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Lamberto Sposini chiede 10 milioni di euro alla Rai

Lamberto Sposini chiede 10 milioni di euro alla Rai per aver ritardato i soccorsi.

pubblicato 7 Settembre 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 11:08

Lamberto Sposini è ricorso alla Corte di Appello con una richiesta di risarcimento nei confronti della Rai di 10 milioni di euro perché il 29 aprile 2011, quando il conduttore era stato colpito da un malore poco prima che iniziasse La vita in diretta, l’azienda pubblica avrebbe ritardato i soccorsi.

Il 26 febbraio scorso, in primo grado, la richiesta era stata esaminata dal tribunale di Roma che, attraverso il giudice Mariapia Magaldi, aveva respinto il ricorso presentato contro la Rai. Il magistrato dichiarò che né la Rai né i primi soccorritori potevano essere responsabili di errori: “L’esame delle numerose telefonate effettuate dal personale della Rai evidenzia una piena consapevolezza della gravità della situazione e della necessità di un pronto e specialistico intervento. La lamentata mancanza di tempestività è ascrivibile ai tempi attesi per l’arrivo dell’ambulanza nonostante le ripetute telefonate al 118: è evidente che in ordine a tale disfunzione del servizio del 118 (che ha inviato un’ambulanza che si trovava distante dagli studi di via Teulada) alcuna responsabilità può essere iscritta al datore di lavoro. La Rai non può essere ritenuta responsabile della fase successiva alla presa in carico del paziente in quanto la decisione in ordine al Pronto Soccorso presso il quale trasportare il paziente stesso deve tener conto di una serie di variabili gestite dalle Centrali Operative del 118. Sia che si trattasse di infarto sia che si trattasse di ictus ischemico o emorragico, certamente presso uno studio televisivo non potevano essere presenti le sofisticate attrezzature necessarie a stabilizzare Sposini, il che è dimostrato anche dal fatto che poi per operare il giornalista è stato necessario trasportarlo in una struttura specializzata”, ha scritto il giudice nella sentenza.

Il ricorso sarà preso in esame il 5 luglio del prossimo anno dalla sezione Lavoro e previdenza della Corte d’appello romana. Lì i giudici dovranno stabilire se la richiesta di Sposini, i 10 milioni di euro per “danni patrimoniali e non patrimoniali conseguiti all’evento”, sia giusta oppure no. Nel giudizio di secondo grado saranno presenti Francesca, la figlia di Sposini, e Sabina Donadio, moglie del giornalista, che rappresenterà un’altra figlia minorenne. Saranno citate anche tre compagnie di assicurazioni che erano state citate nel processo di primo grado.