Home Roberto Saviano Roberto Saviano a TvTalk risponde a Blogo: “Mi dispiace non aver costruito qualcosa con Biagi”

Roberto Saviano a TvTalk risponde a Blogo: “Mi dispiace non aver costruito qualcosa con Biagi”

Lo scrittore -e conduttore tv- Roberto Saviano è stato ospite di TvTalk nella prima puntata del 2016: e la sua risposta alla domanda di Blogo ha un po’ eluso la questione…

pubblicato 9 Gennaio 2016 aggiornato 2 Settembre 2020 06:18

Roberto Saviano è stato ospite della prima puntata del 2016 di TvTalk , la cui prima parte è stata incentrata naturalmente sull’analisi “tecnica” del racconto del suo Imagine, andato in onda il 28 dicembre 2015 su DeejayTv e sul web.

La domanda per Saviano da parte della community di Blogo, arrivata in chiusura del suo intervento che ha occupato tutta la prima parte della trasmissione, è stata quella di Marcolearn:

Hai collaborato con due big come Fazio e la De Filippi con chi altro ti piacerebbe lavorare in tv?

La risposta di Roberto Saviano, anche in merito ad alcuni spezzoni di vecchie interviste mostrate, non ha contenuto nomi diretti: soltanto un rimpianto, forse, e un’ulteriore occasione per suggerire la commistione di linguaggi televisivi.

Non ho un nome. Fazio e De Filippi mi hanno dato la possibilità di avere uno spazio: è lo spazio che ho e il programma che costruiscono. Prima ho rivisto Enzo Biagi e mi dispiace che non ci sia stata la possibilità di costruire qualcosa. Il cortocircuito tra web e tv è meraviglioso: la tv ha quel tempo che il web non ha. Poter stare in tv e comunicare col web impone al web un tempo: un tempo che se la facessi solo online, le persone la percepirebbero come una forzatura. La televisione deve riconoscere la sua identità e la possibilità di entrare in dialettica col web, come la tv di Biagi o le interviste di Minà. Hanno molto da entrare in dialettica col web.

La citazione di Enzo Biagi è stata doverosa perché in puntata è stato mostrato un vecchio spezzone di un’intervista che il grande giornalista italiano fece a Saviano nel 2007, all’epoca del suo ritorno in televisione dopo il cosiddetto “editto bulgaro” di Silvio Berlusconi.

Era un momento difficilissimo della mia vita, ero già sotto protezione. Tutti si aspettavano l’intervista al Presidente della Repubblica, invece Biagi chiamò me. Lo studio era stato ricavato da un pezzo del salotto di casa sua. Fu incredibile quell’intervista: mi portò a raccontare qualcosa, senza dare dettagli del libro. Le sue interviste sono fondamentali, il grande rammarico è non potere più vedere quel modo di fare interviste perché sull’online si vedono poco. È tutta una questione di metodo: non porta una dichiarazione d’agenzia, ma cerca di lasciare allo spettatore qualcosa che nella sua trasmissione si è portato.

saviano biagi tv talk

Nel corso della sua partecipazione a TvTalk, lo scrittore di Gomorra non ha lesinato spiegazioni sull’impostazione scelta per la sua ultima apparizione televisiva Imagine, con un linguaggio molto affascinante da ascoltare:

Ho cercato attraverso la fotografia, quindi qualcosa di immobile, di raccontare la velocità, l’infinita mobilità della comunicazione oggi. Ovviamente ho raccontato di ISIS perché il suo modo di raccontare e raccontarsi ha sfruttato tutte le contraddizioni del nostro tempo. Sono partito dal kalashnikov perché ce lo abbiamo negli occhi. Inc qualche modo tutta la narrazione che cerco di poter fare in televisione è basata sul tempo: la velocità non permette di approfondire e di capire, io volevo provarci.

Tra le citazioni dei suoi maestri, anche Beniamino Placido, Danilo Dolci e il Maestro Alberto Manzi: un tv più pedagogica e comunicativa, secondo Saviano.

Beniamino Placido e il Maestro Manzi li tengo presenti. Era la televisione che prendeva informazione da gente come Danilo Dolci, cioè la possibilità di incontrare l’altro attraverso il tempo e la parola. Devi costruire un racconto in modo tale di essere accolto, anche se non condiviso. Ho sempre studiato questo stile di comunicazione.

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Roberto Saviano