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Bruno Vespa condannato per diffamazione

Dopo il caso Travaglio, condannato per diffamazione a 8 mesi di reclusione (pena sospesa) e un’ammenda di 100 euro ai danni di Cesare Previti, un altro giornalista piuttosto noto al pubblico italiano subisce la stessa sorte. Si tratta di Bruno Vespa, conduttore di Porta a Porta. Vespa è stato condannato in Corte d’Appello al pagamento

6 Novembre 2008 08:10

Dopo il caso Travaglio, condannato per diffamazione a 8 mesi di reclusione (pena sospesa) e un’ammenda di 100 euro ai danni di Cesare Previti, un altro giornalista piuttosto noto al pubblico italiano subisce la stessa sorte. Si tratta di Bruno Vespa, conduttore di Porta a Porta. Vespa è stato condannato in Corte d’Appello al pagamento di un’ammenda di 1000 euro proprio in quanto responsabile della trasmissione tv che da 12 anni è ospitata su Raiuno.

Il popolare conduttore è stato condannato insieme alla sua cronista, Valentina Finetti, autrice del servizio andato in onda il 13 Febbraio 2002. Tema il Delitto dell’Olgiata, caso di cronaca che suscità parecchio scalpore all’inizio degli anni ’90 e tuttora irrisolto. Vittima la Contessa Alberica Filo della Torre, uccisa nella sua villa il 10 luglio 1991. Nel servizio della Finetti “il delitto veniva accostato a misteriosi conti miliardari, ad una relazione extraconiugale della vittima con un funzionario dei servizi segreti, ad un desiderio della vittima di divorziare, ai fondi neri del Sisde“.

Quello che ha però indotto Pietro Maffei, marito della vittima, e i due figli Manfredi e Domitilla a sporgere querela è il passaggio del servizio nel quale si riferisce dei sospetti degli inquirenti su Maffei, accusato da una donna, Emilia Parisi. La Finetti omise che Emilia Parisi era stata condannata per diffamazione ai danni di Maffei stesso. Vespa, che in primo grado era stato assolto, avrebbe dovuto vigilare e impedire la messa in onda del servizio ritenuto diffamatorio dai giudici.