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LACRIME PER LUXURIA, E PER LA TV SOLO GLORIA…

Secondo intervento sulla vittoria di Vladimir Luxuria all’Isola dei Famosi, dopo quello di ieri che ha raccolto molti, interessanti commenti. Non ce ne sarà un terzo, forse. Ma ci sono casi che vale la pena di guardare bene in faccia perchè non si verificano ogni giorno e perchè stabiliscono, al[…]

pubblicato 27 Novembre 2008 aggiornato 11 Febbraio 2021 07:25

Secondo intervento sulla vittoria di Vladimir Luxuria all’Isola dei Famosi, dopo quello di ieri che ha raccolto molti, interessanti commenti. Non ce ne sarà un terzo, forse. Ma ci sono casi che vale la pena di guardare bene in faccia perchè non si verificano ogni giorno e perchè stabiliscono, al di là del loro valore, un punto di riferimento. Anche perchè, per capire la tv, bisogna leggere i giornali e magari qualche utile libro.

La notizia che ancora fischia nelle orecchie e negli occhi di tutti non è, forse, tanto la vittoria toccata a Vladimir (che di personalità ne ha in abbondanza) quanto l’eco che suscita, le emozioni che provoca. Nel novero della galassia-notizia Vladimir più Isola e isolani c’è un pianto che farà storia. Sono le lacrime della moglie del l’ex leader di Rifondazione comunista Bertinotti e dello stesso Bertinotti. La coppia simpatica e mondana si è commossa davanti allo spettacolo della vittoria e ha sentito il bisogno di farlo sapere al mondo. I traguardi oggi non passano più attraverso la lotta di classe, le lotte dei lavoratori,ma per le autostrade televisive che sono lastricate di emotività, bitume di emotività a più strade ,e in fondo in fondo c’è il nuovo paradiso della contemporaneità: il Giardino dell’Eden dove si celebra il qualunquismo dei trionfi e della vittorie costi quel che costi. Lacrime, sangue blu, sangue bidello, sangue gnocca con testa o senza testa, sangue sudore, sangue talpa, sangue del nostro sangue. Il Giardino dell’Eden e dei Trionfi mediatici.

C”è un libro importante che illustra questi processi spesso sotterranei come un fiumiciattolo carsico ed è intitolato “Storytelling”, edito da Fazi. Lo ha scritto Christian Salmon che lavora con personaggi come Salman Rushdie, Claudio Magris, Toni Morrison e tante altre belle penne e teste. Il libro racconta come si siano modificati il senso e gli scopi del racconto, anzi della narrazioni al nostro tempo che fugge. Duecento pagine in cui si analizza il globo della comunicazione, l’anima o le anime che si è dato e continua a darsi, come dimostrano gli esempi della tv, della pubblicità, della comunicazione politica e militare, del mercato della sensazioni e delle emozioni che fa da flebo alla stampa e agli schermi.

La tesi di Salmon è che, con gli anni, e con gli obiettivi specifici e spietati di conquistare il pubblico, di schienarlo, di subordinarlo alle esigenze dei poteri forti o fortissimi del plagio ideologico e commerciale, i raccontatori al servizio di sua maestà mascherata Mass Media hanno elaborato formule sempre più raffinate e sottili (anche se grossolane, anzi più grossolane sono meglio è) la cui efficacia si aggiorna e si fa sempre più aggressiva. Il libro fa esempi a iosa, esaminando i vari teatri che comprovano l’affermazione assoluta di formule sempre più prive di sostanza e di qualità perchè finalizzate freddamente, “scientificamente” al risultato.
Ecco il punto. I reality, come l’Isola o altri, sono le macchine neanche ultime arrivate in grado di mostrare il nostro destino e il nostro futuro (così sperano chi li congegna in un coro di sinergie dove la canzone è quella degli ascolti e quindi del denaro) attraverso i loro racconti. Salmon ha la ricetta, e credo di poterla usare qui, per spiegarci come anche la vittoria di Luxuria rientri nel campo sempre più abile delle musiche dei Pifferai magici dell’epoca dello Share e del Trash.
La ricetta la si vede bene rovesciando la situazione, com’è accaduto in questi giorni sotto il rullare delle grancasse. Le lacrime della rispettabile famiglia Bertinotti sono l’esatta conclusione di una narrazione che è arrivata al suo massimo storico. Sono lacrime emotive e di felicità per l’ex leader Bertinotti che non è entrato in parlamento e però dispone di una sua Fondazione con ufficio in parlamento, Fondazione e non Ri-Fondazione (che verrà chissà, magari per merito di Luxuria se tornerà al partito e si metterà alla sua guida in prospettive elettoraliste, Europee o dopo, mah).
L’Isola con i suoi esiti e con la sua eroina (verso la quale confermo il mio rispetto e la mia simpatia asciutta) ci ha dimostrato che lo “Storytelling”, ovvero la fabbrica delle storie, ne ha preparata, predisposta, inventata, sanzionata dal favore del pubblico, una speciale, italian style, una storia, una favola moderna. Quella della Trans che ha preso un transfert per una popolarità che non finisce oggi e che le offre la libertà assoluta di scegliere cosa fare della vittoria. Una storia “esaltante” in un paese dal muso lungo, un pò depresso, edera avvolta intorno al reality, una e sola formula di successo. Varietà nella realtà deprimente mentre soffrono Pippo & Soci del vecchio, caro varietà d’antan.
ITALO MOSCATI