Home Daria Bignardi: “Le critiche? Ne riparliamo fra tre anni con la qualità, non solo ascolti. Vorrei rimodernare Rai 3”

Daria Bignardi: “Le critiche? Ne riparliamo fra tre anni con la qualità, non solo ascolti. Vorrei rimodernare Rai 3”

“Andrea Vianello aveva cercato per due volte di portarmi a Raitre. Le Invasioni non sono state un flop”: le prime dichiarazioni di Daria Bignardi, nuova direttrice di Rai 3.

pubblicato 23 Febbraio 2016 aggiornato 2 Settembre 2020 04:18

Daria Bignardi ha scelto il settimanale Tv Sorrisi & Canzoni per rilasciare la prima intervista post-investitura a nuova direttrice di Rai 3. “E’ stata una sorpresa anche per me”, confida la neo-direttrice alla giornalista Solange Savagnone. Ha accettato “per la passione con la quale mi ha raccontato (si riferisce al direttore generale Antonio Campo dall’Orto, ndr) come vuole trasformare la più grande azienda culturale italiana, con amore e rispetto della sua storia. Mi ha contagiato con il suo entusiasmo e mi sono ritrovata completamente nella sua visione e nel suo progetto di rinnovamento. Non potevo dire di no, restare a casa a scrivere libri e pensare alla famiglia. E’ una chiamata che ti porta al centro di importanti responsabilità editoriali ma anche civili”.

La prima riunione ufficiale c’è stata ieri, lunedì 22 febbraio. “Ho cominciato il passaggio di consegne con Andrea Vianello, collega disponibile e persino affettuoso. Ci conosciamo bene perché, ora lo posso dire, negli ultimi anni aveva cercato per due volte di portarmi a Raitre. Una volta non me l’ero sentita io e l’altra La 7 aveva deciso di esercitare il diritto di opzione sul mio contratto e non me lo aveva consentito”. Ma ora si fa sul serio: “Cominceremo a lavorare sul quotidiano e sui progetti a lungo termine. La cosa buona di avere tanta esperienza di scrittura e conduzione è che conosco le difficoltà e le esigenze di chi fa i programmi e mi metterò al loro servizio. La cosa più importante ora è fare squadra e confrontarsi. Un po’ alla volta faremo programmi nuovi e porteremo altri volti, ma non fatemi dire i nomi altrimenti me li rubano”.

Quindi confida che Raitre “è sempre stata la mia preferita tra le reti Rai. La più affine a me. Che tempo che fa di Fabio Fazio è molto vicino al mio modo di intendere la tv. E’ un programma contemporaneo non solo nei contenuti ma anche nella forma: le luci, la regia, la scenografia, la grafica. Ecco, un po’ alla volta vorrei rimodernare tutta la rete anche dal punto di vista formale. Ci vorrà tempo ma ci proveremo”.

La sua nomina è stata quella che ha suscitato maggiori critiche e polemiche. Lei vuole rispondere “con il mio lavoro. Ne riparliamo fra tre anni” (i direttori vengono assunti con contratti a termine di tre anni). “Le critiche ci sono sempre – continua – l’unico modo per smontarle sono i fatti, che non stanno solo negli ascolti ma anche nella qualità. A questo proposito mi fa ridere che abbiano parlato di flop per Le invasioni barbariche, un talk che ha fatto la storia di La 7. Sono orgogliosa delle Invasioni come lo sono di Tempi moderni, il primo programma che ho scritto 20 anni fa”.

Solange Savagnone, poi, le ricorda le sue dichiarazioni sulla tv (“Non guardo la tv. So che suona malissimo e faccio la figura della snob e dell’antipatica, ma accendo il televisore solo in agosto, in montagna: tra l’altro si vedono solo quattro canali. Il resto dell’anno non mi viene”, aveva detto): “Ma era una battuta che avevo fatto durante un’intervista. Ecco, vorrei fare una tv dove non si parlasse per sentito dire. Non solo guardo la tv ma mi piace moltissimo […] E’ una sorta di mal d’Africa che non ti lascia più”, chiosa. Le crediamo?

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