Home Notizie La Tv fra verità e disimpegno alla ricerca dell’ironia di chi la fa

La Tv fra verità e disimpegno alla ricerca dell’ironia di chi la fa

Riflessioni sulla televisione e sui “televisivi”.

di Hit
pubblicato 1 Maggio 2016 aggiornato 21 Gennaio 2021 18:08

Carlo Conti nel corso dell’intervista che ci ha concesso i giorni scorsi ha detto, senza troppi giri di parole, che la televisione di oggi e chi ci lavora, si prende in qualche modo troppo sul serio. Ha detto che gli piacerebbe possa tornare la leggerezza, il disimpegno e anche perchè no, un pochino di sana ingenuità del passato. E’ tutto vero e condivisibile, manca nell’universo televisivo di oggi l’ironia e qualsiasi battuta viene fatta, spesso e volentieri, viene interpretata come una critica dura e velenosa. Si vince, si perde, si è battuto quello, si è battuto quell’altro, quando invece il principale fine di ogni “televisivo” dovrebbe essere quello di fare un buon prodotto per il proprio pubblico.

C’è la televisione informativa, la televisione dell’impegno, la televisione documentaristica e la televisione del disimpegno. Ma la televisione in se, è verità? Ricordo monologhi di Beppe Grillo negli anni ottanta in cui prendeva in giro questo concetto, quello cioè della televisione “verità”, lanciata in qui tempi dalla Rai3 di Angelo Guglielmi. Ricordo in particolare una battuta su “Un giorno in pretura”, il programma che mostra la ripresa televisiva dei processi, quelli veri, in cui Grillo diceva: “Pensate, una volta un giudice diede una pena ad un accusato, poi disse se poteva rifare la scena perchè secondo lui non era venuta bene e alla seconda gli aumentò la pena”.

Ovviamente di battuta si tratta, ma il rischio che tutto ciò che viene mostrato dall’occhio del diavolo possa essere in qualche modo “manipolato” esiste. A proposito di questo, mi viene in mente un monologo che Peter Finch fece nel film di Sidney Lumet “Quinto potere” e che parlava proprio di questo tema. In quella pellicola del 1976 Finch (Oscar miglior attore protagonista) interpretava la parte di un “profeta dell’etere” in una feroce parodia del mondo della televisione. Vi riporto quello che diceva Finch in quel monologo:

La televisione non è la verità! La televisione è un maledetto parco di divertimenti, la televisione è un circo, un carnevale, una troupe viaggiante di acrobati, cantastorie, ballerini, cantanti, giocolieri, fenomeni da baraccone, domatori di leoni, giocatori di calcio! Ammazzare la noia è il nostro solo mestiere.

Quindi, se volete la verità andate da Dio, andate dal vostro guru. Andate dentro voi stessi, amici, perché quello è l’unico posto dove troverete mai la verità vera! Sapete, da noi non potrete mai ottenere la verità. Vi diremo tutto quello che volete sentire mentendo senza vergogna: noi vi diremo che… che Nero Wolfe trova sempre l’assassino e che nessuno muore di cancro in casa del dottor Kildare! E per quanto si trovi nei guai il nostro eroe, non temete: guardate l’orologio, alla fine dell’ora l’eroe vince. Vi diremo qualsiasi cazzata vogliate sentire!

Noi commerciamo illusioni, niente di tutto questo è vero! Ma voi tutti ve ne state seduti là, giorno dopo giorno, notte dopo notte, di ogni età, razza, fede. Conoscete soltanto noi. Già cominciate a credere alle illusioni che fabbrichiamo qui. Cominciate a credere che la tv è la realtà, e che le vostre vite sono irreali. Voi fate tutto quello che la tv vi dice: vi vestite come in tv, mangiate come in tv, tirate su bambini come in tv, persino pensate come in tv! Questa è pazzia di massa! Siete tutti matti! In nome di Dio, siete voialtri la realtà. Noi, siamo le illusioni.

Quindi spegnete i vostri televisori, spegneteli ora. Spegneteli immediatamente! Spegneteli e lasciateli spenti! Spegnete i televisori proprio a metà della frase che sto dicendo adesso, spegneteli subito!”.

Sono passati 40 anni da quelle parole e la televisione è cambiata e sono anche cambiati i modi della sua fruibilità grazie all’avvento del web. Il concetto base però rimane in qualche modo inalterato, seppur con i dovuti aggiornamenti temporali. La televisione rimane, sopratutto quella del disimpegno, un piccolo, grande parco di divertimenti, che in un certo senso tende sempre a “conformare” ciò che inghiotte, o se preferite ciò che mostra quotidianamente.

Prendete per esempio il successo di “Ciao Darwin“, programma questo da alcuni additato come “Tv trash”. Semplicemente si tratta di tv del disimpegno, sono momenti in qualche modo liberatori che sono la reazione a ciò che la società di tutti i giorni ci mette di fronte. Mi viene in mente una novella di Luigi PirandelloLa carriola“. Il protagonista è un avvocato di grande successo e molto richiesto che trova la liberazione al suo vivere quotidiano in un gesto apparentemente folle, quello cioè di prendere il suo cane per le zampe posteriori e fargli fare la carriola, facendogli compiere alcuni passi nel suo studio, ovviamente di nascosto dai suoi clienti.

La tv è tutto ed il contrario di tutto, ma difficilmente è verità, almeno la verità che intendiamo nella vita di tutti i giorni. Ovvero la vita senza occhi meccanici puntati addosso, la vita che non è quella degli smatphone, dei tablet, dei pc, o di tutto ciò che è virtuale. Prendiamola tutti allora con leggerezza questa televisione, con disimpegno e sana ironia, magari giocando con il nostro cane (se ce l’abbiamo) o facendoci due belle risate quando è il momento.