Home La 5 Downton Abbey, la quinta stagione su La 5: i venti di cambiamento portano novità e problemi

Downton Abbey, la quinta stagione su La 5: i venti di cambiamento portano novità e problemi

Su La 5 la quinta stagione di Downton Abbey. I Crawley affrontano le novità politiche dell’Inghilterra preoccupati che possano avere delle conseguenze sull’aristocrazia, mentre i loro servitori hanno a che fare con problemi quotidiani e legati al loro lavoro

pubblicato 18 Ottobre 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 09:28

Nuova collocazione per Downton Abbey: la quinta stagione andrà infatti in onda da questa sera alle 21:10 su La 5, che ha già trasmesso le repliche delle stagioni passate durante l’estate scorsa e prende così il testimone da Rete 4. Cambia il canale, ma non cambia lo stile raffinato e british con cui la serie tv si è fatta conoscere in tutto il mondo, diventando un vero e proprio fenomeno di costume.

-Attenzione: spoiler-
La quinta stagione è ambientata nel 1924, e vede la famiglia Crawley alle prese con alcuni cambiamenti all’interno della politica e società inglese. In quell’anno, infatti, viene eletto il primo governo laburista, guidato da Ramsay MacDonald, cosa che non piace a Robert (Hugh Bonneville), che teme che la notizia possa avere delle ripercussioni sull’aristocrazia, ma neanche al Signor Carson (Jim Carter), che preferisce la tradizione all’innovazione. I primi cambiamenti, però riguardano anche lui, dal momento che gli abitanti del villaggio gli chiedono di essere il presidente di un comitato predisposto per la realizzazione di un monumento in ricordo dei caduti di guerra. Tra questi soldati, la Signora Patmore (Lesley Nicol) vorrebbe che ci fosse anche il nipote, che però è stato considerato disertore, e per questo chiederà aiuto al maggiordomo.

Lady Mary (Michelle Dockery), intanto, cerca di trovare un nuovo impiego dopo la scomparsa di Matthew (Dan Stevens), decidendo di occuparsi degli affari dei terreni di proprietà della sua famiglia insieme a Branson (Allen Leech) che, nel frattempo, stringe amicizia con l’insegnante progressista Sarah Bunting (Daisy Lewis), che avrà qualche problema a farsi accettare all’interno della famiglia. Edith (Laura Carmichael), soffre per l’assenza di Gregson (Charles Edwards) ma anche per l’impossibilità di stare accanto alla figlia Marigold (Eva e Karina Samms), che viene cresciuta da Tim Drewe (Andrew Scarborough) e da sua moglie (Emma Lowndes).

Problemi, inoltre, tra Lady Violet (Maggie Smith) ed Isobel (Penelope Wilton): quest’ultima, infatti, riceve una proposta di matrimonio da Lord Merton (Douglas Reith), che potrebbe farla diventare di rango superiore a Violet. La contessa, inoltre, complice l’attività di Rose (Lily James) a favore di un gruppo di russi presenti a Londra, incontra il Principe Igor Kuragin (Rade Sherbedgia), con cui aveva condiviso una passione in passato. Restando ai piani alti, infine, Robert deve anche affrontare le avances di Simon Bricker (Richard E. Grant) nei confronti di Cora (Elizabeth McGovern).

Andando ai piani inferiori, invece, anche la servitù deve affrontare i cambiamenti di quegli anni e non solo: Daisy (Sophie McShera), ad esempio, decide di migliorare la propria istruzione per avere un futuro migliore, spronata da Sarah. La Signorina Baxter (Raquel Cassidy), invece, nasconde un segreto, che rischia di essere svelato da Barrow (Rob James-Collier); Anna (Joanne Froggatt) e Bates (Brendan Coyle) sono ancora alle prese con le indagini sulla scomparsa del Signor Green (Nigel Harman), mentre la Signorina Hughes (Phyllis Logan) inizia a pensare a quando non lavorerà più alla tenuta.

La quinta stagione di Downton Abbey segue l’evoluzione storica dell’Inghilterra degli anni Venti, riuscendo a risultare credibile senza rinunciare allo stile con cui lo show di Itv è diventato famoso. Le vicissitudini della famiglia aristocratica e di chi lavora per loro sono ancora capaci di incuriosire il pubblico, grazie ad un’ambientazione sempre suggestiva ed a personaggi che ben rispecchiano la società inglese dei primi anni del Novecento. Un affresco elegante che in Italia non ha avuto lo stesso successo dei Paesi anglofoni, ma che ha anche da noi un pubblico di affezionati.

La 5