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Tvblog intervista Mauro Coruzzi (Platinette), parte seconda. A Marco Carta preferisco Giusy Ferreri. Il ballo delle debuttanti? Imbarazzante

Proseguiamo con la seconda parte dell’intervista fatta a Mauro Coruzzi, in arte Platinette. Ricordo che la prima parte, incentrata soprattutto sul suo nuovo ruolo di insegnante di storia della musica italiana ad Amici e pubblicata la settimana scorsa, la trovate a questo link.Mi hai detto che vedi i day time di Amici, oltre ad aver

1 Dicembre 2008 17:54

Proseguiamo con la seconda parte dell’intervista fatta a Mauro Coruzzi, in arte Platinette. Ricordo che la prima parte, incentrata soprattutto sul suo nuovo ruolo di insegnante di storia della musica italiana ad Amici e pubblicata la settimana scorsa, la trovate a questo link.

Mi hai detto che vedi i day time di Amici, oltre ad aver conosciuto personalmente i ragazzi. La mia impressione è che non ci siano talenti che spiccano particolarmente su altri, come ci sono stati invece in altre edizioni.

La media mi pare più alta dell’anno scorso, ma è un’impressione che non ho ancora avuto modo di approfondire. Media più alta nel senso che l’anno scorso ho fatto davvero molta fatica a farmi piacere qualcuno e non l’ho mai nascosto. Non sapevo “da che parte stare” perché non avevo un amore particolare per nessuno…

…come invece lo avevi avuto l’anno precedente.

L’anno prima sì, un amore diffuso proprio, per Federico, Giulia, Karima…poi Federico l’ho anche visto sul campo e per quanto possa sembrare poco simpatico, un po’ supponente, un po’ saccente, è un ragazzo meraviglioso. Si impegna e ce la mette tutta, è uno di quelli sempre puntuali, bravi e con tanta voglia di imparare anche. Mentre quest’anno dicevo, mi sembrano più bravini dello scorso anno, ma non li conosco ancora abbastanza per avere un’idea precisa. C’è un cantautore che mi ha molto colpito oggi, Luca. Stavamo parlando, gli ho chiesto la lista dei preferiti e mi ha citato Zero, poi ha fatto una battuta un po’ “strana”. Anche nell’incontro precedente lo vedevo sempre silente, allora gli ho chiesto se ci fosse qualcosa che non andava, se non fosse interessato e lui mi ha risposto che non c’era niente che non andava e non era timido, solo che quando ha qualcosa da dire preferisce scrivere canzoni. E poi mi ha detto che non riesce a piangere. Questo per farti capire cosa ci può essere dietro ad un ragazzo di 20 anni, che ti racconta della sua incapacità di farsi penetrare, di lasciarsi andare.

Punteresti su di lui quindi per ora?

Diciamo più che mi incuriosisce come persona, uno che riesce a dichiarare questa sua incapacità che lo condiziona anche nella scuola, tanto che parla poco, interviene poco. Mentre ci sono ragazzi che al contrario sono molto esuberanti, come il ballerino entrato da poco, Pedro, divertente, oppure Martina. Ragazzi vivaci, che intervengono, che si espongono. Lui invece è come se fosse lì in attesa che qualcuno gli vada a chiedere qualcosa. Mi piace molto invece Francesco (uscito ieri dalla scuola, ndr), che ha un’aria un po’ ingenua, quasi infantile, però con delle battute fulminanti…mi ha ricordato un po’ Federico. Le ragazze invece mi sono sembrate tutte già più sicure, ma non strafottenti. Ecco, questo atteggiamento fino ad ora non mi è parso ci sia nella scuola, ma dovremo aspettare il serale perché lì le cose cambiano.

Visto che abbiamo citato i ragazzi dell’anno scorso, parliamo di Marco Carta. Pare che il pubblico abbia avuto ragione dandogli la vittoria, visto il successo che ha avuto in questi ultimi mesi. Sinceramente, te lo saresti aspettato?

No, non me lo sarei proprio immaginato, nel senso che continua a non provocarmi alcuna reazione dal punto di vista “emotivo”. Ho sentito anche il disco visto che sono stati carini a mandarmelo, però non fa proprio per me. Poi sai, la meraviglia della musica è anche questa, ti piace qualcuno senza capirne esattamente il motivo. Mentre per esempio – e l’ho detto anche ai ragazzi durante il primo incontro – il disco di Giusy Ferreri, che viene da un’altra esperienza che è quella di X Factor, non solo mi piace, ma ne ho anche sottolineato alcune caratteristiche, come ad esempio la produzione, il contatto con un autore come Ferro…insomma, è molto riuscito secondo me. Poi non so quanto durerà, potrebbe anche essere una meteora, ma il disco è strepitoso e le canzoni di Tiziano sono delle vere canzoni pop. Poi il resto un po’ meno, ma se devo fare un paragone tra i due, mi piace sicuramente di più il disco della Ferreri, non c’è alcun dubbio.

