cinque anni lavoro nel mondo delle televendite, prima in una importantissima realtà veneziana, forse la più importante in Italia, da un anno a questa parte a Brescia, nella mia bella Brescia. Qui sono tornato e qui mi occupo anche di televisione, perché in realtà sono anche un banditore d’asta per una importante casa d’aste di Brescia, associato ad una casa d’aste romana che si occupa, tra l’altro, del fallimento di Rizzoli e Parmalat.

Parliamo della realtà televisiva. Quant’è in Italia il bacino d’utenza che guarda i programmi di vendita opere d’arte?

Siamo seguitissimi. Abbiamo contatti nell’ordine di 800.000 persone (contatti unici N.d.R.) nel corso delle quattro ore di diretta – specifico: sono tutte trasmissioni in diretta e ci sono forse due o tre minuti di pausa, che almeno io mi concedo, di solito intorno alle 23 per un caffè. A volte quando ci sono degli speciali televisivi molto importanti, ad esempio Lucio Fontana, sfondiamo il milione di contatti. Non tutti acquirenti, purtroppo. Diciamo che nel corso di quattro ore di diretta, possono arrivare 120-140 telefonate in media. Ovviamente non tutte finalizzate all’acquisto.

Che cosa ricerca il pubblico televisivo che si mette davanti ad un canale di vendite di opere d’arte?

Di tutto e di più. Dal figurativo all’astratto, dall’antico al contemporaneo. Abbiamo un pubblico che va dai diciotto anni – in un caso il cliente aveva addirittura 13 anni – ai novantaquattro anni.

Quando avete avuto il tredicenne lui aveva la firma dei genitori?

Ovviamente. Però aveva telefonato. Era molto motivato all’acquisto. E’ venuto in galleria con i genitori e poi ha acquistato una bella opera d’arte di un artista emergente interessante.

Il pubblico che guarda queste trasmissioni molto spesso le guarda anche con un minimo di sorriso, perché nota una certa ripetitività terminologica nella descrizione delle opere: sono tutti unici, belli, magnifici, incommensurabili e incomparabili…

Capolavori assoluti…

Capolavori assoluti e non se ne capisce mai il motivo, perché magari la spiegazione è molto breve o molto generale. Cosa c’è di vero nel pensiero che le opere di molti artisti sono sopravvalutate solo per essere vendute?

Io parlo per me: ho la fortuna di poter scegliere i quadri, quindi scelgo quadri che mi piacciono e utilizzo aggettivi che sento. Lontanissimo dal mio modo di fare e di vendere – perché ricordiamoci sempre che si tratta di una vendita – è il termine “AFFARE”, non l’ho mai usato in vita mia…

Ma lo spettatore riesce realmente a capire il valore dell’opera o si affida al venditore?

In verità oggi ci sono una varietà di criteri e strumenti per valutare un’opera. Internet, per esempio, ma bisogna fare attenzione ai falsi che si trovano su Internet. Altre gallerie possono trattare lo stesso artista che viene proposto in televendita. Le aste: anche nelle aste può passare quell’artista – ovviamente non quell’opera – ma si possono ottenere diversi parametri di riferimento. Non va a metro l’opera, quindi di uno stesso artista un metro per un metro di un’opera brutta vale uno, un metro per un metro di un’opera meravigliosa, di un capolavoro assoluto, vale dieci.

Quanto c’è di vero quando si sente parlare di un’opera d’arte che “tra dieci anni si rivaluterà in maniera pazzesca”? E’ vero per la maggior parte delle opere o è un modo per convincere l’interessato ad alzare la cornetta?

Tiro acqua al mio mulino e chi mi conosce sa che è vero: dieci anni fa consigliavo di acquistare Agostino Bonarumi, di acquistare Alighiero Boetti. In questi dieci anni sono aumentati del 1200% e del 1400%. Forse sono stato fortunato o forse sono le competenze. Purtroppo, però, non è così per tutti gli artisti: molti rimangono stabili e altri spariscono dal mercato, nel giro di pochi anni talvolta.

