Home Daria Bignardi Serena Dandini: “Sogno la tv della domenica pomeriggio. La Bignardi? Mai vista”

Serena Dandini: “Sogno la tv della domenica pomeriggio. La Bignardi? Mai vista”

Che la Dandini voglia condurre Kilimangiaro? Per l’ex conduttrice di Avanzi “la tv artigianale è morta”

24 Marzo 2016 10:26

dandini

Serena Dandini è viva e lotta insieme a noi… a teatro. Dopo il flop su La7 del suo The Show must go off del 2012, successivo alla chiusura di Parla con me su Rai3 del 2011, la conduttrice si era dedicata alla radio, conducendo #staiSerena su Radio2.

Il suo presente professionale oggi è teatro, visto che cura la regia dello spettacolo di Giovanni Vernia, Strano ma Vernia, che debutterà a Roma al Sistina il 9 maggio e il 13 sarà al Dal Verme di Milano (“Giovanni è un talento, scrive, fa Fabrizio Corona che si presenta sindaco di Milano, canta, il suo Mika è eccezionale”). Perché è dietro il sipario che, a detta sua in un’intervista a Repubblica, sono sopravvissuti gli Avanzi di satira:

“Oggi si va avanti per format precotti, nessuno rischia. La tv artigianale è morta, e i risultati si vedono. Non esistono più i laboratori creativi”.

C’è la possibilità che la Dandini torni su Rai3, visto il rumor sul suo incontro con il nuovo direttore Daria Bignardi?

“E’ una leggenda metropolitana, non ci siamo mai viste”.

Eppure la conduttrice ha un sogno nascosto:

“Oggi mi incuriosirebbe la domenica pomeriggio. Intanto scrivo un programma per Mario Tozzi sull’ambiente, sul paradiso terrestre che abbiamo distrutto. Dove andrà in onda? Non lo so, io intanto scrivo”.

E la satira oggi dov’è finita?

“Si fa sul web. Si chiude una porta e si apre un portale. Il web non è il nemico della tv ma è l’unico laboratorio rimasto. C’è linfa vitale perché in questi anni la tv è stata prona alla politica, più timorosa che mai. In rete non c’è nessun capostruttura che viene a dire cosa disturba. Guglielmi a Rai3 aveva la grande intelligenza di lasciarti libero di esprimere la creatività e anche di andare a sbattere. Il primo anno ad Avanzi non ci filò nessuno. Ma qui sta la forza di un direttore che crede nel prodotto: c’erano i germogli. Lavorando puoi migliorare. Con Avanzi abbiamo davvero raccontato un mondo che stava cambiando”.

Quanta nostalgia…

Daria Bignardi