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Lea, il film-tv è schietto per ricordare la ribellione della protagonista

Lea è un film-tv che racconta la storia di Lea Garofalo e della figlia Denise senza perdersi in dialoghi e scene che ne rallenterebbero il ritmo, ma arriva dritto al punto mostrando la forza delle due protagoniste nella loro lotta alla criminalità organizzata

pubblicato 18 Novembre 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 08:14

Raiuno ha mandato in onda in queste settimane tre fiction che hanno voluto raccontare storie legate alla criminalità organizzata in Italia: ma se con Sotto Copertura l’intento era quello di mostrare la cattura del boss Iovine in chiave poliziesca, e con Questo è il mio paese si è inventata una località che rappresentasse le difficoltà del Sud Italia, con Lea l’impatto è ben diverso.

Il film-tv di Marco Tullio Giordana va dritto al punto e racconta la vita di Lea Garofalo (Vanessa Scalera), donna che, dopo aver vissuto nella paura insieme alla figlia Denise (Linda Caridi), decide di affidarsi alla giustizia per dare alla ragazza un futuro migliore e che, per questo, viene uccisa.

Il regista non vuole inventarsi un racconto, ma si attiene a quanto accaduto, portando in tv una storia forte e simbolica di una lotta alla mafia che va combattuta proprio in ricordo di chi si è ribellato. Il film-tv non santifica Lea, nè rappresenta il racconto che la vede al centro cambiandone personaggi a favore di pubblico, ma vuole avere quella forza e coraggio che la storia stessa della Garofalo ha avuto.

Il racconto si sofferma sulla protagonista e sulla figlia, e su come la prima trasmetta alla seconda quel senso della giustizia e della ribellione al clan che le hanno permesso di andarsene via dall’abitazione in cui il compagno Carlo (Alessio Praticò) gestiva i suoi affari illeciti. Un rapporto, quello tra le due, che si snoda lungo tutto il racconto mostrandone la forza e la capacità di alzare la testa.

Per certi versi il lavoro di Giordana risulta essere troppo schematico, veloce e schietto nel raccontare le vicende che porteranno all’omicidio di Lea ed alla decisione della figlia di testimoniare in aula. Ma non c’è tempo per abbellire il racconto con dialoghi strappalacrime o scene superflue: il film-tv vuole essere così per poter evidenziare il senso di ribellione della protagonista, sfruttando un cast poco noto al grande pubblico ma bravissimo in ogni ruolo. Questo è l’obiettivo di Lea, più ancora dell’intento informativo. Il regista ha voluto portare in tv il racconto di una donna che merita di essere ricordata e che deve servire per ricordarci quanto sia importante saper dire di no e scegliere il futuro migliore per noi e per chi ci circonda.