Home Ballarò Gianni Riotta: “Ballarò? Non è possibile, Massimo Giannini sta facendo una bellissima trasmissione”

Gianni Riotta: “Ballarò? Non è possibile, Massimo Giannini sta facendo una bellissima trasmissione”

Riotta su Radio 2 smentisce le voci del suo passaggio alla conduzione di Ballarò.

pubblicato 17 Marzo 2016 aggiornato 2 Settembre 2020 03:20

Dopo la nomina di Daria Bignardi a direttore di Rai 3 son tanti i rumors che si sono rincorsi sul nuovo corso e sulla programmazione della terza rete RAI. Tra questi, la presunta intenzione di chiudere alcuni programmi. La Bignardi, come sappiamo, ha nettamente smentito:

Oltre questo, si era pure ravvivata la voce che voleva Gianni Riotta al posto di Massimo Giannini alla conduzione di Ballarò. Intervistato dal programma Un giorno da pecora su Radio2, il giornalista ha smentito categoricamente questa possibilità, anzi ha augurato ‘lunga vita’ al talk show politico e al suo attuale conduttore:

Non è possibile, Gianni non potrebbe mai sostituire Giannini.. Massimo sta facendo una bellissima trasmissione, lunga vita a Giannini. Se me lo proponessero? No. Primo perché non me lo proporrebbero, secondo perché l’anno prossimo ci sarà Giannini. E poi è una trasmissione inventata da un giornalista, fatta da un altro giornalista, perché dovrei farla io?

Anche sulle voci di un suo corsa per la direzione del Tg3: “Non potrei. Mio fratello Luciano è uno dei caporedattori del Tg3, non posso certo fare il capo di mio fratello. Non mi obbedirebbe mai“, mentre all’accusa di essere uno dei giornalisti più “renziani“, ironicamente ha ribattuto: “Si, come no, dicono che elogio Renzi perché voglio fare il direttore di Televideo…“.

Infine, sulle critiche molto severe mosse da Marco Travaglio – direttore del Fatto Quotidiano – al suo programma Parallelo Italia (“uno dei più brutti talk show della storia della tv“), Riotta pensa che tutto nasca da suoi passati trascorsi con la testata:

Si vede che non gli è piaciuto. D’Altra parte, una volta, io sporsi una querela contro il Fatto, perché scrissero che avevo fatto una cosa che invece non avevo fatto, e vinsi. Il giornalista che aveva scritto il pezzo in questione con grande lealtà disse di avere sbagliato, e si vede che questo agli amici del Fatto è rimasto un po’ di traverso.

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