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Estate in Diretta, Luca Bianchini offende Mal: “Altro che Furia, ha altro di cui vergognarsi”

Estate in diretta ha ricordato le sigle tv cult nella puntata di martedì 28 luglio 2015. Tra la Carrà e la Parisi lo scrittore Luca Bianchini è stato poco carino con Mal

pubblicato 28 Luglio 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 12:21

A Estate in Diretta va dato atto di una cosa: non ammazza il tempo solo con i fatti di cronaca (d’altronde Eleonora Daniele ha imparato a fare buona televisione e, infatti, nei momenti più trash non ci mette mai la faccia).

Un posto preponderante nella diretta monstre di Rai1 l’ha assunto il filone nostalgia, che consente di occupare un po’ di daytime con ospiti a costo zero e filmati di repertorio, perfetti per i centri anziani sintonizzati. Peccato che, tra un aneddoto e l’altro, non manchino le battutine e le dichiarazioni fuori posto. O, meglio, c’è chi può permettersi un umorismo elegantemente graffiante e chi, per essere sferzante, diventa inelegante.

A rientrare nella prima categoria è il nostro mito, Giancarlo Magalli. Dopo aver fatto battute epiche ne Gli italiani hanno sempre ragione, il conduttore è stato ospite oggi di Estate in Diretta rievocando uno dei suoi primi programmi cult, Oggi sposi. Quando hanno fatto scorrere le immagini della sigla ha dichiarato:

“Le avete trovate nei cassonetti? Usammo 70 coppie di sposi che scendevano contemporaneamente dall’Ara Coeli e dal Campidoglio, si bloccò Piazza Venezia, cercarono di linciarci”.

Poi il momento amarcord si è esteso all’indimenticabile Pronto Raffaella:

“Fino al 1982 la televisione in Rai cominciava alle 13.00. Va detto che fu Fininvest a iniziare con Corrado e il Pranzo è servito, che dimostrò che c’era pubblico. Noi corremmo subito ai ripari, facemmo il programma del mezzogiorno che fu un grandissimo successo. Ci voleva una sigla, con Boncompagni scrivemmo Fatalità e fu un successo anche quello. Io non ci ho guadagnato una lira, anche allora coi diritti… Con le sigle per bambini si guadagnava, infatti non ne ho fatte”.

Altrettanto stuzzicante, ma con bon ton, una signora del giornalismo come Silvana Giacobini, che ha detto la sua sulle showgirl della tv:

“Non basta la bellezza, la disciplina, il talento. C’è il carisma, è qualcosa in più per cui sono entrate nel cuore e nella testa dei telespettatori. La Cuccarini è ancora molto amata, Heather sta a Honk Kong e ce l’ha un po’ con quelli – tipo la Cuccarini – che dicono che i i figli non vanno comprati. Forse qualche sassolino dalla scarpa se l’è levato anche adesso perché la rivalità c’era. La Carrà era ed è un genio dello spettacolo. Era una showgirl completa, lei in lingua spagnola era tanto famosa quanto in lingua italiana”.

Piuttosto fuori posto, invece, lo scrittore Luca Bianchini, che non è nuovo a prendersela con personaggi famosi a lui non cari (salvo poi farci pace, come avvenuto con Mara Venier, e fargli promuovere i suoi libri). Quando il talk in studio si è spostato su Furia il cavallo del West e Dario Salvatori ha detto ‘che Mal si vergogna e non la canta più’, Bianchini ha risposto in maniera alquanto maleducata:

“C’è quella componente kitsch di Furia, ci credo che Mal si vergogna. Però Mal, voglio dire, ha anche altre ragioni per cui vergognarsi. Non può rinnegare Furia…”.

Una battuta di quelle gratuitamente offensive e che ci potevamo risparmiare. Anche perché Mal è nei cuori di noi tutti ANCHE per la sua partecipazione al reality La Fattoria 2.