Questo è proprio un argomento che avrei voluto toccare. Avevi seguito X Factor nella sua prima edizione?

Sì, l’ho seguito anche per la rubrica che tengo su DiPiù. Non mi era per niente dispiaciuto. La parte che mi piaceva meno era quella della “sagra paesana”, ti spiego: quelli di una certa età che improvvisamente hanno la smania di cantare, la categoria over 26 quindi, mi faceva un po’ “pena”…

Però Giusy è uscita proprio da quella categoria.

Infatti mi contraddico da solo (sorride) perché lei in realtà è l’unica che è piaciuta non solo a me, ma al grande pubblico. Questo per le sue particolarità, per la voce…per quanto nutra qualche dubbio sul fatto che sia tutta naturale, ma questo è un altro discorso perché comunque è un prodotto ben riuscito. Però vedere il programma, e mi riferisco in particolare al momento dei provini e trovare tutte quelle persone con pochi capelli in testa, le barbe, il doppio mento, che tentano di fare qualcosa in tv…dico “ma trovati un lavoro normale” senza andare lì a sognare qualcosa che ormai per quell’età è passato. Ci vedo qualcosa di più “comico” in questi casi.

Restringeresti la partecipazione soltanto ai giovani quindi in questo programma?

Sì, anche se in realtà un Amici o un X Factor della terza età potrebbe essere divertentissimo. O anche un’Isola dei famosi sulle sette note, riciclando tutto il vissuto “alla Paolo Limiti” dei quasi-zombie della musica leggera.

C’era stato Music Farm che in qualche modo aveva riesumato anche moltissimi cantanti quasi scomparsi.

E’ vero, ma Music Farm era un po’ garantista per gli artisti, perché sembrava ci fosse ancora l’idea che la musica è un’arte un po’ intoccabile che non va troppo mescolata coi reality. Da una parte c’erano i filmati dedicati ai sogni notturni di Califano piuttosto che altro, ma avrei preferito una gara un po’ più “cruenta” perché alla fine la formula risultava un po’ noiosa.

Continuando a parlare di reality, non posso non farti una domanda su Il ballo delle debuttanti, visto che le ultime puntate ti hanno visto protagonista.

Molto imbarazzante. Io non pensavo minimamente allo show e quando Maria mi ha contattato chiedendomi se avevo visto il programma le ho anche detto che sì, l’avevo visto e anche recensito non certo bene. Un programma gestito male, con delle potenzialità elevatissime buttate via per colpa di una scrittura autoriale francamente deludente.

La semplice trasposizione del serale di Amici con protagoniste delle aspiranti debuttanti.

Sì, ma riuscito proprio male (ride). Non tanto per la conduzione della signora Dalla Chiesa o per le ragazze – che non mi ricordo manco come si chiamano -, ma perché c’era un clima ridicolo, uno studio non adatto, le luci eccetera. Voglio dire, c’è un referente meraviglioso che è il Ballando con le stelle di Milly Carlucci e ancor prima il Ballroom della BBC, strepitoso. Perché non utilizzare una modalità simile con le atmosfere da sogno, la fantasia, per cercare di “attirare nella tua trappola”? Non l’inciuciata plastificata alla Mediaset con una conduzione sì elegante, ma poco adatta. E quindi il tentativo di rianimarlo era impossibile perché era già un cadavere.

Sei stato buttato nella mischia per fare un tentativo, ma…

No no, non era proprio possibile. Io in quel clima lì ci sguazzo, lo adoro, ma vedevo intorno a me persone totalmente estranee per cui sembravo una matta che dava i numeri. Poi il disagio della signora Dalla Chiesa era palpabile, ogni tanto mi guardava terrorizzata come per supplicarmi di dire qualcosa di “tremendo”…ma cosa potevo dire? Sarei potuto intervenire se ci fosse stata una ragione, ma insomma lì ragioni non ce n’erano proprio. Peccato, proprio un peccato.

Saremmo rimasti delle ore a parlare con una persona così piacevole, ma il tempo come sempre è tiranno. Speriamo di poter recuperare presto e per il momento ringraziamo moltissimo il nostro ospite.