Home Rai 2 Justice, su Raidue: quando lo spostamento di palinsesto fa bene al telefilm

Justice, su Raidue: quando lo spostamento di palinsesto fa bene al telefilm

E’, insieme a “Merlin”, la serie di cui ci ricorderemo di più finite le vacanze, non solo per i contenuti, ma anche per l’inaspettato successo che piano piano sta ottenendo: “Justice” (gallery), partito su Raidue a metà dicembre il venerdì in seconda serata, sta conquistando una piccola ma importante fetta di pubblico -come dimostrano i

29 Dicembre 2008 10:00

Justice
E’, insieme a “Merlin”, la serie di cui ci ricorderemo di più finite le vacanze, non solo per i contenuti, ma anche per l’inaspettato successo che piano piano sta ottenendo: “Justice” (gallery), partito su Raidue a metà dicembre il venerdì in seconda serata, sta conquistando una piccola ma importante fetta di pubblico -come dimostrano i post auditel del nostro Share-.

Tutto questo, soprattutto dopo lo spostamento di palinsesto, che vede la serie adesso collocata al sabato sera con due episodi dalle 21:50. Se Italia1 si mangia le mani per avere maltrattato due serie come “Terminator” e “Bionic Woman” affossandole nell’anonimato dell’auditel, Raidue , insomma, può dirsi soddisfatta.

Non che “Justice” sia il re dei procedural, e lo dimostra il fatto che in America delle 13 puntate prodotte da Jerry Bruckheimer (quello di “C.S.I.”) ne siano state trasmesse da Fox solo 12, causa bassi ascolti (ma la tredicesima noi la vedremo). Però, vuoi un buon cast e delle buone storie di puntata, si fa seguire senza troppi compromessi, e ci fa entrare in un tribunale statunitense dove difendere una persona diventa solo un lavoro.

La pensa così almeno il personaggio di Alden Tuller (Rebecca Mader, ora in “Lost”), a cui poco importa se il suo cliente abbia ragione o meno. Quest’idea è però alla base della serie stessa, che disorienta proprio in quanto non vuole addentrarsi in questioni troppo moraliste, ma ci mostra in maniera dettagliata ed intrigante le varie fasi di un processo americano.

Il telespettatore rimane poi costretto a seguire l’episodio fino alla fine quando, terminato il processo, viene mostrato il momento del reato e si capisce se l’imputato fosse veramente innocente: l’obiettivo dei protagonisti (oltre alla Mader, Victor Garber -uno dei protagonisti di “Alias”-, Kerr Smith“Dawson’s Creek”– e Eamonn Walker -visto in “Oz”-) è quello di fare in modo che il proprio cliente venga assolto, tutto qui.

Questa, oltre all’uso di inusuali tecnologie per un procedural e ad un inedito rapporto che ci viene mostrato tra giustizia e media, è la base della curiosità che “Justice-in nome della legge” sta stimolando in molti italiani. Certo, il deserto contenutistico del sabato sera avrà di sicuro la sua parte, ma nonostante le poche puntate questo telefilm non è da sottovalutare. E, una volta ogni tanto, una serie un po’ maltrattata ha avuto la sua attenzione, in barba al palinsesto.



Justice-nel nome della legge
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