Come si fa a capire quale è l’affare? Tu non usi questo termine, ma alcuni tuoi colleghi si ed è indiscutibile che esistano affari, ma molte opere rimangono opere che ti sono piaciute, ma che rimangono solo per te…

Qua bisogna fare una distinzione tra chi si avvicina all’arte per passione e può fare un affare ad acquistare una bella opera d’arte ai giusti denari e chi vuole avvicinarsi all’arte per investimento e questo è tutto un altro discorso. Nell’ultimo caso bisogna affidarsi a criteri “quasi scientifici” e anche ad un po’ di fortuna nell’acquistare quell’artista che sarà in grado di emergere sul mercato. E’ fondamentale l’informazione – come diceva una mia vecchia insegnante di filosofia: “Sapere è potere” -. Sapere quante mostre verranno organizzate prima che lo venga a sapere la concorrenza. Diciamo che un artista è un vero e proprio prodotto e c’è un vero e proprio marketing per lanciarlo sul mercato.

Mi hai “creato” due domande: c’è una reale concorrenza tra le televisioni che si occupano di vendita di opere d’arte? C’è la soddisfazione nell’essere riuscito ad accaparrarsi delle opere in barba alla concorrenza, oppure in realtà siete tutti colleghi e quindi ogni opera è buona per essere venduta?

Diciamo che c’è una concorrenza spietata nel mondo delle televendite così come nel mondo delle gallerie, questo a tutto vantaggio del cliente. Poi ritengo che la qualità paghi sempre e la serietà anche. Bisogna proporre nomi vincenti, nomi di artisti seri e le loro migliori opere, anche a costo di guadagnare un po’ meno oggi, perché così si fidelizza il cliente ed è il più grande investimento che possa fare un’azienda.

Prima parlavi di 120-140 telefonate a serata e non tutte che andavano a buon fine… c’è qualche buontempone che chiama per qualcosa che non ha nulla a che vedere con l’arte?

(ride) Assolutamente sì. Diciamo che ci sono persone che magari desiderano intrattenersi con le centraliniste, oppure magari chiedono quando è la televendita degli aspirapolvere o dei materassi – no grazie, non ci compete, non è il nostro campo – …

Ti ricordi invece un fatto particolare che ti è capitato mentre vendevi un quadro?

Mi ricordo un momento particolarmente simpatico quando telefonò in diretta durante la trasmissione – non so se posso dire il nome – la mamma di un ex presidente del consiglio che volle confermare un’opera di Alighiero Boetti, un piccolo arazzo, dicendo che anche suo figlio era nel mondo della televisione e che aveva un po’ di canali televisivi…

Ok, abbiamo già capito tutti di chi si tratta…

Penso di sì.

Quale è il futuro dell’arte in televisione in quanto vendita d’arte e in quanto insegnamento d’arte?

L’arte sta andando benissimo – e parlo di investimento in arte – e questo è un aspetto. Su un altro piano, la passione e l’interesse per l’arte è crescente anche nelle nuove generazioni e ci sono canali che si stanno specializzando sempre più nell’offrire contenuti didattici e artistici, basti pensare a Sky Arte. Io sono molto ottimista e molto fiducioso: la televisione, è vero, è un vecchio strumento, ma penso che la proposta d’arte e anche la televendita d’arte possa giocare un ruolo molto importante per parecchi anni.

Cosa possono fare i canali generalisti per avvicinare ancora di più il pubblico a interessarsi all’arte e poi magari anche a comprarla? C’è un passo chi si può fare? C’è qualcosa che non è ancora stato fatto?

Un passo in più?? Uhm… sono aperto a suggerimenti: ci penso dalla mattina alla sera, ma per il momento non mi è ancora venuta nessuna idea. Se qualcuno da casa ne avesse una geniale la può segnalare…

La può scrivere in sede di commento in fondo al post…

Esatto!

Detto questo ti ringraziamo per il tuo contributo e se hai qualcosa di artistico da dire dilla, altrimenti chiudiamo qua…

Buona arte a tutti!

Grazie!

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