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Riotta, Travaglio, il premio a Monica Maggioni e le scuse di Luca Telese

Il Fatto accusa Riotta di volersi ingraziare la neo direttrice Rai, il conduttore di Parallelo Italia replica a tono definendo volgare le parole di Travaglio

pubblicato 10 Agosto 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 11:58

Che Marco Travaglio non stimi professionalmente il collega Gianni Riotta non è una notizia. E la conferma era arrivata qualche settimana fa con il durissimo editoriale di critica televisiva del direttore de Il Fatto quotidiano che ha bocciato senza se e senza ma Parallelo Italia. Nei giorni scorsi però la vicenda si è evoluta.

Giovedì 6 agosto nella seconda pagina del Fatto campeggia un attacco all’ex direttore del Tg1, accusato di essere “il primo a inginocchiarsi” di fronte alle neo direttrice della Rai Monica Maggioni:

Gianni Riotta è un grande professionista. Di quale professione si può discutere, ma non lo batte nessuno. Alle 19.55 di ieri sera l’Agenzia Ansa scrive: “Monica Maggioni, direttrice di Rainews.it e RaiNews24 e da oggi designato della Rai, è la vincitrice del Premio Internazionale Spotorno Nuovo Giornalismo, che le sarà consegnato domenica 20 settembre nell’ambito della rassegna Spotorno Subito”. Indovinate chi è il presidente della giuria che con siffatto tempismo ha assegnato l’ambito (forse) premio? Ovviamente Gianni Riotta, che con il suo programma estivo Parallelo Italia sta dimostrando per l’ennesima volta quella propensione alla sintonia con il potere che l’ha portato a dirigere il Sole 24 Ore e il Tg1.

Il pezzo, non firmato e inserito all’interno della rubrica dall’eloquente titolo “Leccalecca“, si chiude così:

Ringaluzzito dallo share di martedì al 4,3 per cento (meglio delle due disastrose puntate precedenti, merito però sopratutto dei nuovi conduttori di In Onda su La7, David Parenzo e Tommaso Labate), forse ora Riotta si è convinto di poter ancora puntare al Tg3. O magari proprio a RaiNews24. Nel dubbio, meglio premiare subito la Maggioni. Tanto i premi giornalisti servono solo a questo. A creare crediti da riscuotere.

Su Twitter arriva la puntuale replica di Riotta, che, tra le altre cose fa riferimento ad una causa giudiziaria contro Il Fatto:

Intanto Luca Sofri sul suo blog coglie l’occasione per attaccare Travaglio (ha l'”attitudine a dire fiero un sacco di balle“) anche in funzione del fatto di essere tra i giurati del premio in questione (e tra i commenti spunta quello di Stefano Feltri, vice direttore del Fatto e ospite di Parallelo Italia nella seconda puntata). Ma questa è un’altra storia.

Torniamo alle parole di Riotta. Travaglio domenica 9 agosto reagisce a suo modo:

Ora, che io non conosca vergogna e sia molto volgare, non c’è dubbio: altrimenti non avrei scritto “Riotta”in un mio articolo. Ma non credo di essermela mai presa “con gli amici del Premio Spotorno”, che fra l’altro non ho il piacere di conoscere (gli amici: Spotorno invece è la ridente località ligure dove andavo in vacanza da ragazzo, non ancora frequentata da Johnny). E soprattutto non credo di aver diffamato nessuno, scrivendo “questo sì che si chiama professionismo. Chapeau”.

Quindi prosegue:

Ma il tenutario del programma-samiszdat Parallelo Italia 47 35 (47 e 35 sono i telespettatori totali delle prime due puntate) minaccia: “Spiegate a Travaglio e al suo circo come stanno le cose se no mi tocca rivincere causa contro Fatto”. È il segnale convenuto agli amici del Premio, che infatti twittano come stanno le cose: “Il premio è stato assegnato l’8 luglio (non ieri)”. In effetti l’8 luglio avevamo colpevolmente bucato la notizia del premio alla Maggioni, peraltro in compagnia dell’intera stampa nazionale e internazionale, agenzie incluse. E ce n’eravamo accorti solo alle 19.55 del 5 agosto quando l’Ansa la comunicò alla Nazione e al mondo intero, dopo averla snobbata per ben 28 giorni. Facile immaginare del Premio si fosse precipitato a ufficializzarla, magari per evitare che nella notte altre giurie – nazionali, internazionali o intergalattici –
premiassero la Maggioni rubando la scena e la primogenitura alla bella Spotorno. Ora apprendiamo invece che, dopo
28 giorni di clandestinità, la notizia è uscita la sera del 5 agosto per puro caso: forse l’ha dettata lo Spirito Santo, o forse si è dettata da sola. Del resto, sospettare di servilismo un giornalista investigativo dalla schiena dritta e di scuola anglosassone come Johnny sarebbe puro arbitrio: la piaggeria non è proprio da lui. Se però vuole querelarci, attendiamo a pie’ fermo di sapere perché (mai scritto che il Premio Spotorno è stato assegnato alla
Maggioni il 5 agosto: solo che vi è stato annunciato). E anche di conoscere quale causa Riotta avrebbe vinto contro di noi (forse in sogno).

Riotta si affida sempre a Twitter per rispondere ai sarcastici quesiti del collega. E tira in ballo il caso scoppiato qualche anno fa a La Zanzara, trasmissione di Radio 24. Luca Telese accusò lo stesso Riotta (allora direttore de Il Sole 24 ore) di aver chiesto ed ottenuto il suo allontanamento dai microfoni dopo che il giornalista apostrofò Emma Marcegaglia (allora a capo di Confindustria, editore della radio e del quotidiano) con l’epiteto “cretina”. Telese, che scrisse sul Fatto ad ottobre 2010 un pezzo al vetriolo contro Riotta, fu portato in tribunale e a novembre del 2014 chiese scusa rimangiando tutte le accuse.

Telese che (come noto, nel frattempo ha rotto con Travaglio e ha lasciato Il Fatto) per il momento non commenta.