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L’Isola dei Laicisti

La conduzione una volta tanto non sarà affidata alla solita coscialunga che seduta sulle sue opinioni tracima tette e sorrisi ma a una voce off, calma, profonda paterna un po’ lontana e soprattutto tedesca.Lo scenario sarà un’isola dell’Adriatico un po’ brulla con una collocazione indefinita a metà fra Otranto e il Bosforo.E’ il contesto del

4 Dicembre 2005 08:29

La conduzione una volta tanto non sarà affidata alla solita coscialunga che seduta sulle sue opinioni tracima tette e sorrisi ma a una voce off, calma, profonda paterna un po’ lontana e soprattutto tedesca.

Lo scenario sarà un’isola dell’Adriatico un po’ brulla con una collocazione indefinita a metà fra Otranto e il Bosforo.

E’ il contesto del nuovo format che inoltrerò al Dott.Meocci-Petruccioli prima che la banda dell’Umivo gli ciuli la poltrona a favore di qualche relitto del comunismo polpottista.

Il format si chiamerà L’ISOLA DEI LAICISTI: non dei “Laici” – badate! – dei “Laicisti”, un frequentativo che allude alla reiterazione compulsava della devianza.

L’ISOLA DEI LAICISTI farà un botto di ascolto:

1°) perché i “laicisti” non dovendo difendere un’immagine pubblica di monogamia e castigatezza potranno portare sull’isola e dentro il CPC (centro di permanenza cablata) delle belle ragazze che alzano l’audience a tutti, credenti e non. I detenuti però non potranno toccarle (niente scopate in diretta come nel GF!)

2°) perché sarà il primo reality che rappresenta davvero la realtà dell’Italia : un’isola laica circondata dall’oceano degli embrio-con e degli atei-clericali.

L’Istituzione in cui saranno chiusi i “laicisti”sarà una via di mezzo fra Pianosa e un girone Dantesco. Un reparto di punizione simile al “boicot” di Goli Otok o alla sezione “A” di Guantanamo ospiterà gli Atei , abbigliati con le caratteristiche tute arancioni (pensate che hanno ancora un sito e venerano Giordano Bruno).

L’evento del reality , che verrà raccontato dalla voce-off, sarà il ravvedimento e la conversione dei reclusi, specie di quelli che appartenevano al jet set di quella scienza ancora convinta che il mondo sia nato da un’esplosione.