Home Notizie Il prime time è donna/3 – Il Signorino Buonasera: “Mi batto ancora con la Rai per fare l’annunciatore tv”

Il prime time è donna/3 – Il Signorino Buonasera: “Mi batto ancora con la Rai per fare l’annunciatore tv”

*QUESTO CONTRIBUTO E’ UN’ESCLUSIVA DI TVBLOG* Se c’è uno che ha fatto della discriminazione maschile in tv una vera battaglia è Massimiliano Cordeddu, in arte l’aspirante Signorino Buonasera. Dopo essere finito nell’occhio del ciclone, prima internettiano e poi giornalistico, di lui sembrava essersi persa ogni traccia. E invece sta portando avanti una vertenza legale con

31 Gennaio 2009 15:33

TvBlog Awards 2009

massimiliano cordeddu signorino buonasera *QUESTO CONTRIBUTO E’ UN’ESCLUSIVA DI TVBLOG* Se c’è uno che ha fatto della discriminazione maschile in tv una vera battaglia è Massimiliano Cordeddu, in arte l’aspirante Signorino Buonasera. Dopo essere finito nell’occhio del ciclone, prima internettiano e poi giornalistico, di lui sembrava essersi persa ogni traccia. E invece sta portando avanti una vertenza legale con la Rai senza alcun indugio. Il “Signorino” in questione, infatti, sottolinea fieramente di conoscere tutte le leggi italiane ed europee per promuovere le pari opportunità, in particolare quelle riguardanti i mezzi di comunicazione. Inoltre ci dice di avere dei rapporti di lavoro con i giornalisti delle principali televisioni europee.

Perciò la nostra proposta di parlare di aspiranti conduttori penalizzati e di abuso della gnocca in tv lo invita a nozze. Se dovesse fondare un partito o fare il ministro delle comunicazioni una cosa è certa: si batterebbe per le quote blu.

“Parto subito dal vostro caso: Massimiliano Ossini, che ha poche speranze, al momento, di poter dare prova del suo talento in prime time. A furia di fare esperienze diventerà vecchio, la sua bellezza fisica sfiorirà e a quel punto sarà ‘maturo’ per condurre una prima serata. Che il giovane maschio in tv sia discriminato, lo confermano le statistiche europee e in particolare la bufera scatenata dal conduttore televisivo della BBC Jeremy Paxman, paragonabile per autorevolezza al nostro Enrico Mentana. Il noto showman, infatti, lo scorso agosto a margine del Festival di Edimburgo ha dichiarato: ‘Io vi dico che la cosa peggiore in questa industria televisiva è essere un uomo, bianco e di classe media. Anzi, quando viene da me un middle-class white man e mi dice che vorrebbe lavorare in tv lo sconsiglio, gli dico subito che non ha chance’. Il problema a ben vedere non è solo italiano, ma investe i media a livello mondiale”.

Ah sì? Interessante…

“Che la patatina tiri è un modello culturale imposto da una minoranza e i dati statistici Istat lo dimostrano. La televisione è dominata dalla presenza di belle donne, ma a solo uso e consumo del telespettatore maschio, discriminando allo stesso tempo le milioni di donne che vorrebbero a loro volta vedere in video un bell’uomo. In Italia tra l’altro, fonti Istat alla mano, l’altra metà del cielo è numericamente superiore alla popolazione maschile. Le donne in Italia sono il 51,44%, aggiungendo un altro 10% di maschi omosessuali, (percentuale ricavata da stime non statistiche, ma presunte dai manuali di sociologia), ne ricaviamo che al 61% degli italiani non dispiacerebbe essere appagato della visione di un bell’uomo in prima serata tv”.

A tal proposito Massimiliano Cordeddu si è preso davvero a cuore le sorti del suo omonimo, Massimiliano Ossini, a cui si ispira il caso che sta impazzando a TvBlog:

“Neanche a farlo apposta, quello di cui vi dicevo corrisponde all’esatta percentuale del sondaggio di Tvblog, nel quale il campione intervistato chiede di dare più spazio all’aitante, ma non solo, Massimiliano Ossini. Se ne deduce che una minoranza di maschi eterosessuali detiene l’intero potere decisionale sui modelli culturali e di costume vigenti nel nostro Paese. Questa scomoda verità della donna “oggetto”, ad uso e consumo del telespettatore maschio eterosessuale, è ben rappresentata da un noto spot televisivo interpretato da Rocco Siffredi, il quale esclama: “La patatina tira”, utilizzando volutamente il significato ambivalente del “brand” pubblicizzato”.

E’ un fiume in piena, non si riesce a fermarlo per quanto gli sta a cuore l’argomento:

“I presidenti, i direttori di rete e dei telegiornali delle televisioni pubbliche e private sono uomini, questi impongono a loro “gusto” (sessuale) e piacimento, cosa debba essere trasmesso in tv. Constatato questo dato empirico, non ci si aspetta certamente che essi permettano ad un bel ragazzo di condurre uno show in prima serata, gli preferiranno sempre una bella ragazza, e pazienza se questa parli a stento l’italiano perché straniera o se la scelta ricade su una bellezza nostrana, quest’ultima non riesca a coniugare un verbo o sbagli tutti i congiuntivi!”.

E allora cos’hai da dire sui pochi presentatori sopravvissuti?

“Nei rari casi in cui vengono scelti degli uomini per condurre una prima serata, solitamente sono vecchi e possibilmente più brutti di chi li ha scelti, cosi da non avere complessi. Giancarlo Magalli, Pippo Baudo, Gerry Scotti, Paolo Bonolis, Fabrizio Frizzi etc, sono dei grandi professionisti della televisione italiana, nessuno lo mette in dubbio, ma non si può certo dire che incarnino un modello canonico di bellezza maschile. Gli unici uomini in tv che riscuotono il consenso del pubblico anche per la loro bellezza fisica sono pochi; Fiorello, Massimiliano Ossini e in ultimo i mezzi busto di Skytg24! Murdoch ha capito che il vero mercato da soddisfare per incrementare gli utili e il numero delle parabole sui tetti italiani, è quello castigato, in fuga dalla televisione generalista”.

Addirittura, senza che gli si chieda nulla, ci tira in ballo pure Sanremo:

“Una conferma della tesi esposta sopra viene analizzando il cast del prossimo Festival di Sanremo; un conduttore non bello (certamente un grande professionista) e cinque belle donne “brand” che lo assisteranno durante le cinque serate. Aggiungiamoci Povia che canterà un brano omofobo e dulcis in fundo le conigliette di Playboy!”.

Ecco, però per dovere di cronaca va detto che il Paolino nazionale, per farsi perdonare da donne e pubblico gay, ha chiamato anche un modello per ogni sera tra cui il monumentale David Gandy di Dolce e Gabbana. Però su una cosa non si può che essere d’accordo con lui:

“Click! Questa è la fotografia del modello televisivo vigente nel nostro Paese: una televisione maschilista e omofoba”.

continua…