Home Notizie Le nozze di Laura, Avati racconta il Vangelo con la crudezza necessaria a svelare le troppe differenze nella società

Le nozze di Laura, Avati racconta il Vangelo con la crudezza necessaria a svelare le troppe differenze nella società

Le nozze di Laura racconta un episodio del Vangelo con la durezza di un contesto contemporaneo che evita di cadere in facili moralismi e che svela un messaggio di solidarietà e rispetto

pubblicato 7 Dicembre 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 07:28

Non riesce subito ad entrare in sintonia con i telespettatori, Le nozze di Laura: il film-tv di Raiuno necessita di superare la prima parte per poter davvero diventare un racconto che riesce a sfruttare gli elementi dell’episodio del Vangelo di Giovanni de Le nozze di Cana. Quando supera qualche ostacolo dovuto ad una partenza troppo semplice ed approssimativa, la pellicola di Pupi Avati arriva dritto al centro del racconto, e svela tutte le debolezze della società contemporanea.

Le nozze di Laura non è solo un film sull’amore tra due persone apparentemente diverse tra di loro. Avati ha voluto inserire all’interno del racconto una serie di personaggi rappresentativi di due fazioni costruite da un mondo che ha bisogno di capire cosa voglia dire “normalità”. La protagonista Laura (Marta Iagatti) si trova nel mezzo tra chi è accettato dalla società, grazie alla sua famiglia proprietaria di un frutteto in Calabria, e tra chi invece è emarginato e considerato troppo diverso, come Karimu (Valentino Agunu), bracciante che lavora proprio nei campi del padre della ragazza.

Proprio questa necessità di dover dividere il mondo tra chi meriterebbe rispetto e chi no sfocia in un confronto generazionale tra Laura ed i suoi genitori, ma anche tra la protagonista e gli altri abitanti del suo paese. La mancanza di comprensione diventa simbolo di chi vuole rimanere attaccato a valori che non accettano nulla di diverso: chi, invece, vede in ciò che è differente qualcosa che può arricchire la propria cultura, come la zia Maria (Lina Sastri) ed il cugino (Alessandro Sperduti), viene bollato come problematico o incapace di stare con gli altri.

Il messaggio religioso così come lo abbiamo inteso in numerose altre fiction passa in secondo piano: l’intento di Avati è comunicare sì un messaggio contenuto nel Vangelo, ma senza renderlo evidente e moralistico, ma raccontandolo con la naturalezza di un contesto crudo, lontano dai valori di solidarietà che sono contenuti nella fiction. Nel farlo, il regista scivola in qualche semplificazione di troppo, ma raggiunge il suo scopo: sebbene Le nozze di Laura possa risultare non facile da seguire, è sicuramente meglio di tante altre fiction che promulgano messaggi simili in contesti irreali e sdolcinati.

Proprio la durezza che deve affrontare Laura rivela la semplicità del senso del racconto di Avati, che non pretende di svelare nulla ma, con dolcezza, vuole ricordarci l’umanità che a volte dimentichiamo.